Intesa, via libera a 3.500 uscite
di Cristina Casadei
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Mettendo insieme tutti gli accordi sindacali del 2017, il contatore delle uscite di Ca’ de Sass segnerà il numero record di 9mila bancari: unità in più, unità in meno, è lo stesso numero dei lavoratori delle ex banche Venete messe insieme. A meno di due mesi dalla presentazione del piano industriale, atteso per inizio febbraio, il gruppo Intesa Sanpaolo si è già assicurato un risparmio sulle spese del personale, a regime (quindi dal 2021), di circa 675 milioni di euro all’anno.
L’ultimo accordo sindacale (si veda il Sole 24 Ore di ieri) è stato siglato l’altra notte e ha portato a una maxistaffetta generazionale con 3.500 nuove uscite attraverso il Fondo di solidarietà e 1.500 assunzioni di giovani con contratto a tempo indeterminato. Il consigliere delegato e ceo Carlo Messina, ribadisce che «Intesa Sanpaolo mette sempre al centro le persone e la tutela dell’occupazione: il fatto che tutte le uscite previste, comprese quelle del personale proveniente dalle ex Banche Venete, siano volontarie rappresenta uno degli aspetti significativi che qualifica questo accordo». L’altro, aggiunge Messina «è rappresentato dal programma rivolto ai giovani e finalizzato a 1.500 assunzioni, con l’obiettivo di dare grande attenzione ai nuovi mestieri e alle aree più svantaggiate del Paese».
Delle 1.500 nuove assunzioni mille riguarderanno, tra l’altro, i nuovi mestieri e avverranno sulla rete, con particolare attenzione alle aree svantaggiate del paese, alle categorie protette e alle persone che hanno già un contratto a tempo determinato con la banca. Le altre 500, invece, avverranno con il contratto misto, ossia il contratto combinato sperimentato dal gruppo, che prevede un rapporto di lavoro dipendente part time a tempo indeterminato e un rapporto di lavoro autonomo per poter svolgere attività di consulente finanziario.
I sindacati, con questo accordo, mettono a segno un importante risultato sul piano dell’occupazione dei giovani, che hanno posto come conditio per dare il via libera al nuovo piano di uscite. Per il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni «sono state scongiurate uscite obbligatorie e licenziamenti e garantite nuove assunzioni nonostante i vincoli imposti dalla Bce rispetto all’integrazione delle due ex venete e saranno anche confermati a tempo indeterminato tutti i lavoratori in servizio a tempo determinato». Maurizio Zoè della Fisac Cgil aggiunge che i sindacati «sono riusciti a trasformare la trattativa su una crisi occupazionale in un accordo per nuova occupazione, buona e stabile, anche attraverso nuovi mestieri e rivolta principalmente ai giovani». Massimo Masi segretario generale della Uilca dice che l’accordo firmato è «di qualità, posto a tutelare l’occupazione con un occhio di riguardo verso le persone», mentre il segretario nazionale della First Cisl, Mauro Incletolli sottolinea che «il pesante tributo occupazionale imposto dalle autorità europee per il salvataggio delle ex venete è stato trasformato in un’occasione di ricambio generazionale».
Considerata l’ultima tranche di 3.500 uscite, concordata con l’accordo sindacale dell’altra notte, da questo autunno al 2020 usciranno dal gruppo quasi 9mila bancari Questo numero è la somma dei 1.500 lavoratori che hanno già maturato i requisiti pensionistici, entro il 31 dicembre del 2018, e dei 7.500 che usciranno volontariamente – le domande sono già arrivate - attraverso il Fondo di solidarietà entro il 30 giugno del 2020 e che comprendono le ultime 3.500 uscite da Intesa, le mille dalle ex Venete e le ulteriori 3mila da Intesa concordate dopo l’acquisizione delle ex Veneto banca e Popolare di Vicenza.
In riferimento all’accordo dell’altra notte, al di là del fatto che si tratta anche di «un accordo di importanza rilevante», raggiunto «in maniera pienamente condivisa con tutte le organizzazioni sindacali», grazie «alla qualità delle persone della nostra banca e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali», dice Messina, si tratta di «un passo molto importante in vista del piano industriale che verrà presentato agli inizi del nuovo anno: le sfide che abbiamo di fronte sono di notevole complessità, siamo convinti che - nell’affrontarle - Intesa Sanpaolo si confermerà tra le migliori banche in Europa».
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