1° novembre, non solo Ognissanti: è la giornata mondiale dei vegani
In Italia sono il 2,4% della popolazione. Nel mondo il mercato vale già 26,8 miliardi di dollari e raddoppierà entro il 2030
di Micaela Cappellini
2' di lettura
Non solo Ognissanti. L’1 novembre è anche la Giornata mondiale dei vegani. La festa di chi adotta uno stile di vita che, dall’alimentazione all’abbigliamento, non utilizza nessun tipo di risorsa proveniente dal regno animale. I vegetariani, per intenderci, non mangiano carne animale ma utilizzano latte e uova, i vegani nemmeno quelli. Perché l’1 novembre? È il giorno di 79 anni fa - era il 1944 - in cui a Londra fu fondata la Vegan Society di Donald Watson, la prima società vegana al mondo.
Nel nostro Paese i vegani sono il 2,4% della popolazione, secondo la 35esima edizione del Rapporto Italia dell’Eurispes, mentre i vegetariani sarebbero il 4,2%. Numeri piccoli. In compenso, l’offerta di prodotti dedicati a chi dice no alla carne è in crescita: secondo una ricerca di Precedence Research il mercato globale degli alimenti vegani nel 2021 era pari a 26,83 miliardi di dollari e nel 2030 è destinato a raddoppiare, raggiungendo quota 64,5 miliardi, con un tasso di crescita annuo del 10,41%. Ricorda l’associazione CiboCrudo che basterebbe anche solo un pasto vegan-friendly al giorno, per esempio la colazione, per ridurre fino a un terzo l’impatto ambientale della propria alimentazione.
Il mercato dei prodotti plant-based
In Italia il fatturato dei prodotti a base vegetale - quindi vegetariani, ma non necessariamente vegani - è di 500 milioni di euro, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Unione Italiana Food. Burger e piatti pronti sono quelli che crescono di più (+12%), gelati e dessert aumentano le vendite del 2,6% mentre resta fermo il mercato delle bevande vegetali (+0,4%). Tutti questi prodotti non si rivolgono solo alla platea dei vegani-vegetariani, ma anche alle crescenti schiere di flexitariani e di chi, semplicemente, si ripropone di diminuire il consumo di alimenti di origine animale per ragioni di salute o per motivi etici. Sempre secondo Unionfood, infatti, sono oltre 22 milioni i consumatori che hanno messo nel carrello i prodotti plant-based almeno una volta. Tra i consumatori propensi a cambiare le proprie abitudini alimentari in nome della sostenibilità ambientale, infine, c’è anche chi si dice disposto a mangiare la cosiddetta carne sintetica, ricreata in laboratorio a partire da cellule staminali prelevate da un animale senza ucciderlo. Secondo l’ultimo rapporto Eurispes, gli hamburger di laboratorio incontrerebbero il favore di un italiano su quattro, per quanto il nostro Paese, con un disegno di legge che sta per approdare alla Camera il 6 di novembre, ha tutta l’intenzione di vietare questo genere di alimenti.
Gli animali allevati nel mondo
Per le associazioni animaliste, la Giornata mondiale dei vegani è anche l’occasione per chiedere regole più stringenti contro lo sfruttamento degli animali negli allevamenti, dato che secondo l’Eurobarometro della Commissione Ue la maggioranza dei cittadini europei (84%) e italiani (88%) vorrebbe che gli animali allevati a scopo alimentare fossero maggiormente tutelati. Ricorda Animal Equality Italia che negli allevamenti intensivi di tutto il mondo si trovano circa 23 miliardi di animali, cui vanno aggiunti 111 miliardi di pesci allevati ogni anno dall’industria ittica. Ogni giorno, nel mondo, vengono macellate 900mila mucche, 1,7 milioni di pecore, 3,8 milioni di maiali, 202 milioni di polli e centinaia di milioni di pesci. Nel 2021 gli animali uccisi per la loro carne sono stati 83,58 miliardi, un numero 10 volte maggiore rispetto al 1961.
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