1:54, artisti africani emergenti tra le proposte della fiera «boutique»
Nella terza edizione focus sulle giovani generazioni e collaborazione con Thami Mnyele Foundation per residenze in Europa di artisti africani
di Maria Adelaide Marchesoni
4' di lettura
Terza edizione per 1:54 African Contemporary Art Fair a Marrakech (22-23 febbraio) nella lussuosa cornice dell'hotel La Mamounia. La fiera ha esposto il lavoro di oltre 70 artisti rappresentati da 20 gallerie per la maggior parte provenienti da Europa e Africa. <Per la prima volta quest'anno – ci spiega Touria El Glaoui, direttrice e fondatrice di 1:54, che ha sedi a Londra e New York e sulla piazza di Marrakech attira circa duemila visitatori - oltre la metà delle gallerie sono residenti nel Continente e ciò dimostra che le strutture necessarie per lo sviluppo del sistema arte in Africa si stanno affermando con successo>. Dall'inizio, nel 2013, 1-54 si è dedicata a fornire delle opportunità agli artisti africani e della diaspora anche al di fuori della fiera e, a tal proposito qui a Marrakech è stata avviata una nuova iniziativa realizzata in collaborazione con Thami Mnyele Foundation per offrire una residenza di tre mesi ad Amsterdam ad un artista africano. Per Touria El Glaoui aver avviato questa collaborazione con Thami Mnyele Foundation, attiva da trent'anni, non solo favorisce una maggior visibilità dell'artista ma è anche una risposta all'aumento, negli ultimi anni, di residenze che sono alla ricerca di africani artisti. La Thami Mnyele Foundation ha scelto il fotografo nigeriano Lakin Ogunbanwo (Lagos, Nigeria, 1987) rappresentato in fiera dalla galleria Whatiftheworld di Città del Capo (ha venduto sei foto della sua serie “E wá wo mi” che significa “vieni a guardarmi” raffiguranti spose nigeriane e cerimonie di matrimoni in edizione di 10 con un prezzo che varia da 2.500 a 5.000 euro per la dimensione) che effettuerà la residenza Amsterdam nel 2021. In residenza alla Thami Mnyele Foundation, fondata nel dicembre 1990 in ricordo dell'artista e combattente sudafricano, sono passati giovani artisti emergenti a noti nomi come il ghanese El Anatsui. Inoltre, sempre in tema di residenze, nella prossima edizione di 1:54, che si terrà a Londra in ottobre, la fiera collaborerà con il Musée d'art contemporain africain Al Maaden (Macaal) di Marrakech, che ha recentemente lanciato un suo programma di residenze.
Le proposte in fiera
Ben rappresentato a 1:54 il lavoro di artisti che vivono e lavorano negli Stati africani, Nigeria o Ghana, dove si sta sviluppando una fiorente classe di collezionisti che spingono il mercato dell'arte, favorito anche dal successo di protagonisti dell'arte internazionali come El Anatsui, Ibrahim Mahama (di origine ghanese). Tra le new entry Afikaris una giovane galleria attiva dal 2018 con sede a Parigi con un solo show dell'artista Jean-David Knot (nato nel 1989 in Cameroon, dove vive e lavora). L'artista attraverso i suoi dipinti (acrilico su tela con un range di prezzo che in base alle dimensioni oscilla tra 14.000-33.000 euro) denuncia l'apatia dei governi nei confronti delle vittime causate dalle migrazioni.
La galleria Magnin-A (Parigi) esponeva le opere di JP Mika (Kinshasa, Congo, 1980) considerato il più brillante erede dei pittori popolari di Kinshasa anche se l'artista non si considera tale. Realizza tra i 10 e i 12 dipinti all'anno (i prezzi oscillano da 16.000 a 32.000 euro per una tela di 160x130 cm) e all'interno delle sue tele inserisce del tessuto stampato floreale con tonalità molto brillanti.
Primo Marella unica galleria italiana a 1:54 presentava i dipinti figurativi dal sapore surrealista dell'artista Amani Bodo (Kinsasha, 1988) che ha trovato un acquirente, ma nessuna disclosure dove andrà a finire il lavoro. Le sue tele dal tratto artistico inconfondibile presentano degli sfondi che l'artista chiama mwangisa, riferendosi all'eruzione dei colori sfumati, una nebulosa cosmica che cattura immediatamente l'attenzione e contribuisce all'atmosfera abbagliante e misteriosa delle sue opere che hanno dimensioni variabili e il prezzo oscilla da 6.000 a 15.000 euro. La galleria aveva in programma di esporre anche l'opera di un artista emergente dello Zimbabwe, Troy Makaza (1994) ma le procedure doganali non ha permesso l'esposizione (installazioni in silicone pezzi unici dimensioni variabili da 3.000 a 15.000 euro).
Giovanissimo anche Gyasi Prince (Accra , Ghana, 1995) che Nil Gallery (Parigi) ha scoperto online. L'artista ha pubblicato sul suo profilo Instagram le immagini di Jamestown, il cuore di Accra, dei suoi pescatori e dopo un anno di trattative è entrato a far parte della galleria. Con le sue fotografie (dimensioni variabili da 2.800 euro a 8.000 euro per le più grandi in edizioni di 10 + 4 AP) effettuate con il suo iPhone, l'artsita rompe le convenzioni artistiche e mette in discussione l'elitarismo in cui si trova l'arte. Nelle sue foto ipercolorate vengono raccontate le storie di individui emarginati della sua città natale Accra. Oltre ad essere un artista professionista, è co-fondatore di BoxedKids , il titolo si riferisce ai “bambini intrappolati in un luogo o in una situazione”, una charity che aiuta i bambini di Jamestown, Accra. Nello stand anche le sculture del nigeriano Adewale Alimini (Lagos, 1974) sono una sintesi tra la scultura tradizionale africana e l'arte contemporanea sperimentale che incorpora elementi di minimalismo, espressionismo e astrazione (da 6.000 a 20.000 euro).
Dalla Costa d'Avorio Aboudia (1983) artista presente nella classifica di ArtTactic Top 30 African Artists 2016-2019 (redatta a fine maggio 2019) elaborata in base alle vendite totali in asta si è posizionato al 25° posto (era 20° nel 2018) con un controvalore pari a 596.424 dollari per 40 lotti venduti a un prezzo medio pari a 14.911 $. In fiera l'artista era esposto nello stand di Cecile Fakhoury (Abijan, Dakar, Parigi) che ha fatto a tutte e tre le edizioni della fiera e i suoi dipinti oscillano da 6.000 euro a 45.000 euro per quelli di grandi dimensioni.
Per il futuro lo scenario ideale per gli artisti africani - secondo la direttrice della fiera – è poter sperimentare un mercato dell'arte sostenibile, accessibile e in crescita, con ampie opportunità in tutto il continente.
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