Opere al rallentatore: i casi più eclatanti dalla Torino-Lione alla Brescia-Padova

3/6Politica Economica

1991 - NORD EST / Av Milano-Venezia da record, ma risolto ora il nodo Vicenza

(FOTOGRAMMA)

La linea Milano-Venezia sarà completata non prima del 2028, 37 anni dopo la prima pianificazione, 33 anni dopo l’inizio della progettazione e dopo 25 anni di cantieri. È il record assoluto a livello europeo per durata dei lavori nella costruzione di una tratta ferroviaria di nuova generazione (insieme al traforo del Brennero che però ha tempi tecnici di realizzazione più lunghi e in questi anni ha incontrato meno resistenze sul territorio). L’opera - che fu inserita dall’ex amministratore delle Fs Lorenzo Necci nel 1991 nel piano dell’alta velocità - è in parte già in esercizio visto che ad oggi la linea è costruita nelle tratte Milano-Brescia e Padova-Mestre.

Tempi così lunghi sono motivati non tanto da una ostilità di parte del territorio all’opera in sé, come succede nel caso della Torino-Lione. Le imprese (e Confindustria in primis) considerano assolutamente necessaria l’opera per agganciarsi alla rete Av, così come favorevole è la Regione Veneto e il Governatore Luca Zaia. A rallentare il percorso è stato invece il confronto su itinerari, fermate, stazioni in un territorio fortemente antropizzato. Da ultimo è stato il nodo di Vicenza la questione che ha rallentato gli iter approvativi, mentre l’intera tratta è stata sottoposta a project review dall’ex ministro Delrio.

L’esito è stato positivo. Sulla tratta Brescia-Verona la project review è stata conclusa da Rfi, in sede di approvazione del Cipe. Viene stralciato lo shunt di Brescia, con una riduzione dei costi a 3.054 milioni. Anche per le tratte da Verona al bivio di Vicenza e dal bivio di Vicenza a Padova, la project review è conclusa in sede di approvazione del Cipe. Dopo uno stallo durato anni, viene rivista l'organizzazione del nodo di Vicenza: l’attraversamento del nucleo urbano è previsto in superficie anziché interrato riducendo i costi a 5.214 milioni e permettendo ai treni Av di garantire un servizio nella stazione di Vicenza.

Il nuovo Governo giallo-verde ha acceso i riflettori sull’opera sottoponendola ad analisi costi-benefici. Non è un mistero che M5S abbia da anni nel mirino questa opera, ma - nonostante l’irritazione fortissima del ministro Toninelli per la firma del contratto fra Rfi e il consorzio realizzatore Cepav 2 il 6 giugno scorso, cioè nel giorno della fiducia al nuovo Governo - l’opera non sembra destinata a una frenata. (Mar.B)

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