Grandi Patrimoni

2019 anno migliore di sempre per Fideuram Intesa Private Banking

Utile a 906 milioni, masse a 243 miliardi e Common Equity Tier 1 ratio a 19,2%. Paolo Molesini, lascia la guida della società e seguirà un progetto per i clienti hnw

di Lucilla Incorvati

(IMAGOECONOMICA)

3' di lettura

Il 2019 per Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, prima private bank in Italia e leader italiano nella gestione dei grandi patrimoni, è stato il miglior anno di sempre grazie a un utile netto consolidato di 906 milioni (+ 9% sul 2018). I coefficienti patrimoniali consolidati si confermano ampiamente al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. In particolare a dicembre 2019 il Common Equity Tier 1 ratio era pari a 19,2%. Dopo cinque anni Paolo Molesini lascia la guida della società per occuparsi di un progetto destinato alla clientela con grandissimi patrimoni.


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Masse e raccolta. Alla fine del 2019 le masse hanno raggiunto i 242,7 miliardi, in crescita di quasi 30 miliardi (+14%) rispetto all’anno precedente (213,1 miliardi). Il risultato è legato sia alla performance di mercato, che ha inciso positivamente sui patrimoni per 18,7 miliardi, sia ai flussi netti che hanno visto una raccolta pari a di 10,9 miliardi.

Risparmio gestito e amministrato. Il peso delle masse investite in prodotti di risparmio gestito è di 165,4 miliardi, in crescita di oltre 18,4 miliardi (+13%) rispetto alla fine del 2018. Le masse amministrate in regime di consulenza a pagamento al 31 dicembre ammontavano invece € 38,8 miliardi (erano 36,3 miliardi al 31 dicembre 2018, +7%). Nel 2019 la raccolta netta è stata di 10,9 miliardi ( 10,2 miliardi nel 2018). Se nel computo dei 12 mesi i flussi netti hanno visto prevalere la componente di risparmio amministrato ( 6,3 miliardi), la raccolta netta di risparmio gestito ha evidenziato una forte accelerazione negli ultimi mesi dell'anno attestandosi a 4,6 miliardi, in significativa crescita (+28%) rispetto all'anno precedente.
La rete dei banker. L’anno si è chiuso con un numero complessivo di 5.834 banker, con un portafoglio medio pro-capite pari a circa 42 milioni (in crescita rispetto a 36 milioni di inizio anno).
Le commissioni e costi. Le commissioni nette sono risultate pari a 1.747 milioni, in aumento del 3% rispetto al saldo di 1.695 milioni registrato nel 2018. Le commissioni nette ricorrenti, componente predominante (circa 92%) del margine commissionale, sono risultate pari a 1.606 milioni, rimanendo invariate rispetto all'esercizio 2018. L'effetto positivo riveniente dalla crescita delle masse medie di risparmio gestito ( 156,6 mld, +3%) è stato infatti interamente compensato da un product mix leggermente meno favorevole. Anche nel 2019 la componente delle commissioni di performance è stata marginale ( 31 milioni) .Il margine di interesse, pari a 177 milioni, ha evidenziato un incremento del 14% rispetto allo scorso anno (155 milioni) principalmente grazie alla crescita dei volumi medi investiti sui portafogli proprietari e al ribilanciamento delle scadenze sui depositi di tesoreria. I costi operativi netti, pari a 609 milioni, hanno registrato un contenuto incremento (+3%) rispetto al 2018 ( 593 milioni). Il Cost/Income ratio è risultato pari a 31%, in diminuzione di un punto percentuale rispetto al livello registrato nel 2018 (32%). I coefficienti patrimoniali consolidati si confermano ampiamente al di sopra dei livelli minimi richiesti dalla normativa. In particolare, al 31 dicembre 2019 il Common Equity Tier 1 ratio è risultato pari a 19,2%.
Cambio ai vertici. Presto ai vertici della società arriverà Tommaso Corcors in sostituzione di Paolo Molesini, amministratore delegato e direttore generale di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, ha dichiarato: «Nel corso del 2019 abbiamo ottenuto i migliori risultati mai conseguiti da Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking - ha sottolineato Paolo Molesini, ad e direttore generale, grazie ad un utile netto di 906 milioni ed un totale di masse amministrate pari a 242,7 miliardi che, insieme ad una raccolta netta di 10,9 miliardi, confermano l'eccellente qualità del lavoro svolto ogni giorno da private banker, manager, personale di sede e delle società controllate. Il nostro modello di business, basato sulla consulenza professionale e sulla creazione di un rapporto di fiducia di lungo periodo tra cliente e private banker, si dimostra vincente e continua a garantire una crescita di valore sostenibile nel tempo, capace di portare disciplina ai processi di investimento. In cinque anni abbiamo costruito la prima private bank italiana».
Molesini conclude il mandato alla guida operativa della divisione private dopo 5 anni per andare a ricoprire un ruolo maggiormente istituzionale, con un'attenzione particolare rivolta al segmento di clientela HNWI.

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