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3Emmegi raddoppia il fatturato con il business delle facciate degli edifici

di Andrea Marini

 Nel 2018 la 3Emmegi si è occupata della facciata della sede della Ferrari

2' di lettura

Nasce come piccola bottega di artigiani. Adesso è diventata una delle principali aziende italiane di “facciatisti”, i tecnici specializzati in soluzioni per la progettazione e realizzazione di facciate continue in alluminio e vetro, rivestimenti esterni e serramenti. La 3Emmegi è ora passata attraverso la crisi del Covid e per il 2022 prevede di raddoppiare il fatturato di 6 milioni e mezzo del 2021 e di aprire una sede a Milano e una a Cape Town. L’azienda ha 40 dipendenti e sta ora assumendo cinque persone in ruoli tecnici. Una crescita dei ricavi dovuta ai dieci progetti aperti, tra cui anche la facciata del quartier generale della Fao a Roma, che dovrebbe essere ultimata quest’anno, e una residenza privata a Cape Town. Tra gli altri lavori, nel 2018 3Emmegi si era occupata anche della facciata della sede Ferrari a Maranello.

«Fino a tre anni fa lavoravamo molto con l’estero – racconta Massimo Martella, amministratore delegato dell’azienda e figlio del fondatore, Luciano – con attività in Congo, Etiopia, Ghana e Sud Africa. Poi è intervenuta la crisi del Covid e ci siamo dovuti ricollocare in Italia. Qui nel 2021 c’è stato un vero e proprio boom di commesse». A pesare c’è stato il Superbonus 110% anche se in forma indiretta. «Molti dei nostri competitori hanno deciso di lavorare con il 110% – spiega – quindi per 3Emmegi è diminuita la concorrenza. Noi abbiamo deciso di stare fuori dal 110% perché riteniamo che i cantieri siano più difficile da gestire, visto che di fatto non hai un solo committente, ma tutti gli inquilini di un palazzo».

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La 3Emmegi è nata oltre 30 anni fa a Marino, in provincia di Roma. La classica bottega dietro casa, partita con i lavori presso i supermercati, dove si occupava dei serramenti. Due le svolte che hanno cambiato il business dell’azienda, coincise prima con il trasferimento nella zona industriale di Ariccia e poi in quella di Santa Palomba (sempre in provincia di Roma). «Adesso siamo in un locale di 16mila metri quadrati. Per il nostro business – spiega ancora Martella – gli spazi sono fondamentali per poter puntare a commesse di taglie sempre più grandi».

L’azienda ora sta puntando a nuove commesse sempre in Sud Africa e poi in Perù, tanto che conta l’anno prossimo di tornare ai livelli pre Covid.

Tuttavia le nuvole all’orizzonte non mancano. «Vedo tre difficoltà», chiarisce Martella: «Il costo dell’energia quasi triplicato, l’aumento dei prezzi dei materiali e, soprattutto, la scarsità delle materie prime. Quest’ultimo aspetto è preoccupante. Finora siamo riusciti a tamponare grazie ai buoni rapporti che durano da trenta anni con i nostri fornitori. Ma se la situazione continua o peggiora sarà sempre più difficile lavorare».

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