8 marzo, Mattarella: «Non è civiltà una retribuzione diversa uomo-donna»
Il capo dello Stato ha ricordato che la crescita del ruolo delle donne, della presenza protagonista femminile in tutti gli ambiti della vita politica, istituzionale, economica, sociale «è una condizione per lo sviluppo del nostro Paese»
di Nicoletta Cottone
I punti chiave
- La crescita del ruolo delle donne è condizione di sviluppo del Paese
- Rimuovere impedimenti, pregiudizi e ostacoli alla parità
- Giovani donne più laureate dei maschi, ma con un basso tasso di occupazione
- Donne energie insostituibili di resistenza, coesione e pacificazione
- In Ucraina le donne piangono morti innocenti
- Fermare il ritorno indietro di storia e civiltà
- Per opporsi bisogna pagare un prezzo
- L’indifferenza di fronte all’arbitrio è il peggiore dei mali
- Per le donne decenni di precariato e tanti ostacoli da superare
- I suoni e le voci delle donne
- Oksana Lyniv: «Serve supporto politico, diplomatico e umanitario»
- Un premio alle scuole sulle donne che progettano il futuro
- Il cambio della guardia al femminile al Colle
5' di lettura
«Non è compatibile con la nostra civiltà che, a parità di mansioni e di impiego, esista una differenza di retribuzione a sfavore delle donne. Non dobbiamo più consentire che nei colloqui di lavoro si chieda alla donna e soltanto a essa: “Sei sposata? Hai figli? Hai in progetto di avere figli?”, collegando alla risposta positiva un handicap per l’assunzione. Non possiamo più accettare che le donne vivano nel timore di violenze. Siano esse sotto la forma della brutale aggressione fisica - per strada, nei luoghi di lavoro e di svago, in famiglia - che sotto quelle, sovente larvate ma sempre gravi, di pressioni psicologiche e di veri e propri ricatti». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando al Quirinale in occasione della Giornata internazionale delle donne.
La crescita del ruolo delle donne è condizione di sviluppo del Paese
«La crescita del ruolo delle donne, della presenza protagonista femminile in tutti gli ambiti della vita politica, istituzionale, economica, sociale - ha detto il capo dello Stato - è una condizione per lo sviluppo del nostro Paese. La Giornata dell’8 marzo è uno sprone. Per tutte le donne, certamente. Lo è anche per l’intera Italia che vuole diventare migliore».
Rimuovere impedimenti, pregiudizi e ostacoli alla parità
«La condizione femminile in Italia», ha sottolineato Mattarella, è «fatta di luci e ombre. E, in particolare, di un’esperienza lavorativa e umana positiva, ma gravata ancora da troppi impedimenti, pregiudizi, ostacoli, difficoltà. Impedimenti e ostacoli che abbiamo il dovere di individuare e rimuovere - insieme, uomini e donne - se vogliamo crescere dai punti di vista economico, culturale, sociale, da quello - non meno importante - della qualità della vita».
Giovani donne più laureate dei maschi, ma con un basso tasso di occupazione
«In Italia le giovani donne investono di più dei loro coetanei maschi in formazione. Il tasso di conseguimento della laurea evidenzia un risultato nettamente migliore delle studentesse: 42,7% tra le donne, 29,2% tra gli uomini. Le donne, le nostre giovani donne, sono una risorsa preziosa», ha detto il capo dello Stato. «Ma se allarghiamo lo sguardo oltre i nostri confini, scopriamo con rammarico che le donne laureate in Italia sono di dodici punti sotto la media dei Paesi dell'Unione Europea. Sappiamo anche che l'Italia presenta un basso tasso di occupazione tra le giovani donne sotto i trent'anni. La percentuale di occupate tra di loro è trenta punti sotto la media dei Paesi dell'Unione».
Donne energie insostituibili di resistenza, coesione e pacificazione
«La forza delle donne nel dolore, la loro dignità, si sono sempre rivelate energie insostituibili di resistenza, di coesione, di pacificazione , di ricostruzione», ha detto il presidente della Repubblica durante il suo intervento al Quirinale.
In Ucraina le donne piangono morti innocenti
«Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani, rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda. Donne che partecipano coraggiosamente alla difesa della loro comunità, donne costrette a ripararsi nei rifugi d’emergenza, che lasciano le loro case e il loro Paese, che hanno paura per i loro figli, che prestano cura ai più deboli, che piangono morti innocenti». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale in occasione della Festa della donna.
Fermare il ritorno indietro di storia e civiltà
«Non è tollerabile - e non dovrebbe essere neppure concepibile - che, in questo nuovo millennio, qualcuno voglia comportarsi secondo i criteri di potenza dei secoli passati; pretendendo che gli Stati più grandi e più forti abbiano il diritto di imporre le proprie scelte ai Parsi più vicini, e, in caso contrario, di aggredirli con la violenza delle armi. Provocando angoscia, sofferenze, morti, disumane devastazioni. Va fermato, subito e con decisione, questo ritorno all'indietro della storia e della civiltà», ha affermato il Presidente della Repubblica.
Per opporsi bisogna pagare un prezzo
Mattarella ha auspicato che le forza occupazionali si ritirino. «Opporsi, oggi, a questa deriva di scontri e di conflitti comporta dei prezzi; potrebbe provocare dei costi alle economie dei Paesi che vi si oppongono ma questi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che si pagherebbero se quella deriva non venisse fermata adesso», ha detto il presidente della Repubblica.
L’indifferenza di fronte all’arbitrio è il peggiore dei mali
«La nostra responsabilità di cittadini, di europei, ci chiama oggi a un più forte impegno per la pace, perché si ritirino le forze di occupazione e si fermino le armi, perché sia ripristinato il diritto internazionale e siano rispettate le sovranità nazionali», ha detto il capo dello Stato parlando dell’Ucraina nel corso della cerimonia al Quirinale per la giornata internazionale della donna. «L'indifferenza di fronte all'arbitrio, alla sopraffazione è uno dei mali peggiori. In gioco non c'è solo la già grande questione della libertà di un popolo ma la pace, la democrazia, il diritto, la civiltà dell'Europa e dell'intero genere umano».
Per le donne decenni di precariato e tanti ostacoli da superare
«Essere una giovane donna nel 2022 significa prepararsi a decenni di precariato, a traslochi continui per trovare un lavoro». In un video realizzato da Rai Storia, proiettato al Quirinale in occasione della Giornata internazionale della donna, quest'anno dedicata al tema “Giovani donne che progettano il futuro”, alcune ragazze parlano dell'essere donna ai giorni nostri, delle difficoltà, dei sogni, degli ostacoli da superare ogni giorno. Degli stereotipi ancora esistenti, dell’arretratezza nella considerazione del ruolo della donna nella società italiana, della parità di genere ancora lontana anni luce.
I suoni e le voci delle donne
Nel corso della cerimonia al Quirinale condotta da Matilda De Angelis risuonano le note della “Canzone di Marinella”, il brano composto nel 1962 dal cantautore Fabrizio De André, si ascoltano le voci di donne ucraine. Si ricorda il pensiero sull’emancipazione delle donne di Maria Montessori, mota in tutto il mondo per il metodo educativo adottato in migliaia di scuole dell’infanzia, elementari, medie e superiori in tutto il mondo. Ci sono le voci di giovani donne impegnate in diversi campi dell’economia e del sociale: Tania Di Giovanni, Fabrizia Grassi, Giada Dalle Vedove, Evelyn Pereira e Federica Vasapollo.
Oksana Lyniv: «Serve supporto politico, diplomatico e umanitario»
«Ora è molto importante qualsiasi tipo di aiuto e di supporto: politico, diplomatico, umanitario a coloro che scappano dalle loro case e hanno bisogno di aiuto», ha sottolineato Oksana Lyniv, di origine ucraina, direttrice musicale del teatro Comunale di Bologna, la prima donna al vertice di una fondazione lirico-sinfonica italiana. «Faccio gli auguri alle donne di tutto il mondo e innanzitutto alle donne in Ucraina, fra cui c’è anche mia madre. E agli artisti e musicisti: sono molto preoccupata per loro e ieri è partito il mio programma di sostegno e aiuti, anche per la loro evacuazione dal Paese». La direttrice d’orchestra ha ringraziato l’Italia e tutto il popolo italiano: «ho avuto la sensazione del loro calore».
Un premio alle scuole sulle donne che progettano il futuro
Nella Sala degli Specchi, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, hanno premiato le scuole vincitrici del concorso nazionale “Giovani donne che progettano il futuro”.
Il cambio della guardia al femminile al Colle
Questa mattina, in occasione dell’8 marzo, come ogni anno, si è svolto anche il cambio della guardia al femminile, con le donne dell’esercito che per tutta la cerimonia faranno da sentinella al palazzo.
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