gli effetti del lockdown

Consumi, allarme Confcommercio: -47,6% ad aprile, Pil a -16%

Le perdite si concentrano nei settori del turismo e dell'intrattenimento ma toccano anche la mobilità e l'abbigliamento

di Vittorio Nuti

Dal 18 maggio riaprono ristoranti, bar, parrucchieri e spiagge

2' di lettura

Consumi a passo di gambero per Confcommercio, che stima un arretramento ad aprile del 44,6% sullo stesso mese del 2019 dopo la già drammatica flessione registrata a marzo (-30,1%) in base all'Indicatore dei Consumi Confcommerci o (ICC). Il “completo lockdown” del mese scorso “ha avuto conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la seconda guerra mondiale”, spiega una nota che accompagna l’approfondimento di analisi economica “Congiuntura Confcommercio”, diffuso nel giorno della riapertura di circa 800mila imprese in tutti i settori.

Sangalli: più certezze e un Piano di ricostruzione
La situazione preoccupa il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, che teme “danni permanenti all'economia”. È iniziata la “fase 2”, e l’associazione imprenditoriale sollecita sostegni al coraggio di chi riapre aziende e negozi e “alla sicurezza individuale che diventa sicurezza collettiva”. Oltre alle parole - questo è il messaggio occorrono però “indennizzi più robusti e liquidità vera”. E “più certezze: serve un Piano di ricostruzione complessiva del Paese che oggi ancora non c'è”.

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Colpito il tempo libero e la socialità
Tranne pochissimi segmenti “che sono riusciti a registrare un segno positivo” - tra cui quello alimentare, delle comunicazioni e dell’energia - per molti altri, “soprattutto quelli legati alle attività complementari alla fruizione del tempo libero”, la domanda “è stata praticamente nulla”, sotttolinea ancora l’Ufficio studi Confcommercio. “Cifre quasi inverosimili, da “errore nel foglio excel”, che “testimoniano gli effetti derivanti dalla sospensione, non solo di gran parte delle attività produttive, ma anche di quelle sociali e relazionali dirette”. Le perdite si concentrano infatti nei settori del turismo e dell'intrattenimento, “che sono anche quelli più soggetti a forme di distanziamento e rigidi protocolli di sicurezza”, ma toccano anche la mobilità e l'abbigliamento.

Pil a -16% nonostante il rimbalzo congiunturale
La ripartenza di gran parte delle attività economiche a partire dal 18 maggio, rileva ancora l’Uffico studi, non attenueranno i “dolorosi effetti su reddito e ricchezza” del prolungato blocco causato dal coronavirus che “si protrarranno ben oltre l'anno in corso”. E il rimbalzo congiunturale del 10,5% del Pil stimato da Concommercio per maggio “appare modesto se confrontato alle cadute di marzo ed aprile e, nel confronto annuo, la riduzione è ancora del 16%” rispetto allo stesso mese del 2019. Anche il recupero atteso da giugno in poi nonpotrà cambiare la “rappresentazione statistica” di una “realtà fragile e profondamente deteriorata”, in cui l'”eccesso di burocrazia” ha sicuramente giocato un ruolo rilevante.

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