A Barcellona con Gaudì tra mostre, inaugurazioni e la Sagrada Familia quasi completata
L’inverno della città si anima: dalla riapertura di Casa Vicens all’illuminazione di Casa Batlló al Museu Nacional d’art de Catalunya fino alla Fira de Santa Llúcia e all’architettura contemporanea della Barceloneta
di Luca Bergamin
I punti chiave
3' di lettura
È proprio l'inverno di Antoni Gaudì i Cornet a Barcellona. L'inaugurazione, avvenuta nel giorno dell'Immacolata, della Torre della Vergine Maria, la seconda più alta coi suoi 138 metri della Sagrada Familia, l'opera più iconica dell'architetto modernista che sta ormai per essere completata, testimonia quanta fascinazione riesca ancora a suscitare il talento di Gaudi a poco meno di un secolo dalla sua morte avvenuta nel 1926: fu investito da un tram mentre si recava proprio al cantiere della Basilica che era diventata un'ossessione perché doveva essere la summa della sua fede e del movimento modernista (sagradafamilia.org).
Le celebrazioni si svolgono anche attraverso uno scenografico progetto di illuminazione e accompagnano queste prime settimane dal completamento della torre (sulla cima è stata posta una stella natalizia a 12 punte). In particolare alla Casa Batlló, per tutto il periodo delle festività, giochi di luce e colori interagiranno con la facciata irriverente, quasi plastica di questa sua creazione dalla composizione materica unica e irripetibile.
A Casa Vicens che fu il primo gioiello ed è l'ultimo a essere stato aperto
Chi è rimasto lontano da Barcellona in questi due anni, non perda occasione di passeggiare sino al popolare e artistico quartiere di Vila de Gracia (è pieno di librerie, panetterie, cinema minuscoli) e di raggiungere Casa Vicens: quella che fu la prima dimora privata realizzata da Gaudi è stata riaperta dopo un lungo periodo di abbandono al quale è seguito un restauro davvero ben riuscito. Adesso, infatti, le maioliche fiorate della facciata in mattoni rossi, i soffitti in legno dell'interno, le torri angolari, la tribuna affacciata sul giardino riportato al suo ordinario splendore botanico, l'atmosfera moresca modernista permettono di comprendere come iniziò il viaggio dell'architetto catalano che lo condusse alla formazione di quel suo stile personale che lo avrebbe reso famoso nella storia dell'arte e della costruzione (casavicens.org).Proprio per apprendere quanta influenza Antoni Gaudì abbia avuto nell'architettura dei decenni successivi in quanto a libertà delle forme, si può visitare al Museu Nacional d'art de Catalunya (museunacional.cat) la mostra intitolata semplicemente Gaudi il cui proponimento predominante è dimostrare che Antoni non era una figura mistica astrusa dai movimenti sociali, politici e artistici del suo secolo. Aveva un'ideologia e una personalità che penetrarono in maniera complessa e stratificata la sua forma di espressione, ammalata anche da una teatralità fortissima come si vuole dimostrare qui attraverso l'esposizione di oltre 650 lavori tra disegni, mobili, fotografie, documenti e progetti originali, persino mappe che provengono anche dagli archivi personali dell'architetto.
Dalla Fira de Santa Llúcia ai mercati nella Ciutat Vella intorno alla Cattedrale
Queste sono le settimane delle luci natalizie che illuminano Plaça de la Mercè, i labirintici vicoli della Ciutat Vella, rutilanti strade quali Carrer Major, mentre le bancarelle dei mercatini che animano a Plaça Orfila e Plaça de Comas sono piene di leccornie e manufatti artigianali. Così come la Gran Via e Port Vell pullulano di eventi. Però se c'è un giorno speciale per dedicarsi agli acquisti natalizi e in cui si sente davvero forte anche la sacralità del momento è il 13 dicembre quando va in scena intorno alla Cattedrale la Fira de Santa Llúcia. Succede dal 1786 ed è lì che gli abitanti di Barcellona vanno per trovare gli addobbi tradizionali per decorare il loro albero natalizio (spain.info/it/destinazione/barcellona).
L'architettura contemporanea di Nouvel, Tagliabue e Gehry alla Barceloneta
La Barceloneta fa sempre l'effetto di una cometa, in ogni stagione dell'anno, inverno compreso. Anche perché qui, lungo questa fascia di litorale cittadino dove un tempo abitavano solo le famiglie dei pescatori, si è compiuta, e ancora non è finita, l'altra rivoluzione architettonica della città catalana. Se, infatti, la Torre Agbar disegnata da Jean Nouvel che punta il suo indice in acciaio e vetro verso il cielo e il mercato di Santa Caterina che Benedetta Tagliabue ha immaginato come un orto colorato rialzato dal terreno restano i punti di riferimento della nuova era, camminando sul lungomare ci si imbatte nel Pesce dorato e tutto squamato di Frank Gehry, reso incandescente dal sole. E si incontrano i tentacoli geometrici del Gas Natural Fenosa Office Building ancora di Benedetta Tagliabue. Poi, sempre seguendo il Passeig Maritim, si giunge all'Hotel W progettato dall'architetto Ricardo Bofill, con la sua torre di 99 metri che prende forma proprio dalla vela di una caravella, magari una delle tre di Cristoforo Colombo. Infine, per cena, c'è il mitico Restaurante Salamanca, dove mangiare il pesce prima di tornare alla Sagrada Familia per rivederla tutta accesa. Gaudì non crederebbe ai propri occhi.
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