A Barge ITT studia i freni intelligenti per il futuro della guida autonoma
Innovazione e ricerca
di Filomena Greco
3' di lettura
Sono una delle realtà storiche della manifattura del Cuneese. La Motion Technology di Barge è parte della multinazionale americana Itt, una realtà da 3 miliardi di dollari di fatturato e 25 stabilimenti in tutto il mondo. Tre sono quelli italiani, dove si lavora soprattutto per il settore automotive. Parliamo di un giro d’affari da 600 milioni di euro, prevalentemente incentrato sulla produzione di pastiglie per i freni, con 1.500 addetti tra Barge – lo stabilimento principale del Gruppo in Italia – Vauda Canavese e Termoli.
Il polo Ricerca e sviluppo
In Italia si concentra la maggior parte della ricerca e dello sviluppo di Itt sui sistemi frenanti di nuova generazione, a basse emissioni e adatti ai veicoli elettrici, con 150 persone impegnate nelle attività di R&D, che collaborano con gli altri due centri di ricerca satelliti del Gruppo, negli Stati Uniti e in Cina. La frontiera della ricerca, in particolare, è rappresentata dallo sviluppo di sistemi frenanti “intelligenti”, adatti alla guida autonoma. «Stiamo lavorando da anni alla pastiglia dei freni intelligente – racconta Carlo Ghirardo, presidente ITT Motion Technologies – che permette al sistema frenante di essere monitorato in modo diretto e non indiretto, come è ora, aggiungendo un elemento importante allo sviluppo della guida autonoma. Stiamo lavorando con alcuni costruttori per inserirla nei loro modelli futuri». Il processo industriale di trasformazione di componenti meccaniche in componenti elettroniche, dotati di sensori e capaci di rilevare e trasmettere dati, rappresenta un percorso sfidante per la realtà piemontese.
Il peso della transizione
La transizione elettrica nel settore della mobilità ha aperto una nuova fase di ricerca e sviluppo nel campo dei sistemi frenanti. E altrettanto importante sarà l’impatto della nuova normativa per il motore Euro 7 che punta a ridurre le emissioni dell’intero veicolo, non solo dei motori. «I nostri sono componenti utilizzati anche a bordo delle vetture elettriche – spiega Ghirardo – e nel medio termine l’obiettivo industriale è sviluppare prodotti specifici per questi veicoli». Peso e rumorosità sono i due principali driver: «Le vetture elettriche hanno un peso maggiore – spiega Ghirardo – e questo sollecita maggiormente i freni, che devono essere poco rumorosi per adattarsi ai sistemi di trazione elettrica». Inoltre i sistemi frenati per le auto elettriche hanno un problema perché sono sottoposti ad un uso discontinuo, con soluzioni tecniche anche molto diverse dal punto di vista tecnologico. Minore invece l’impatto su un’altra famiglia di prodotti, quella degli ammortizzatori.
La sfida sostenibilità
Sul fronte della sostenibilità, si lavora allo studio di nuovi materiali d’attrito che riducano le emissioni. Disco e pastiglia dei freni sono i componenti maggiormente esposti. «Stiamo lavorando con i produttori di dischi per garantire che i sistemi frenanti nel loro insieme emettano il meno possibile» aggiunge il ceo. Altro importante trend connesso alla ricerca di sistemi più sostenibili è legato alla eliminazione del rame dalle pastiglie dei freni. «In anticipo rispetto alla legislazione, i costruttori europei stanno eliminando il materiale e questo ci ha permesso di aumentare la nostra penetrazione di mercato» spiega Claudio Ghirardo.
La formazione
In una fase industriale di così profonda trasformazione, la formazione è al centro delle strategie del Gruppo come spiega Marco Di Pierri, vice presidente Hr di ITT Motion Technologies. «Il problema oggi per noi non è tanto il reskilling o l’upskilling, come in passato, quanto la necessità di trattenere competenze e talenti che serviranno nei prossimi anni» spiega. Il tema dunque è valorizzare al massimo il potenziale grazie in particolare ad un piano di formazione ad hoc che vale 600mila euro, aggiunge Marco Di Pierri, per un centinaio di figure destinate a diventare strategiche per lo sviluppo futuro dell’azienda e per consolidare il rapporto di lavoro».
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