A Basilea inaugura il Basel Social Club
Un luogo di socializzazione dove vivere l'arte e comprarla, ma assaporare anche l'atmosfera creativa dell'atelier dell'artista
di Silvia Anna Barrilà
I punti chiave
3' di lettura
La settimana di Art Basel si arricchisce di una nuova iniziativa, il Basel Social Club, che inaugura il 13 giugno. Non si tratta di una fiera, né di una mostra. È un luogo di socializzazione per il mondo dell'arte, dove entrare a contatto con l'arte contemporanea non come si fa in un museo, in silenzio e in punta di piedi, ma piuttosto come si fa nell'atelier dell'artista, toccando le opere e parlando con chi le ha create.
Il progetto
L'iniziativa nasce da un gruppo di professionisti dell'arte di Basilea e Parigi: il curatore (ex-gallerista) Jean-Claude Freymond-Guth, Dominik Müller della Galerie Mueller, l'artista di Basilea Hannah Weinberger e Robbie Fitzpatrick della Fitzpatrick Gallery di Parigi. “Sentivamo la mancanza di uno spazio sociale dove vedere sì l'arte, ma anche stare insieme” spiega Jean-Claude Freymond-Guth. “Lo scorso marzo abbiamo avuto l'opportunità di usare una villa degli anni 30, The Beverly Holz nel quartiere residenziale Bruderholz, e in pochi mesi abbiamo messo insieme l'evento”. Certamente gli anni del Covid e del distanziamento hanno contribuito a far nascere l'esigenza di un luogo di socializzazione, ma non c'è solo questo. “Anche prima della pandemia avevamo la sensazione che il mondo dell'arte si stesse sempre più professionalizzando” spiega Freymond-Guth, che nel 2017 ha improvvisamente chiuso la sua galleria aperta nel 2008, scrivendo una lettera carica di emozioni in cui lamentava la progressiva alienazione e polarizzazione del mondo dell'arte. “Da un lato è un bene, perché è certamente un business, ma viene a mancare quell'energia creativa, quello scambio genuino”. I riferimenti a cui si ispira il Basel Social Club sono The Art Club a Londra, fondato nel 1863 e di cui sono stati soci anche Monet, Rodin e Degas, e The National Arts Club di New York, fondato nel 1898 e oggi proprietario di una collezione di più di 660 opere, ma anche l'Apollo Club di Milano, un ristorante dove si organizzano anche concerti ed eventi.
Il modello di business
Quando è nata l'idea, i fondatori hanno contattato i galleristi amici per partecipare all'iniziativa e hanno ricevuto una risposta entusiastica, oltre a numerose richieste di adesione. Le opere in mostra, infatti, sono prestate dalle gallerie e sono in vendita: accanto a ciascuna opera c'è un QR code con informazioni e il contatto del gallerista di riferimento. Gli artisti esposti sono circa 50, dagli emergenti agli storicizzati come Meret Oppenheim e A.R. Penck. Tra gli italiani Dadamaino, ma anche l'emergente Irene Fenara. I prezzi delle opere vanno da poche migliaia di dollari a circa 50.000 dollari. “Non abbiamo creato una vera e propria commissione selezionatrice, ma abbiamo scelto le gallerie cercando di creare varietà sia in termini di generazioni che di provenienze” ha spiegato Freymond-Guth. “Ci sono anche spazi indipendenti che non pagano la quota di iscrizione per esporre”. Le gallerie, invece, pagano una membership fee molto contenuta, ma che l'organizzatore non ci rivela. “Speriamo di vendere qualche biglietto e abbiamo alcuni donatori privati per il budget iniziale” così Freymond-Guth, “ma non tratteniamo alcuna commissione sulle vendite delle gallerie. I partecipanti coprono le spese di trasporto e assicurazione, noi abbiamo un'assicurazione di base sull'evento, ma non sulle opere.” Altri costi sostenuti per organizzare l'evento sono stati quelli relativi alle spese di elettricità, arredamento, pulizia, sicurezza, personale per i giorni dell'evento e per l'organizzazione, la grafica, per il programma di performance giornaliero.
I fondatori, invece, hanno lavorato a titolo gratuito. Alcune gallerie che partecipano all'evento sono presenti anche alle altre fiere che si svolgono nella settimana a Basilea, come Galerie Neu, Meyer Riegger, l'italiana ZERO… “Non siamo un'alternativa alla fiera, offriamo piuttosto uno spazio addizionale per gli aspetti sociali, per esempio, per le cene organizzate dalle gallerie. Il nostro ristorante è già al completo per tutta la settimana, ma c'è un altro ristorante all'interno dove non è necessaria la prenotazione”. I biglietti di ingresso costano 15 franchi al giorno, oppure 30 franchi per una settimana. I possessori di una VIP Card di Art Basel o Liste possono registrarsi per ottenere l'ingresso gratuito. “Riceviamo almeno 50 richieste di pre-registrazione all'ora” ha dichiarato Freymond-Guth, “siamo già a circa 600 persone”. Il club è aperto solamente di giorno, fino alle ore 22 (ingresso fino alle 21).
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