A Berlino trionfa «Synonymes» di Nadav Lapid. Premio per la miglior sceneggiatura a «La paranza dei bambini»
di Andrea Chimento
2' di lettura
L'Orso d'oro va a «Synonymes»: il film dell'israeliano Nadav Lapid ha vinto il riconoscimento più importante della 69esima edizione del Festival di Berlino.
Opera semiautobiografica, racconta di un ragazzo israeliano che sceglie di scappare a Parigi per provare in tutti i modi a dimenticare le sue radici e la sua cultura e costruirsi una nuova identità: sopravvivere senza denaro in un ambiente sconosciuto, però, sarà per lui una prova molto difficile.
È un film che, in realtà, non ha convinto tutti e la decisione di dargli un premio tanto rilevante (e, francamente, eccessivo) darà adito a diverse polemiche.
Un premio importante è, invece, meritatamente andato a «La paranza dei bambini» di Claudio Giovannesi, tratto dal romanzo omonimo di Roberto Saviano: il bellissimo film italiano ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura, scritta dal regista insieme allo stesso Saviano e a Maurizio Braucci. Giovannesi ha voluto dedicare il riconoscimento all'Italia, sperando che la cultura, l'arte e l'educazione siano ancora una priorità nel nostro paese.
Gran Premio della Giuria all'intenso «Grâce à dieu» di François Ozon: l'autore francese ha scritto e diretto una pellicola incentrata su un fatto scioccante di grandissima attualità, raccontando gli antefatti dello scandalo che ha colpito l'Arcivescovo di Lione Philippe Barbarin e la sua diocesi, per non aver denunciato gli abusi sessuali compiuti su decine di minori dal sacerdote Bernard Preynat.
Farà discutere il titolo di miglior regista all'autrice tedesca Angela Schanelec per il controverso «I Was At Home, But…», film che ha ricevuto anche qualche fischio al termine della proiezione per la stampa.
I due premi agli attori sono andati ai magnifici protagonisti del potentissimo lungometraggio cinese «So Long, My Son» di Wang Xiaoshuai: Wang Jingchun ha alzato l'Orso d'argento come miglior attore, mentre Yong Mei quello come miglior attrice.
La giuria, presieduta da Juliette Binoche, ha inoltre assegnato il premio per il miglior contributo tecnico al direttore della fotografia di «Out Stealing Horses» del norvegese Hans Petter Moland, mentre l'Afred Bauer Award è andato al tedesco «System Crasher» di Nora Fingscheidt.
Infine, da segnalare che come miglior opera prima è stato premiato «Oray» di Mehmet Akif Büyükatalay, mentre come miglior documentario originale ha svettato «Talking About Trees» di Suhaib Gasmelbari.
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