medicina

A Bologna il primo trapianto al mondo di vertebre umane

È stato eseguito all'Istituto Ortopedico Rizzoli su un uomo, affetto da un tumore osseo maligno, che ora cammina e si muove autonomamente. L'intervento chirurgico eseguito dall'equipe medica di Alessandro Gasbarrini, direttore della Chirurgia vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo

di Natascia Ronchetti

2' di lettura

È il primo trapianto al mondo di vertebre umane. E' stato eseguito il 6 settembre scorso all'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, una delle eccellenze sanitarie italiane, su un uomo di 77 anni affetto da cordoma, una forma maligna di tumore osseo. Una parte della colonna vertebrale è stata sostituita da quattro vertebre umane fornite dalla Banca del tessuto muscolo-scheletrico della Regione Emilia Romagna.

Il decorso post operatorio è stato regolare. Il paziente è stato messo in piedi tre giorni dopo l'intervento e, dopo un ciclo di fisioterapia, è stato dimesso poco più di una settimana fa: ora cammina e si muove in piena autonomia. L'intervento chirurgico, senza precedenti, è stato eseguito da una equipe composta da venti tra medici ortopedici, anestesisti e infermieri, guidati da Alessandro Gasbarrini, direttore della Chirurgia vertebrale a indirizzo oncologico e degenerativo dello IOR.

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È durato circa 12 ore. «Abbiamo ricostruito la colonna vertebrale del paziente nel modo più simile alla conformazione naturale, ripristinando una anatomia perfetta grazie all'impianto di un osso con una struttura identica a quella che abbiamo dovuto togliere a causa del tumore», spiega Gasbarrini. Fino ad ora le vertebre erano state sostituite con diafisi di femore, un osso proveniente da un altro distretto anatomico, con una struttura differente da quella di una vertebra e una minore possibilità di integrazione.

«L'impianto delle quattro vertebre nel paziente – prosegue Gasbarrini – ci avvicina all'obiettivo di una perfetta fusione con la colonna vertebrale e ottimizza un percorso di cura con la radioterapia, che non sarebbe stata compatibile, ad esempio, con una protesi in titanio».

La Banca del tessuto muscolo-scheletrico dell'Emilia Romagna è stata la prima in Italia (fu costituita nel 1962) e vanta il più alto numero di tessuti conservati e distribuiti. Oltre il 50% del tessuto da donatore utilizzato in Italia arriva infatti da qui. E consente ogni anno di effettuare una media di 5mila interventi, su deformità come la scoliosi o per la cura di malattie oncologiche e di traumi in ambito ortopedico, neurochirurgico, odontostomatologico. Le vertebre sono state prelevate da una equipe dell'istituto ospedaliero emiliano reperibile 24 ore su 24.

Una volta eseguiti tutti i test per garantirne l'idoneità sotto il profilo microbiologico, il tessuto è stato preparato attraverso una lavorazione che avviene in un'area a contaminazione controllata di classe A, vale a dire quella di massima sterilità, poi conservato a -80°. «Un risultato straordinario che rappresenta una svolta nella storia dei trapianti in Italia e nel mondo», dice il presidente della Regione Stefano Bonaccini. «Parliamo di una operazione che ha richiesto non solo grande competenza clinica – spiega a sua volta l'assessore regionale alle Politiche della Salute Sergio Venturi -, ma anche un’altissima efficienza di tutta la macchina organizzativa».

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