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A Borgo di Colletta di Castelbianco per scoprire il primo villaggio telematico

Il borgo tra i più belli d’Italia è nell’entroterra di Albenga nel verde e nella quiete della val Pennavaira famosa per sue falesie e i suoi percorsi di trekking

di Erika Scafuro

3' di lettura

Lasciato alle spalle il mare della Riviera ligure di Ponente, e addentrandosi nell'entroterra di Albenga, il verde e la quiete della val Pennavaira regalano un subitaneo benessere. Lo sanno bene gli amanti del trekking e della mountain bike, ma soprattutto gli arrampicatori provenienti da tutto il mondo che nelle falesie di questa zona hanno trovato alcune delle più entusiasmanti da scalare. Ma non serve essere amanti degli sport outdoor per apprezzare l'armonia della natura resa ancora più preziosa dalla visita alla pittoresca frazione di Colletta di Castelbianco che, insieme a Veravo, Vesallo, Oresine, Teccio, fa parte del Comune di Castelbianco, in provincia di Savona.

Nel mezzo della Val Pennavaria

Un complesso di case in pietra, con porte e finestre dalle tinte pastello, forma la geometria equilibrata di questo villaggio che sorge a trecento metri di altezza ed è immerso nella macchia mediterranea della val Pennavaira, che collega la Liguria al Piemonte. Se oggi questo borgo risalente al XII – XIV secolo si presenta in tutta la sua unicità e bellezza, si deve al progetto di ristrutturazione di cui è stato protagonista. A segnare il destino di Colletta di Castelbianco fu il terremoto del 1887 che, oltre a distruggere il complesso di abitazioni, comportò un lento abbandono da parte dei pochi abitanti fino a registrarne soltanto cinque con il censimento del 1971. Negli anni '80, però, un gruppo di imprenditori visionari decide di intraprendere un progetto di recupero del borgo. L'intervento viene affidato all'architetto genovese Gian Carlo De Carlo che condivide la visione e, nel 1989, presenta un progetto che mantenga l'originaria conformazione urbanistica e la caratteristica struttura in pietra di Colletta di Castelbianco, conservando e valorizzando l'identità storico – culturale di questo luogo.

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Da borgo abbandonato a primo villaggio telematico

L'intervento di recupero degli edifici del passato da parte dell'architetto De Carlo, oltre a prevedere il mantenimento e il recupero delle tecniche e dei materiali originari con cui il borgo era stato costruito, dona a Colletta di Castelbianco una spinta davvero innovativa. Il paese viene infatti dotato della tecnologia necessaria per diventare il primo villaggio telematico, ossia un posto dove lavorare in armonia con la natura e sviluppare quello che all'epoca veniva chiamato telelavoro. Senza dubbio un progetto visionario che ha portato ad un risultato eccezionale in cui il passato e la contemporaneità convivono in uno straordinario equilibrio. Le cinquantotto unità abitative realizzate dall'architetto De Carlo sono state edificate con una particolare attenzione ai dettagli, dagli spazi interni a quelli esterni, dai serramenti all'illuminazione, e sono state dotate di ogni comfort, primo su tutti internet veloce. Nell'intento di creare una comunità telematica sono stati previsti anche spazi comuni dedicati alla socialità, come una piscina, una sala ritrovo ed un bar.

Si dorme in un albergo diffuso

Seppur l'intento di creare un villaggio telematico sia stato poi soppiantato dall'utilizzo delle unità abitative principalmente come casa vacanza, oggi una parte di esse è anche albergo diffuso, Colletta di Castelbianco rimane una realtà visionaria e unica che dona una esperienza di vera connessione con la potente natura che la circonda. Chi visita questo borgo, eletto fra i più belli d'Italia, può prevedere una sosta gourmet al Colletta Bar nella ciassetta - piccola piazza - dove poter degustare piatti tipici locali. Il paese è spesso teatro di iniziative a tutela del patrimonio culturale e ambientale; in aprile ha ospitato il Festival dell'architettura Abitare la Vacanza, una occasione per riflettere su quanto è stato creato in nome della sostenibilità e del rispetto per la natura.


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