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“Victorian Futurism” a Cape Town in nuovi caffè ad un passo dall’oceano

Il centro della nuova creatività è Woodstock ex quartiere operaio dove si sono insediati designer e atelier. A due ore di auto c’è Grootbos punto di osservazione delle balene

di Mariateresa Montaruli

5' di lettura

Bisogna farsi fare subito uno “zulu basket”, uno chignon in stile tribale, con le treccine strette strette, per entrare in sintonia con la grande metropoli dell'emisfero australe, Cape Town. Appena arrivati, basta andare in uno dei tanti African Barber Shop nel City Centre, concentrati tra Long Street e Loop: dall'esterno non ci daresti due lire… eppure è in queste botteghe che lavorano, da mane a sera, mani esperte che potranno acconciarti in stile Africa australe e anche attaccare le extentions di dreadlock, i ricercatissimi riccioli rasta.

La città di Nelson Mandela

Così, in linea con il nuovo ”africanismo” riscoperto tra l'Oceano e lo spettacolare altopiano di Table Mountain, si parte alla scoperta della città di Nelson Mandela. Ci vuole voglia e coraggio per visitare la prigione-museo di Robben Island, 5 miglia al largo, l'Alcatraz sudafricana dove Mandela ha trascorso 27 anni della sua vita. Ma un piccolo tributo va versato: si passa dal Municipio in Darling Street, con la facciata in stile Edwardian, sempre in centro, dove nel febbraio del 1990 Mandela fece il suo primo discorso da uomo libero. Questo è un buon punto per cominciare, per accorgersi del naturale eclettismo di Cape Town: facciate di sapore coloniale - verandine smerlate, con il tetto a campana o a gradoni di fattura olandese - convivono non sempre armonicamente con il neoclassicsmo vittoriano, con le balaustre art déco e alcuni terribili edifici della seconda metà del 1900.

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Rotta a Cape Town dove nei nuovi caffè è tempo di «Victorian Futurism»

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Il centro di Cape Town

Nel City Centre c'è un grande boom di caffè di nuova generazione, decisamente shabby o all'insegna di un trend chiamato “Victorian Futurism”, che provvedono a tostatura e torrefazione, come se il fai da te o l'hand made fosse una necessità indispensabile nell'estrema Africa del Sud. C'è una Vespa d'epoca smantellata sulla parete del Deluxe Coffee Shop al 25 di Church Street dove i chicchi arrivano da Brasile, Guatemala ed Etiopia (http://www.deluxecoffeeworks.co.za/) e si degusta cioccolato “grezzo” nel minuscolo Honest dove il cioccolato è dolcificato con sciroppo d'agave, ottenuto da fave di cacao bio e raccolte con criteri etici, in Wale Street (http://www.honestchocolate.co.za/). Decorato con oggetti dell'epoca appartenuti ai primi treni a vapore è il Truth Coffee (www.truthcoffee.com). L'appuntamento più chic, un po' fané, resta quello del tè del pomeriggio al Mount Nelson, la fattoria d'epoca coloniale tutelata come Bene Culturale trasformata in “hotel storico”: ci si accomoda in veranda, con vista su curatissimi giardini, per scegliere infusi e tartine (www.mountnelson.co.za). Ogni primo giovedì del mese il centro città diventa pedonale, i negozi e le gallerie rimangono aperti fino a tardi e vengono organizzati piccoli concerti o djset (first-thursdays.co.za). Sempre in centro, l'indirizzo per comprare artigianato locale è il Green Market Square. Il tutto, al cospetto del Table Mountain National Park, l'altopiano che si eleva improvviso dietro la città, raggiungibile anche in funivia a emissioni zero, da cui il panorama è mozzafiato.

I nuovi quartieri

Da qualche anno, a Cape Town la mappa dei luoghi si sta ricreando. Se i neri e i coloured (meticci) di nuova generazione scelgono di vivere nei quartieri di Upper Woodstock e Observatory, i bianchi si spostano a Woodstock e a De Waterkant, le aree di antica povertà soggette a metamorfosi, e a Bokap dove nel 1834 furono invitati a stabilirsi, tra casette che paiono di manzapane, gli ex schiavi di origine orientale. A Bokap ci si ferma volentieri per la notte al Rouge en rose, piccolo boutique hotel ricavato in un ex ostello (https://rougeonrose.co.za). L'epicentro della nuova creativtà è Woodstock, il quartiere di operai e marinai di navi da cargo dove, svuotate le vecchie fabbriche e ripulita la memoria dell'Apartheid, si sono insediati, nei complessi di Woodstock Exchange (woodstockexchange.co.za), Sidestreet Studio e Old Buiscuit Factory, designer, illustratori e atelier di artisti, in compagnia di murales e nuovi caffè. Per respirare l'aria che tira vale la pena salire all'ultimo piano del silos del dismesso Biscuit Mill, al ristorante Pot Luck Club con forti influenze asiatiche, e guardarsi intorno (thepotluckclub.co.za). Nel quartiere di De Waterkant, è Africa Nova a raccogliere il nuovo artigianato afro e shack-chic (il gusto decorativo che nasce dalla dignità delle baracche): orci di cotto dello Zimbabwe, cucchiaioni di legno Zulu e bambole del Cameroun a guardia degli antenati della casa. Una ricerca che valorizza l'upcycle e che va verso il recupero dell'estetica africana (https://www.waterfront.co.za/stores/africa-nova).

Waterfront

Il Waterfront affacciato su Table Bay, con il Porto Vecchio ristrutturato resta tra i quartieri il grande attrattore, la zona più visitata. Il suo Two Oceans Aquarium fornisce materiale di sensibilizzazione verso la protezione degli oceani e ospita il Turtle Conservation Centre, un centro per la riabilitazione di tartarughe che hanno bisogno di cure. Il Zeit Museum of Contemporary Art Africa (MOCAA) ospita una collezione permanente dedicata all'arte africa e alla sua diaspora, e mostre temporanee. Il ristorante Emazulwini è dove lo chef Mmabatho Molefe ha reso fine dining la cucina contemporanea Zulu e Ngoni e ospita opere di artisti locali. A un passo dall'oceano si trova l'orto urbano per eccellenza, l'Oranjezicht City Garden, un granaio del 1709 in stile Dutch Cape annunciato dalla scritta “Give peas (piselli) a chance” dove si coltivano fiori e ortaggi autoctoni e il sabato mattina si svolge un frequentato mercatino bio (https://ozcf.co.za/). Parte inoltre dal Waterfront la Waterfront la Moonlight Ride, la pedalata al chiaro di luna che raggiunge in cucuzzolo del Lion's Head, su Table Mountain, e che termina puntualmente davanti a un chiosco con una birra e un “Gatsby”, il panino con wurstel o salsiccia, senape e cipolla che, inventato per caso, fu un successo, come il Grande Gatsby.

Baie e spiagge

Sulla vicina Granger Bay frequentata soprattutto dagli squali si respira aria di mare e si contempla l'enorme scodella dello stadio di Greenpoint. Sulla stessa baia, un vecchio deposito di crostacei è diventato il beach club versione capetonian: si viene al Grand per bere un bicchiere di vino o un red mojito (con sciroppo di fragola) sulla sabbia, per cenare prima di un concerto alla stadio o semplicemente prendere il sole e dondolare a ritmo dell'afro-house (www.grandafrica.com). Le altre spiagge, battute dal dominante vento di sudest – il “dottore” che spazza via tutto - sfilano con grandi massi granitici lungo Clifton e Camps Bay, sulla strada verso Cape Point. Qua e là, appaiono cartelli con le buone norme di comportamento in caso si spiaggi una balena: leggiamo che bisogna farle ombra, coprirne gli occhi con un panno umido e dondolarla gentilmente ogni 20 minuti. È l'Africa che chiama a dispetto di ogni modernità o trasformazione.

Capo di Buona Speranza

L'Africa si presenta più a sud con un biglietto da visita spettacolare, la Chapman's Peak Drive: 9 chilometri e 140 curve affacciate all'Oceano, tra il porticciolo di Hout Bay, sull'omonima baia, e il Capo di Buona Speranza. Dalla Drive, doppiato il faro di Kommetjie, sotto la Mystric Cliff, si apre, nella Penisola del Capo, un altro tratto di costa mozzafiato, l'entrata al Table Mountain National Park che comprende il Cape of Good Hope Nature Reserve, brullo e immenso, con grandi praterie di erica e piccole fattorie qua e là. Cape Point è poco più a sudest, con il suo faro del 1857, il primo del Sud Africa, appena dopo lo storico Capo di Buona Speranza. Un mix potente di storia intrecciata alla natura. Uno dei luoghi più emozionanti della Terra. Per i safari, da Cape Town bisogna contare almeno due ore di viaggio. La scelta cade tra Sanbona, riserva privata con campo tendato di lusso; Grootbos da cui si possono anche osservare le balene; Aquila con Spa e un interessante Rescue Centre per i Big Five.

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