A Cervia il primo player nella costruzione di flotte per le forze dell’ordine
Focaccia Group dopo l’acquisizione della NCT di Chivasso
(ex Lancia e Abarth) occupa 200 persone e punta a 100 milioni di fatturato
di Ilaria Vesentini
3' di lettura
Nella fabbrica di Focaccia Group a Cervia non si impastano farina e sale ma si tagliano veicoli, van e pick-up, si allestiscono a misura del cliente con rampe, piattaforme di sollevamento, uffici mobili, sbarre, pareti antisfondamento, software e si trasformano in furgoni per la polizia penitenziaria, in ambulanze, in macchine per le forze dell’ordine e per i servizi postali, in auto per i disabili. Nulla a che vedere con il cognome della famiglia che da tre generazioni porta avanti l’attività nata 70 anni fa riparando residui bellici e neppure con la nomea della località balneare, nota in tutta Europa per le sue saline, le sue spiagge e la sua vita notturna, non certo per la meccanica. «Eppure il nostro entusiasmo e la nostra inesauribile voglia di fare senza mai cadere nella depressione nascono proprio dal sole che ci fa compagnia anche quando altrove piove. Dall’apertura al mondo di questi lidi, siamo riusciti a “contagiare” con il mood romagnolo anche i 100 dipendenti dello stabilimento NCT-Nuova Carrozzeria Torinese acquisito questa estate a Chivasso, che abbiamo riunito qui poche settimane fa a Cervia per la prima convention del gruppo», racconta Riccardo Focaccia, presidente di una realtà che con l’acquisizione del competitor torinese, la ex fabbrica Lancia e Abarth, diventa il primo player nel settore delle flotte per le forze dell’ordine e per le multiutility nonché l’unico con una diversificazione completa del portafoglio prodotti.
«L’acquisizione di NCT, dopo quella nel 2022 di un’altra azienda torinese, la Mobitecno specializzata in ambulanze e veicoli sanitari, ci porta in dote uno stabilimento di 20mila mq con linee complete di assemblaggio dei veicoli, che ci permette di raddoppiare la nostra attuale capacità produttiva, da 4mila a 8mila allestimenti l’anno», spiega il presidente, che sulla Statale 16 di Cervia dà lavoro a quasi 200 persone e si prepara a chiudere il bilancio 2023 con una crescita vicina al +50%. «L’anno scorso in novembre eravamo sotto quota 30 milioni di euro e puntavamo a raggiungere i 100 milioni di fatturato in cinque anni. La verità è che a quel traguardo ci arriveremo in tre anni, perché toccheremo i 50 milioni a dicembre e siamo proiettati a crescere esponenzialmente, grazie alla vendita non più solo di allestimenti ma di veicoli allestiti. Quello che ci interessa da sempre sono però i margini, non i volumi, perché sono i margini reinvestiti in azienda a darci la libertà di scegliere dove andare. Ora abbiamo un ottimo equilibrio, perché con i maggiori volumi della fabbrica a Torino per lavori di routine abbassiamo i costi fissi e potremo marginalizzare di più con i lavori sartoriali», riflette Focaccia, pensando già ai futuri sviluppi, come allestimenti per il trasporto merci, in particolare quelli frigoriferi. «E avendo ormai consolidato il mercato domestico possiamo avventurarci più a fondo fuori dai confini, l’export oggi pesa appena un 10% del giro d’affari, ma il nostro orizzonte e il nostro futuro è nel mondo. Siamo già in trattativa con altre due aziende da acquisire, una italiana e una estera per integrare competenze», anticipa Focaccia, di ritorno da Singapore dove ha iniziato a lavorare a un progetto di ambulanze dedicate per il ministero della Salute.
Alla domanda se sul palcoscenico globale ci si può presentare come Srl unipersonale l’imprenditore risponde: «L’anno scorso ho incontrato diversi fondi di investimento, ma non ho alcuna intenzione di vendere, quando passeremo ad acquisizioni di maggiori dimensioni si vedrà, la nostra è una storia di passi misurati alla gamba». Passi iniziati a Imola nel 1954 dal nonno battilastra della Caprotti di Predappio (aerei di guerra) con un’officina per riparare residuati bellici, che il figlio Licio trasferisce a Cervia negli anni Sessanta e trasforma in una carrozzeria dove fare elaborazioni particolari dello chassis: «Già nel ’67 mio padre aveva trasformato una Daf Variomatic con cambio automatico nella prima vettura per disabili con i comandi al volante. C’è sempre stata nella mia famiglia la volontà e la curiosità di cercare nicchie e settori particolari – conclude il titolare - nella convinzione che trasformare e personalizzare cose standard fatte in serie le renda migliori. Anche per questo abbiamo strutturato un dipartimento di R&S in cui lavorano 30 profili tecnici in grado di modificare ferro, plastica, elettronica. Siamo gli unici in Europa capaci di trasformare un furgone tanto in una ambulanza quanto in un ufficio mobile o in un cellulare per detenuti».
loading...