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A Cinisello Balsamo la comunità energetica è appesa ai decreti

La rete di Uniabita coinvolge 324 famiglie: manca ancora la posa dei pannelli fotovoltaici sui tetti ma soprattutto il via libera nazionale

di Sara Monaci

 Uniabita conta 3mila alloggi tra Milano, Monza, Cinisello Balsamo

3' di lettura

L’idea della più grande comunità energetica in Lombardia è venuta ad una cooperativa. O meglio: alla più grande cooperativa di housing sociale, Uniabita, che conta 3mila alloggi tra Milano, Monza, Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni, con 18mila soci.

A ben guardare sembra l’uovo di Colombo: basta un investimento tutto sommato contenuto per avere impianti fotovoltaici (o eolici, in caso di aree ventose), condividere il piano energetico tra più realtà nella stessa zona e eventualmente vendere, regalare o reinvestire l’energia eccedente che non viene usata. È su questa semplice iniziativa che si basa il progetto pilota a Cinisello Balsamo, in Via Bramante, dove un caseggiato in cui vivono 324 famiglie, mille persone circa, verranno collegate a breve dentro un unico circuito energetico. Per l’acquisto dell’impianto fotovoltaico Uniabita, proprietaria degli alloggi, ha investito 500mila euro. La produzione energetica, si stima, dovrebbe superare del 40% il reale consumo. «Quando partiremo decideremo cosa fare, se regalare l’energia a chi ne ha bisogno, pagarci le spese di condominio, venderla», spiega il presidente di Uniabita Pierpaolo Forello.

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Per ora si tratta di un progetto pilota, che potrebbe essere esteso anche ad altre realtà, attraverso la realizzazione di un’ulteriore cooperativa che si occupa di energia. Uniabita ci lavora da settembre e adesso manca solo l’installazione dei pannelli solari sui tetti. Ma serve l’ultimo pezzo, il più rilevante: il decreto attuativo che permetta di sbloccare davvero le comunità energetiche, per cui c’è già una legge scritta nel 2020, uno stanziamento regionale di 22 milioni, ma per cui mancano ancora i dettagli tecnici. Un ritardo probabilmente dovuto alle elezioni e alle altre emergenze, ma che adesso deve sbloccarsi.

«Con la legge sulle comunità energetiche siamo subito pronti a partire. Avviamo il progetto - dice Forello - negli alloggi di nostra proprietà, ma in un imminente futuro siamo pronti ad estenderci al quartiere e all’intera città. Ci stiamo confrontando con realtà che stanno realizzando cose simili, come a Torino. Ci sono anche altri esempi interessanti in Sardegna e a Roma. Poi in prospettiva dovrebbe esserci proprio una cooperativa ad hoc che si occupa di comunità energetiche, magari di livello nazionale, perché il problema non riguarda solo il nostro territorio ma tutta Italia. Il vero tema è che serve più volontà che risorse».

In generale, sono tutti i progetti di Uniabita ad aprire una riflessione sul tema dell’abitare in una città diventata così costosa - e inquinata - come Milano. Uniabita usa come politica prezzi calmierati (70 euro a metro quadrato), bloccati nel tempo, per mettere a disposizione in base a delle graduatorie i suoi 3mila alloggi, caratterizzati da varie dimensioni, adatti anche alle famiglie numerose. L’obiettivo della cooperativa è soddisfare il fabbisogno abitativo della classe media, in difficoltà nel trovare alloggio a Milano. Sono in corso proprio con l’amministrazione comunale interlocuzioni per trovare forme di collaborare. Il mondo cooperativo in questo momento riesce infatti a dare una risposta ad un disagio evidente.

Intanto sono allo studio a Milano ipotesi di nuove società partecipate, Palazzo Marino chiede aiuto allo Stato per soddisfare la domanda di case a prezzi calmierati, fare manutenzione alle case popolari e realizzare edilizia per l’housing sociale. Per ora risposte definitive non si sono trovate, è il mercato negli ultimi anni a farla da padrone con logiche rialziste, anche se ci sono progetti di housing sociale, con il pubblico che chiede agli imprenditori e ai grandi fondi un controbilanciamento agli investimenti privati.

Anche Uniabita sta investendo centinaia di milioni per realizzare nuovi alloggi, con tre cantieri aperti. La cooperativa ha nel suo portafoglio sia alloggi da affittare che da vendere. Generalmente a chi si associa viene data una casa nel giro di un anno (in media vengono allocati 120 alloggi all’anno). I requisiti sono meno stringenti del mercato privato, vengono richieste meno garanzie e meno anticipi, e sono stati introdotti i cosiddetti «indicatori fiduciari», che servono a descrivere alcune situazioni sulla base di criteri più “personalizzati”, là dove invece nell’edilizia libera si incontrerebbero dei pregiudizi. «Riusciamo a trovare case a chi è immigrato con una lunga storia di integrazione, ma anche a famiglie con molti figli, nei confronti dei quali spesso i privati hanno pregiudizi», aggiunge Forello.

Il percorso di efficientamento energetico parte da lontano per Uniabita, visto che le sue case sono state costruite dagli anni ’50 fino agli anni Duemila. Questo tipo di interventi hanno avuto un’accelerata negli ultimi anni, obbligata dalle necessità di sostenibilità. Ora sono loro a realizzare la più grande comunità energetica lombarda. Sempre che la legge si sblocchi.

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