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A Cogne la rivincita di Ciccone dopo la batosta del Blockhaus

Giulio Ciccone, 27 anni, pesantemente criticato per il suo deludente rendimento in queste due settimane di corsa, si prende la sua grande rivincita arrivando al traguardo da solo. Carapaz resta in rosa

di Dario Ceccarelli

(REUTERS)

2' di lettura

Una rivincita. Anzi, una rinascita. Una riemersione dopo un lungo periodo di crisi. E soprattutto dopo la batosta del Blockhaus.

Nella 15esima tappa del Giro, quella tutta valdostana, sulla lunga salita finale di Cogne, Giulio Ciccone, 27 anni, corridore d'Abruzzo (Chieti), pesantemente criticato per il suo deludente rendimento in queste 2 settimane di corsa, si prende la sua grande rivincita arrivando al traguardo da solo, senza che nessuno gli possa rovinare la sua domenica di festa. Quando è a pochi metri dall'arrivo, esulta alzando le mani come fanno i calciatori dopo aver fatto un gol. E poi, prima di scendere di bicicletta e scoppiare a piangere come i corridori di una volta, getta gli occhiali verso la folla sempre più esultante.

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Una splendida vittoria, che non cambia certo la classifica dei big (Carapaz resta maglia rosa) , ma che restituisce a questo corridore un po' bersagliato dalla sfortuna un prezioso momento di riscatto. «Questa è stata la giornata in cui finalmente mi sono sentito me stesso, Giulio Ciccone. Ho avuto tanti problemi nell'ultimo periodo perchè quando perdi è difficile ritornare a essere mentalmente quello di prima. Sono stati giorni difficili. Prima del Giro sono stato malato, ho avuto due volte il covid, con la bronchite e un sacco di problemi respiratori. In molti mi hanno criticato, hanno messo in dubbio le mie doti, e li capisco. Ma io dentro di me sapevo cosa che era successo, e sapevo che ce l'avrei fatta ancora una volta a riemergere».

Bravo Ciccone, dunque, che regala al Giro la terza vittoria italiana, dopo una prima settimana devastante per i nostri colori. Ora le cose vanno un po' meglio anche se, va detto, questo successo arriva grazie anche al fatto che i big, non essendo più Ciccone pericoloso per la classifica, gli hanno lasciato un certo spazio.

L'abruzzese comunque è stato bravo a cogliere l'occasione e soprattutto a staccare altri possibili aspiranti a una vittoria di giornata. Completano infatti il podio un buon Santiago Buitrago che nelle intervista post gara non riesce nemmeno a parlare e Antonio Pedrero . Da segnale anche l'inglese Hugh Carty, rimasto per lungo tempo ostinatamente alla ruota di Ciccone, ma poi staccatosi nel finale. Per Ciccone, dopo i successi alla corsa rosa del 2016 e del 2109, questa è naturalmente una giornata di festa che lo rilancia anche per l'ultima settimana di Giro.

Un Giro che si fermerà questo lunedì per poi riprendere la sua corsa verso Verona. In mezzo ci saranno tante montagne, già da martedì 24 maggio con la tappa dell’Aprica (Mortirolo e Santa Cristina), che metteranno alla prova la solidità di Richard Carapaz, l'ecuadoregno, capitano della Ineos, che guida la classifica. È un giro ancora molto aperto che potrebbe offrire diverse sorprese.

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