A Copenaghen tonfo Moller Maersk con crollo dell'utile trimestrale e altri 3.500 tagli
Il gruppo ha confermato la guidance per il 2023, ma l’Ebit e l’Ebitda sono ora previsti nella parte bassa della gamma comunicata in precedenza, ovvero 3,5-5 miliardi di dollari e 9,5-11 miliardi di dollari
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Indietro tutta per Moller Maersk alla Borsa di Copenaghen, dopo il crollo dell’utile trimestrale per il calo dei prezzi dei noli e per la revisione al ribasso della guidance. Il titolo del gigante danese del trasporto marittimo, numero due mondiale del settore, è arrivato a perdere circa 12 punti, con la performance peggiore dell’indice Stoxx Europe 600. Da inizio anno il calo della quotazione è di oltre il 30%. Maersk ha annunciato il taglio di altri 3.500 posti di lavoro, che seguono i 6.500 già soppressi nei primi nove mesi dell’anno, portando quindi il totale a 10mila. L’organico del gruppo, presente in 130 Paesi, scenderà pertanto a 100mila dipendenti dai 110mila di inizio 2023.
Dopo il boom del post-pandemia, Moller Maersk ha registrato nel terzo trimestre un utile netto di 521 milioni di dollari contro gli 8,9 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno. I ricavi sono diminuiti a 12,1 miliardi da 22,8 miliardi e l’Ebit si è ridotto a 538 milioni da 9,5 miliardi. Nei nove mesi l’utile netto è diminuito a 4,4 miliardi da 24,2 miliardi, su ricavi per 39,3 miliardi da 63,7 miliardi. «Il nostro settore sta affrontando una nuova normalità fatta di una domanda debole, di prezzi in linea con i livelli storici e con pressioni inflazionistiche sulla nostra base di costi. Fin dall’estate abbiamo visto un eccesso di capacità nella maggior parte delle aree geografiche che ha innescato un calo dei prezzi», ha commentato il ceo Vincent Maersk, aggiungendo che «in considerazione dei tempi complessi che ci attendono, abbiamo accelerato le misure di riduzione dei costi e contenimento della liquidità per salvaguardare la nostra performance finanziaria».
Il terzo trimestre è stato particolarmente difficile per la divisione ‘Ocean’, la principale del gruppo, che ha registrato una contrazione dei ricavi a 7,9 miliardi da 18 miliardi, nonostante un aumento dei volumi del 9%, ma con prezzi in calo soprattutto nei collegamenti tra Asia ed Europa e America del Nord e America Latina. La divisione ‘Logistica e Servizi’ ha registrato ricavi per 3,5 miliardi da 4,2 miliardi, con volumi stabili ma prezzi in calo sia sul mercato del trasporto aereo che su quello su strada. Il settore ‘Terminals’ ha contenuto la flessione del fatturato a 1 miliardi rispetto a 1,1 miliardi lo scorso anno, riflettendo la minore domanda di stoccaggio dopo la decongestione post-pandemia.
Il gruppo ha confermato la guidance per il 2023, ma l’Ebit e l’Ebitda sono ora previsti nella parte bassa della gamma comunicata in precedenza, ovvero 3,5-5 miliardi di dollari e 9,5-11 miliardi di dollari. «Ci aspettiamo che il mercato resti volatile, con la redditività messa sempre più alla prova» in particolare nel comparto ‘Ocean’, ha sottolineato Maersk, che ha anche deciso, «data l’incertezza del futuro» di ridurre il Capex sia del 2023 sia nel 2024. Dai tagli occupazionali il gruppo si attende risparmi per 600 milioni di dollari nel 2024 rispetto al 2023, con costi di ristrutturazione in aumento a 350 milioni di dollari, dai 150 milioni annunciati a inizio 2023. La maggior parte dei costi ricadrà sul 2023.
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