Costo dei taxi: la classifica dei prezzi nelle città italiane
Scopri in questo articolo i prezzi dei taxi nelle varie città d’Italia: Roma all’undicesimo posto, Milano ventiseiesima
di Flavia Landolfi e Vittorio Nuti
I punti chiave
4' di lettura
L’ultimo atto porta la firma dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato che in una segnalazione del 3 novembre ha richiamato Milano, Roma e Napoli a dotarsi di un servizo taxi adeguato. Ma sul tavolo della politica oggi c’è anche il tema tariffe, a cominciare dai tassisti della Capitale che hanno chiesto al Campidoglio di aumentare i prezzi di 3 euro. Motivo? Il traffico.
Ma quanto costa - quando si trova - viaggiare su un taxi? A Ferrara, Taranto e Torino fare 5 km alle 10 del mattino pesa sul portafoglio più che in altre città dello stivale. Su questa distanza Roma si piazza all’undicesimo posto, mentre Milano, a sorpresa, occupa la ventiseiesima casella, nella parte bassa della classifica. In coda troviamo Bari, Perugia e Padova, che si accreditano come le città che offrono il servizio taxi più “economico” per i cittadini.
A mettere in fila i numeri, analizzando le varie strutture tariffarie delle auto bianche, ci ha pensato l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) in un monitoraggio sulle auto bianche chiuso il 20 aprile scorso. Tra i compiti di questa poco conosciuta autorità indipendente che vigila anche sui cosiddetti “servizi non di linea” c’è infatti quello di «monitorare e verificare la corrispondenza dei livelli di offerta del servizio taxi, delle tariffe e della qualità delle prestazioni alle esigenze dei diversi contesti urbani». L’obiettivo è di «garantire il diritto di mobilità degli utenti». Distriscarsi nel ginepraio della composizione delle varie tariffe non è cosa semplice né omogenea ma al contrario dipende da molte variabili, alcune indipendenti. Semplificando il costo finale delle corse è la somma di una tariffa base, a consumo e supplementi, ma gli elementi che compongono il conto finale variano di città in città in una Babele selvaggia, in cui per esempio il diritto di chiamata è applicato nel 26% dei Comuni mentre il supplemento bagagli è il più gettonato, con una diffusione nell’86% dei 141 Comuni che hanno risposto al questionario di Art. Il meno praticato? Il supplemento gelo-neve, applicato nel 12% del territorio. Chi si chiedesse cosa sia lo scatto bandiera sappia che è una voce presente nelle tariffe dell’83% delle città e rappresenta l’importo fisso dovuto solo perché il tassista ha accettato di svolgere il servizio.
Le corse brevi
Per aggirare la Babele e individuare una base comune di raffronto il monitoraggio adotta il parametro della corsa standard, in particolare quella breve, e cioé un percorso urbano di 5 km, a prenotazione, per una persona senza bagaglio, alle ore 10 di un giorno feriale con 5 minuti di sosta.
Sul podio delle città più care per queste corse brevi ci sono Ferrara, con 17,6 euro, seguita a un soffio da Taranto con 17,2 euro, mentre superano di poco i 16 euro Torino (16,7 euro), Forlì* e Siracusa (16,5 euro ex equo). Nella Capitale, alla pari di Pescara, cinque chilometri in taxi costano 15 euro, tallonate da Firenze (14,8 euro), Cagliari (14,7) e Parma (14,5). A Milano, pur considerata una delle città più care d’Italia, la corsa breve standard si paga con 12,5 euro, solo tre centesimi più di Napoli (12,2 euro). In fondo alla classifica, le città con i taxi meno cari: corse brevi sotto i 10 euro a Latina (9,6 euro), Bari 0(9,3), Perugia (9,2) e Padova (6,9). Ma attenzione: le 43 località sopra i 100mila abitanti prese in considerazione dal monitoraggio basato su dati forniti dagli Enti locali fanno parte di un campione più ampio di 169 Comuni, e non tutti hanno risposto all’indagine.
Le corse lunghe
Sulle percorrenze maggiori il report considera come corsa lunga standard un tragitto di 10 km con 10 minuti di sosta, fermi restando i parametri di quelle brevi, e il confronto mostra una minore omogeneità che riflette anche la diversa conformazione delle città. In questo caso, sono gli utenti taxi pagano di più a Venezia (30,2 euro), Taranto (30 euro), Novara (27,5) e Bolzano (27,3 euro). Tutte nella forchetta tra i 27 e i 25 euro le “corse lunghe” a Firenze, Torino, Siracusa, Verona, Pescara e Ferrara. Roma, all’undicesimo posto, è sotto la soglia dei 25 con 24,8 euro, e se la batte con Reggio Emilia (24,6). Nella parte alta della classifica (17mo posto su 43) si attesta Milano con 23,8 euro. Mentre agli ultimi posti troviamo Latina (16,8 euro), Salerno (16,5), Perugia (15,8) e infine Padova, la più economica d’Italia anche per le corse lunghe, con 15,1 euro.
La struttura tariffaria
Da mesi, le auto bianche sono nell’occhio del ciclone delle polemiche, messe sotto accusa soprattutto per la resistenza ad incrementare il numero delle licenze a fronte di livelli di servizio inadeguati, stalli deserti nonostante l’enorme richiesta dei turisti e l’impossibilità, in pratica, di prenotare una corsa. In attesa di una infornata di nuove licenze taxi previste dal decreto Asset il tema tariffe è tornato sulla scena per la richiesta al Campidoglio di una “indennità traffico” (3 euro fissi a corsa) avanzata dal variegato fronte sindacale dei tassisti romani. Che attribuiscono agli ingorghi dei lavori per il Giubileo un netto calo delle corse, e premono per una “misura emergenziale” che tenga a galla i guadagni della categoria. La richiesta è stata respinta dal sindaco Gualtieri che l’ha definita «non giustificabile» aprendo però a una revisione complessiva del sistema tariffe.
* La Cooperativa Taxisti Forlivesi Soc. Cons. segnala che in base alle tariffe vigenti deliberate dal Comune di Forlì il prezzo applicato per una corsa breve standard è di 13 euro.
Gli autori dell’articolo precisano che i dati oggetto dell’inchiesta sono stati forniti dall’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) all’esito di un’indagine conoscitiva sul settore come si evince in modo chiaro dal testo del servizio.
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