Le gemme invernali del Trapanese tra saline e archeologia

5/5Idee e Luoghi

A Gibellina per Burri, a Erice per rivedere le stelle

Questo viaggio invernale può proseguire sino a Gibellina per penetrare nelle vene cementizie del Grande Cretto che Alberto Burri plasmò laddove sorgeva il borgo antico della città spazzata via dal terremoto del Belice nel '68, sciamando poi nella cittadina nuova alla ricerca delle opere di arte contemporanea che furono realizzate dai massimi esponenti internazionali. Anche Mazara del Valle è tappa imperdibile perché fu città fenicia, greca, cartaginese, concupita anche da romani, arabi, normanni: la sublime, sensuale statua in bronzo del satiro danzante è la testimonianza più alta e ardita lasciata dalle civiltà che hanno attraccato nel suo porto. E, ancora si può salpare verso l'isola fenicia di Mozia per farsi circuire dal suo Giovanetto in marmo al Museo Whitaker, e quindi farsi trovare puntuali all'appuntamento col tramonto al Museo del Sale di Nubia, mentre per bearsi di una magica stellata più tardi si sale a Erice, dove anche il rosone dai raggi fini come filigrana si fa illuminare dagli astri. Infine, proprio allo scopo di sfatare la nomea di paese dei cattivi, bisogna andare a Castelvetrano per comprendere come gli antichi padroni di questo borgo di cui si sente tanto parlare, ovvero i Tagliavia, ottenuto il titolo baronale dai Normanni, abbiano pensato esclusivamente alla bellezza collettiva erigendo palazzi abitati da principi veri e nobili

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