A Ginevra torna la fiera diffusa con le nuove icone dell’alta orologeria
Agli otto brand fondatori se ne sono aggiunti 15, oltre alla casa d’aste Phillips ai cui esperti è affidato il compito di approfondire distribuzione e digitalizzazione
di Paco Guarnaccia
I punti chiave
2' di lettura
È in corso fino al 3 settembre la seconda edizione dei Geneva Watch Days che, inaugurata lunedì 30 agosto, torna a un anno di distanza dal debutto. Ancora protagonisti gli otto brand fondatori (Bulgari, Breitling, De Bethune, Ulysse Nardin, Girard-Perregaux, H. Moser & Cie., MB & F e Urwerk) ai quali se ne sono aggiunti altri 15 (tra i quali Frederique Constant, Greubel Forsey, Oris e Parmigiani Fleurier) facendo salire a 23 il numero dei partecipanti dai 17 del 2020.
Esperti di aste in cattedra
Tra le novità di quest'anno c'è l'adesione anche di un 24esimo attore, la casa d'aste dei record, Phillips in Association with Bacs & Russo, che curerà con i suoi esperti una serie di appuntamenti giornalieri che tratteranno i temi attualmente più caldi per il settore orologiero, come distribuzione e digitalizzazione. Questi momenti si svolgeranno in un padiglione di 600 mq alla Rotond du Mont-Blanc, che funge da punto di ritrovo generale della kermesse e all'interno della quale si trovano anche 46 totem con vetrina con i nuovi orologi che il pubblico potrà guardare durante il giorno.
La fiera diffusa a Ginevra
Le presentazioni agli addetti ai lavori si terranno (sia in presenza, sia on-line) in diverse location sparse per la città (dalle lounge degli hotel, alle boutique, passando per degli showroom) scelte da ogni brand seguendo una propria agenda e in totale autogestione.
Fin da subito questa diversa formula aveva attirato grande curiosità sui Geneva Watch Days, di fatto una fiera “diffusa” nella città, che aveva permesso ai marchi di ridurre, e non di poco, i costi sostenuti durante le fiere tradizionali. Proprio al termine dell'edizione passata Bulgari aveva quantificato al Sole 24 Ore l’investimento della maison, che era stato contenuto tra il 5 e il 6% circa rispetto a quello necessario fino al 2019 per la presenza a Baselworld (dal 2021 il marchio è entrato in Watches and Wonders).
Le novità dell’alta orologeria
Quello che è certo è che, come già successo l'anno scorso, quest'appuntamento riporterà al centro della scena l'alta orologeria dopo la pausa estiva.
Esterno all'organizzazione dei Geneva Watch Days, ma presente in città in questi giorni (fino al 2 settembre), c'è anche un evento pop-up della “nuova” Baselworld all'interno della quale esporranno 10 marchi che hanno aderito al più antico appuntamento del settore.
E qui Baselword svela i dettagli
Per oggi, sono attese novità sul concept (che aprirà nel 2022) e la presentazione della sua piattaforma digital che segneranno la ripartenza della fiera dopo gli ultimi anni molto travagliati: dalla perdita di quasi tutti i suoi big (inizialmente i marchi di Swatch Group poi Rolex, Patek Philippe, Chopard, Chanel, Tudor e i marchi del gruppo Lvmh come lo stesso Bulgari), allo stop causato dalla pandemia nel 2020 e anche nel 2021, quando era previsto il debutto di un nuovo corso, a partire dal nome, Houruniverse, alla fine mai utilizzato, fino all'annuncio dello scorso giugno del ritorno della fiera con il nome classico: Baselworld.
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