«A herdade», un’epopea famigliare per raccontare il Portogallo del Novecento
Oggi in concorso a Venezia il film di Tiago Guedes e «Gloria Mundi» del regista francese Robert Guédiguian
di Andrea Chimento
2' di lettura
A Venezia è protagonista il cinema portoghese con «A herdade» di Tiago Guedes, film che racconta la storia di una famiglia che possiede una delle più grandi proprietà fondiarie d'Europa, sulla riva meridionale del fiume Tago. Si tratta di una lunga epopea famigliare, che si apre negli anni Quaranta e segue poi i cambiamenti storici, politici ed economici avvenuti in Portogallo negli anni Settanta e negli anni Novanta.
Film torrenziale di 164 minuti, «A herdade» è una pellicola ambiziosa, in cui la grande proprietà dove si svolgono le vicende, funge da metafora di ciò che accade al protagonista: entrambi inizialmente potenti e grandiosi, subiranno col passare del tempo i venti del cambiamento, affrontando dinamiche che modificheranno profondamente la loro natura.
Attraverso uno stile semplice ma efficace, Guedes propone un'interessante analisi della storia del suo paese, ponendo la Rivoluzione dei garofani come momento centrale: le vicende pubbliche e quelle private si intersecano in questo melodramma d'altri tempi, che riesce a coinvolgere nonostante alcuni momenti di calo.
Non c'è sempre il giusto ritmo, ma complessivamente il film convince, risultando sempre stimolante e regalando allo spettatore alcune sequenze di alto livello: tra queste, l'incipit e la festa di matrimonio della cognata del protagonista, girata con una lunga ripresa che mostra il talento del suo autore.
Dopo la vittoria del Pardo d'oro al Festival di Locarno con il bellissimo «Vitalina Varela» di Pedro Costa, il cinema portoghese spera così di entrare anche nel palmarès veneziano.
In concorso è stato presentato anche «Gloria Mundi», nuovo lungometraggio del regista francese Robert Guédiguian.
Al centro c'è una famiglia di Marsiglia, che si riunisce per la nascita della piccola Gloria. Tra loro, c'è anche il nonno della bambina, un ex carcerato, che non ha praticamente mai avuto un rapporto degno di questo nome con sua figlia.
Due anni dopo «La casa sul mare», Guédiguian torna in concorso a Venezia con un film pienamente in linea con il suo cinema, in cui si ritrovano gli attori protagonisti delle sue pellicole precedenti.
Lo stile del regista è come sempre molto controllato, le parole contano spesso più delle immagini e la recitazione del cast è il valore aggiunto dell'operazione.
Peccato, però, che nella sceneggiatura Guédiguian esageri con svolte poco credibili e forzate, che rendono il tutto eccessivamente costruito a tavolino.
I primi minuti (che rappresentano la nascita di Gloria) sono suggestivi anche per l'uso avvincente della musica, ma già nella parte centrale il film inizia a sgonfiarsi e crolla con l'approssimarsi della conclusione.
Infine, da segnalare che oggi a Venezia è stato anche il giorno della serie «ZeroZeroZero» di Stefano Sollima.
Prossimamente su Sky, «ZeroZeroZero» è tratta dal romanzo-inchiesta di Roberto Saviano e si preannuncia come uno degli eventi principali dei palinsesti televisivi dei prossimi mesi.
Alla Mostra sono stati mostrati i primi due episodi: le premesse sono positive e cresce l'attesa per scoprire per intero questo nuovo progetto del regista di «Suburra», «Gomorra – La serie» e «Soldado». Nel cast Andrea Riseborough, Dane DeHaan e Gabriel Byrne.
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