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A Macerata la canzone d'autore di domani, nel segno di Leopardi

Si esibiranno allo Sferisterio gli otto giovani vincitori di Musicultura, insieme ai Litfiba, Manuel Agnelli, Gianluca Grugnani e Emiliana Torrisi

di Riccardo Piaggio

Musicultura / Lo Sferisterio, Macerata e il Conduttore Enrico Ruggeri con il vincitore del 2021 Fabio Curto (foto Riccardo Piaggio)

2' di lettura

Possiamo chiamarlo Genius Loci. Nelle Marche, la piccola Patria di Leopardi, la regione con la maggior densità al mondo di teatri d'Opera, terra di artigiani della chitarra e della fisarmonica, si trova attualmente la migliore rassegna della canzone d'autore italiana che verrà.

Musicultura non è Sanremo, né il ritrovato Eurovision e nemmeno il Premio Tenco. Musicultura prova a tracciare una mappa di ciò che verrà. Trentatré edizioni, compresa questa (24 e 25 giugno). Proviamo a definire dunque Musicultura per quello che non è: non è un Festival inteso come semplice contenitore estivo di contenuti (musicali). E non è un concorso inteso come kermesse per l'ugola migliore o il tormentone più efficace. A Macerata per due giorni si coltiva atmosfera creativa, mettendo sullo stesso palco otto giovani cantautori o gruppi selezionati da un comitato composto da maestri come Ruggeri (anche presentatore), Baglioni, Avitabile, Consoli. Che qui si confrontano con musicisti, autori storici della canzone italiana e voci internazionali.

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Sferisterio

Spalla a spalla, sul palco dello Sferisterio, astronave della musica calata nel centro della piccola città marchigiana, i giovani musicisti (e non solo cantanti) di Musicultura provano a tracciare qualcosa di nuovo, insieme. Per due giorni, Capitale della canzone d'autore e della musica popolare con Manuel Agnelli, Gianluca Grignani, Ilaria Pilar Patassini, Ditonellapiaga e il dirty rock dei Litfiba, insieme all'universo world (elettrico e acustico) dei Violon Barbare, degli ucraini Dakharbakha, della italo-islandese Emiliana Torrini & Colorist Orchestra (unica data italiana).

Tutti in due serate, insieme agli otto giovani vincitori di Musicultura 2022. Spremendo insieme queste otto canzone cosa resta? Un centrifugato che raccoglie lo spirito del tempo, ma anche la fiamma di nuove idee, in particolare nella scrittura e nella qualità esecutiva (vocale e strumentale). Peccato in generale per alcuni modelli compositivi ed estetici proposti ormai da un decennio, una livella che rimanda a una certa idea di musica dance-pop-trap che ha ormai ceduto il passo (per fortuna, direi) e al contempo lasciato il segno (purtroppo). Ci si può anche scherzare su, come nel caso di Yo con TRAPsodia POPolare, una delle cose più innovative e divertenti di questa edizione, o scegliere altre strade, com'è il caso di Te quieto Euridice, Vito, Cassandra Raffaeli (chissà, da qui sono passati, agli esordi, La Rappresentante di Lista e Simone Cristicchi). Ma non è una responsabilità dei giovani talenti di Musicultura, sono le generazioni che li precedono che hanno oliato la macchina e asfaltato i sentieri su cui questi ventenni guidano al meglio per non sbandare.


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