A Marettimo il festival del cinema dedicato all’Obiettivo Onu numero 14
“Nour” ha vinto l’Italian Film Fest 2021 alla presenza del medico dei migranti di Lampedusa Pietro Bartolo che ne ha ispirato la storia: ovazione per il paladino della sostenibilità sociale
di Laura La Posta
I punti chiave
7' di lettura
Un festival del cinema affacciato sul mare e al mare dedicato. E’ il Marettimo Italian film fest – We love the sea , la cui seconda edizione si è svolta a Marettimo dal 20 al 24 luglio 2021. La manifestazione ha acceso i riflettori, oltre che sul cinema di qualità, anche sull’Obiettivo di sviluppo sostenibile numero 14 - sui 17 indicati dalle Nazioni Unite e sottoscritti da quasi tutti i Governi del mondo – che impone di conservare e “utilizzare” in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile. Il festival, con la direzione artistica di Pupi Avati, ha infatti ospitato convegni e seminari sui cambiamenti climatici, la pesca sostenibile, la valorizzazione e protezione della fauna ittica, condotti da Gabriella Carlucci, vicepresidente dell’associazione organizzatrice, la SoleMar Eventi presieduta da Cettina Spataro (coadiuvata da Giorgio Rusconi, Toto Vento e Beatrice Just).
Fra i relatori, due partner della rassegna: Laura Mazza, segretaria generale del Parlamento del Mediterraneo (nonché imprenditrice e Ad del gruppo The hub), e Paolo Bray, direttore e fondatore dell’iniziativa per la pesca sostenibile Friends of the sea (nonché di Friends of the Earth e della World sustainability organization).”L’Obiettivo 14 è fra i più difficili e importanti da raggiungere tra il 2025 e il 2030 – ha spiegato Laura Mazza -. Impone di prevenire e ridurre ogni tipo di inquinamento marino, di regolare in modo efficace la pesca e porre termine a quella eccessiva e illegale, di implementare piani di gestione su base scientifica per ripristinare le riserve ittiche e di rilanciare il partneriato globale per lo sviluppo sostenibile. Su quest’ultimo punto il Parlamento del Mediterraneo, composto da rappresentanti di tutti i popoli del bacino, può dare il suo contributo. Questo perché la politica di cooperazione allo sviluppo e la formazione di nuove competenze saranno la chiave del cambiamento necessario a realizzare nel concreto il nuovo modello di economia circolare indispensabile a salvare il nostro pianeta”.
Il Marettimo Italian Film Fest è dedicato al mare come ponte fra popoli
Sul tappeto rosso steso nel porto della perla delle Egadi (in provincia di Trapani), hanno sfilato attori come Michele Placido (anche affermato regista), Nicoletta Romanoff, Fabrizio Romano e Francesco Scianna (star del film di Giuseppe Tornatore Baarìa e invitati da Chiara Salvati), poi rappresentanti del mondo della bellezza come le Miss Italia Martina Sambucini (madrina della kermesse), Giulia Arena (ora attrice e conduttrice) e la patronne Patrizia Mirigliani, registi come Maurizio Zaccaro, Giuliana Gamba, Claudio Noce, influencer digitali come Denis Dosio (idolo di molti giovani italiani), musicisti come Vince Tempera. Ma soprattutto il protagonista è stato il Mediterraneo, che a Marettimo esprime tutta la sua bellezza, in quanto tutelato da trent’anni dall’Area marina protetta Isole Egadi, la più estesa d’Europa.
Lo splendore dell’elemento marino emergeva dai grandi schermi montati a ridosso delle onde, allo Scalo di mezzo, dove sono stati proiettati i film in concorso: “The Armstrongs”, docufilm di Arthur Neumeier, “Nour” di Maurizio Zaccaro, “L'uomo Delfino” di Richard Lowenstein, “Burraco Fatale” di Giuliana Gamba, “Padre Nostro” di Claudio Noce, “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores (più un omaggio alla pellicola premiata da un Oscar importante, quest’ultimo, che un vero e proprio concorrente). In gara anche una selezione di cortometraggi e documentari dedicati all’ambiente. Fuori concorso spiccava il cortometraggio “Gente di mare” di Salvatore Torrente sui pescatori di Marettimo, in chiave storica ed emozionale: in primis Pietro Torrente (detto “lo sceriffo”), Giuseppe Torrente (“Conte Pio”) e Salvatore Incaviglia (“Muntibello”). L’opera è impreziosita dai testi di Cettina Spataro e Pietro Torrente, che hanno regalato emozioni profonde al pubblico del festival. Eccone un brano: “Passeggiando per Marettimo bisogna soffermarsi sui volti di questi uomini. Sono volti fieri, segnati dalle fatiche del sole e del mare. Sono occhi rassicuranti e sorrisi sinceri. Sono spalle robuste in grado di sfidare la burrasca. Sono padri amorevoli e fratelli l’uno per l’altro. Sono uomini coraggiosi, perché un marinaio non prega per il vento buono ma impara a navigare”.
Sui maxi-schermi sono stati proiettati anche nove spettacolari produzioni del National Geographic, con la natura protagonista. Grazie alla partnership con il Marettimo Italian Film Fest, il National Geographic ha organizzato nei giorni del festival delle spedizioni marine esplorative sull'enorme prateria di Posidonia oceanica, guidate dal suo expedition leader Paul Rose, considerato il David Attenborough dei mari, nell'ambito del programma Pristine seas. Rose ha già documentato gli oceani e l'Antartide per le generazioni future e favorito la creazione di 29 aree marine protette nel mondo. Ha inoltre lanciato una campagna per proteggere il 30% dei mari entro il 2030, per arrivare al 50% entro il 2050. A Marettimo ha effettuato una serie di immersioni, in collaborazione con l'Area marina protetta, per documentare con degli short form il mare delle Egadi. Nelle profondità marine lo hanno accompagnato due biologi italiani che lavorano con il National Geographic come esploratori: Giovanni Chimienti che studia animali di profondità, soprattutto coralli, e Martina Genovese, che lavora sul tema della plastica nel mare. Hanno documentato con Paul Rose gli effetti di trent'anni di protezione della posidonia delle Egadi, "una pianta sentinella del grado di salute del mare e fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici, presente solo nel Mediterraneo e in Australia", ha spiegato Chimienti. “Per la prima volta in vita mia ho potuto ammirare dal vivo una sconfinata distesa di Posidonia e visitare le grotte incantevoli di Marettimo ed è stata un’esperienza incredibile, in compagnia di ricercatori e persone eccezionali, autenticamente innamorati del mare, come me: posso testimoniare che si tratta di una bellezza incontaminata”, ha dichiarato Rose.
Nour ha vinto sia il premio della giuria sia quello del pubblico
La comunità di turisti e marettimari di residenza e di ritorno (in tantissimi vivono in California e tornano solo per le vacanze) è rimasta affascinata dagli esploratori e dalle loro immagini, incantata dalla celebrazione della natura, divertita dal film “Burraco fatale” e dal talk show con la regista Giuliana Gamba, commossa dall’ultima opera di Pupi Avati, “Lei mi parla ancora” (fuori concorso) e dal toccante “Padre nostro” con Pierfrancesco Favino. Ma le ore più dense di emozioni sono state quelle trascorse guardando sotto le stelle il meraviglioso “Nour” con Sergio Castellitto e ascoltando nel talk show dopo la proiezione il regista Maurizio Zaccaro e il medico di Lampedusa sulla cui storia (e sui cui libri) è stato incentrato il film: Pietro Bartolo. L’ovazione e le lacrime del pubblico hanno fatto presagire una pioggia di riconoscimenti per il film in gara, che smonta molti pregiudizi collettivi sui migranti e sui rifugiati. Più che meritati, dunque, i due trofei vinti da “Nour”: il premio del pubblico e la Stella maris attribuita dalla giuria presieduta da Luciano Sovena (produttore cinematografico ed ex presidente di Lazio film commission),
“Non sono un eroe, ho fatto solo il mio dovere”, si è schermito il “dottore dei migranti” Bartolo, che in trent’anni ha accolto e curato oltre 300mila persone e ricomposto centinaia di cadaveri di esseri umani annegati o uccisi dalla “malattia del gommone” (micidiale esposizione alla benzina e all’acqua salata, in grado di ferire e ammazzare soprattutto le donne al centro dei natanti dei trafficanti di morte). “Ora però il mio dovere è testimoniare gli orrori che ho visto sui corpi, nelle anime e negli occhi dei migranti – ha aggiunto -. Per questo mi batto al Parlamento europeo, come eurodeputato, perché il Mediterraneo non sia più una grande tomba, ma solo luogo di grandi civiltà”.
“Questo paladino della sostenibilità sociale, con la sua opera instancabile prima di medico e ora di divulgatore e decisore politico, è il simbolo vivente che ciascuno di noi può dare il suo apporto, nel suo ambito, per salvare il pianeta non solo dai cambiamenti climatici ma anche dalle diseguaglianze economiche e sociali che ne minano l’equilibrio”, ha ricordato Gabriella Carlucci, nella sua triplice veste di conduttrice, manager della cultura e vicepresidente dell’associazione non profit organizzatrice SoleMar Eventi. In effetti, Pietro Bartolo, interpretato sullo schermo con maestria e sensibilità da Sergio Castellitto, lavora a molti Obiettivi Onu di sviluppo sostenibile: il numero 1 (sconfiggere la povertà), il 2 (sconfiggere la fame), il 3 (salute e benessere), il 10 (ridurre le disuguaglianze), l’11 (città e comunità sostenibili), il 16 (pace, giustizia e istituzioni solide) e il 17 (partnership per gli obiettivi). Al termine del talk show, una abitante di Marettimo lo ha ringraziato a nome della comunità di isolani, in sintonia con i fratelli di Lampedusa, ricordando che il mare è ponte fra popoli e non muro invalicabile e che non a caso il faro di Punta Libeccio, di grande portata luminosa, incrocia i raggi del faro di Capo Bon in Tunisia. Un’immagine simbolica di amicizia fra popoli di pescatori, troppo spesso in disputa fra di loro o impegnati a ripescare dalle acqua cadaveri o naufraghi.
Tanti gli eventi in programma e le partnership internazionali
Questo spirito di fratellanza fra popoli del mare ha pervaso anche gli organizzatori del festival, che, grazie all'attivismo di Gabriella Carlucci, hanno stretto partnership internazionali con i festival di Formentera, Palma di Maiorca, Minorca, Malta, Ortigia, Alghero, Trani, Malta e Montenegro. Sostenuta dal Fondo sociale europeo Sicilia, la kermesse è stata fortemente voluta, in spirito filantropico, dall’industriale lombarda Beatrice Just, dall’avvocato comasco-milanese Giorgio Rusconi e dall’assicuratore trapanese Toto Vento. Patrocinata dal ministero della Cultura, dall’Area marina protetta Isole Egadi diretta da Salvatore Livreri Console, e dal Comune di Favignana, Levanzo e Marettimo (guidato dal sindaco Francesco Forgione) e sostenuta da un pool di sponsor privati guidati da Unipol, la manifestazione ha goduto della collaborazione del Wwf e del Future food institute. Proprio quest’ultima organizzazione, guidata da Sara Roversi, ha ospitato a Marettimo prima della rassegna cinematografica i giovani del Food and climate shaper boot camp - attivato con la Fao e coordinato in loco da Claudia Laricchia - che ha regalato all’isola cinque progetti di sviluppo locale sostenibile.
Il festival – che ha assegnato numerosi premi, fra cui quello alla carriera a Michele Placido (fra i premianti anche il senatore Maurizio Gasparri) - è stato arricchito da un fitto programma di spettacoli e intrattenimenti, dal Green village con in vetrina le produzioni siciliane ecosostenibili d’eccellenza, e dal varo di Ev-Ita (prima imbarcazione a basso voltaggio e alta potenza), e sarà documentato da una trasmissione tv prodotta per Rai2. La risorsa mare, quindi, passerà dalla sua celebrazione sul grande schermo al piccolo schermo, passando per quelli di cellulari e pc grazie alla campagna sui social media.
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