A marzo crolla l’indice Pmi in tutta Europa. In Italia scende a 20,2 punti
Mai così basso dall’inizio delle rilevazioni nel 1998. Minimo storico per tutta l’eurozona, compresa la Germania
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Crolla al minimo storico in Italia - ma purtroppo anche negli altri Paesi Europei - l’indice Pmi (purchasing managers index) composito, che monitora l’andamento dell’attività manifatturiera e dei servizi. A marzo l’indice scende a 20,2 punti, contro i 50,7 di febbraio.
L’indice, calcolato da Ihs Markit in base al sondaggio fra i direttori d’acquisto, rileva che i nuovi ordini sono crollati ai minimi di sempre a 18,4 da 51,3 di febbraio. Al minimo storico anche il settore dei servizi, con l0indice sceso a 17,4 punti dai 52,1 di febbraio e nuovi ordini in ribasso 13,8 da 52,2 di febbraio. Si tratta dei cali più rilevanti dal 1998, ovvero dall’inizio delle rilevazioni dell’indice.
È l’ennesimo effetto negativo della pandemia da coronavirus che, anche in quetso caso, contagia purtoppo tutta l’Europa.Le aziende intervistate hanno collegato questa flessione alle misure di emergenza e alle chiusure imposte per arginare la diffusione del Covid-19. Anche i nuovi ordini e l’occupazione hanno registrato crolli record, così come le aspettative sull’attività.
E purtroppo, anche in questo caso il contagio si espande a tutta l’eurozona, con l’indice Pmi servizi crollato al nuovo minimo record di 26,4 da 52,6 di febbraio. Anche il flusso dei nuovi ordini è fortemente diminuito e ad un tasso record, concludendo più di cinque anni consecutivi di crescita ininterrotta. A livello nazionale, Italia e Spagna hanno registrato le contrazioni più forti sia dei nuovi ordini che dell’attività.
Ma anche Germania registra a marzo un tonfo a 35 punti (da 50,7), segnando anche in questo caso il mimino storico. Stessa situazione anche per i nuovi ordini, scesi a 31,2 punti dai 50,2 del mese prima e per l’indice dei servizi crollato a 31,7 punti da 52,5 di febbraio.
Non è divesra la situazione in Francia, dove l’attività nei serviziè scesa a 27,4 punti dai 52,5 di febbraio, segnando anche in questo caso un il valore minimo dal 1998. Anche qui, la causa va ricercata come negli altri Paesi nella caduta della domanda dopo l’introduzione delle misure di confinamento per fare fronte all’epidemia di coronavirus.
Le numerose chiusure di attività in Francia hanno causato la maggiore contrazione delle nuove commesse, ma sono diminuite nettamente anche le commesse dall’estero, segnala Ihs Markit. L’indice composito è diminuito da 52 a 28,9 e anche in questo caso si tratta di un tasso di contrazione dell’attività che non ha precedenti per il settore privato francese.
Non va meglio in Spagna: qui la diffusione del Covid19 ha spinto in basso di quasi 30 punti l’indice Pmi servizi, sceso da 52,1 a 23, dopo che molte aziende sono state obbligate a chiudere temporaneamente o a ridurre l’attività a causa della pandemia.
La domanda di servizi è caduta sia a livello interno che dall’estero. Le vendite all’export hanno in effetto accusato la maggiore flessione da quando i dati vengono raccolti nel settembre 2014.
Il settore alberghiero è il più colpito. Molte aziende hanno deciso di ridurre l’organico e i tagli occupazionali segnano il ritmo più veloce registrato finora, dopo quello del picco della crisi finanziaria nel febbraio 2009.
Lindice composito a sua volta è caduto a marzo a un minimo di 26,7 da 51,8 a febbraio, dopo che - come è stato annunciato nei giorni scorsi - il comparto manifatturiero a accusato il maggior calo della produzione dal 2012.
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