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A Milano 810 euro a stanza, a Roma ne servono 630

Come ha messo in luce, qualche giorno fa, il report di Scenari Immobiliari e Camplus, rispetto a 12 mesi fa, i canoni d’affitto mensili delle zone con forte pressione studentesca, ad esempio, a Padova sono aumentati di quasi il 20%, segue Bologna con il 19,5% in più, a pari merito con Milano.

di Laura Cavestri

I punti chiave

2' di lettura

Come un fiume carsico, il tema del caro-affitti studenti periodicamente emerge. Aggravato, negli anni, da una serie di fattori. Innanzitutto, in molte città – che sono sia universitarie che turistiche – dal fenomeno degli affitti brevi (il cosiddetto short rent) che consente rendimenti superiori (spesso si incassa l’affitto di un mese in pochi giorni) a fronte di una copertura su 12 mesi (le stanze studenti si svuotano d’estate) e un tasso di usura di immobile e arredi minore.

Il tutto in assenza (da sempre) di una politica abitativa pubblica e di investimenti privati consistenti a misura di studenti (in Europa nel 2022 gli investimenti dei privati nello student housing hanno raggiunto i 12,4 miliardi di euro e sono andati per il 30% nel Regno Unito e per il 2% in Italia).

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I dati

Come ha messo in luce, qualche giorno fa, il report di Scenari Immobiliari e Camplus, rispetto a 12 mesi fa, i canoni delle zone con forte pressione studentesca, ad esempio, a Padova sono aumentati di quasi il 20%, segue Bologna con il 19,5% in più, a pari merito con Milano.

Tradotto in canoni, l’ultima rilevazione di Scenari Immobiliari, sul 1° trimestre 2023, fotografa che, a Milano, il canone mensile medio di una stanza in affitto ha toccato gli 810 euro, a Bologna i 530 euro, a Roma i 630 euro e a Bari i 330 euro al mese. Tra le più care, ci sono anche Venezia (580 euro al mese a stanza) e Firenze (570 euro il canone mensile). Poco sotto i 500 euro si trovano Torino, Verona e Padova (tutte a 480 euro al mese, in media, per una stanza). Napoli se la gioca con Parma ( rispettivamente 400 e 390 euro al mese a stanza. Infine, attorno ai 330 euro al mese si collocano Pisa, Perugia, Genova e Bari.

I motivi

Il problema cresce anche perchè, dal 2015, il numero di studenti universitari fuori sede si è mantenuto in aumento (lo è stato anche nel 2022, +2,5% sul 2021 e +8,3% sul 2010). Il peso percentuale della componente fuori sede ha raggiunto il 40 per cento. L’università è sempre più un investimento, che si sceglie anche in base a un “ecosistema” di opportunità professionali successive. Anche il sistema della laurea specialistica ha favorito maggiori spostamenti. A fronte, quindi, di una domanda abitativa in crescita, l’offerta privata dei piccoli proprietari è calata (o non è cresciuta abbastanza) e quella di studentati e residenze universitarie è rimasta sostanzialmente ferma. In alcune città (come Milano, Bologna, Roma, Torino) crescono gli investimenti – soprattutto di investitori e gestori privati professionali – negli studentati. Residenze con servizi, in posizioni strategiche. Ma i prezzi non sono per tutti. A Milano, ad esempio, gli affitti di punta rilevati per vivere all'interno di studentati raggiungono i 1.200 euro al mese a camera, a Bologna i 1.100 euro e a Roma i 1.150 euro.

«La domanda degli studenti fuori sede – ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – modifica la tipologia di offerta. Realizzare strutture progettate ad hoc per gli studenti può rappresentare un’opportunità di migliori servizi, infrastrutture e rigenerazione urbana anche per il territorio».

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