A Milano, Lodi e Monza Brianza corre il distretto delle due ruote
Nelle tre province il 40% della bikeconomyQui la filiera della bicicletta conta 230 aziendeche valgono un fatturato di 105 milioni di euro
di Pierangelo Soldavini
3' di lettura
L’Unione europea sta delineando una sua “Cycling Strategy” per puntare sulla bicicletta come strumento di mobilità e di sostenibilità per l’intero Continente, ma anche nell’ottica dello sviluppo di una piattaforma industriale fatta di un migliaio di piccole e medie aziende che danno lavoro a un milione di persone, numero che potrebbe potenzialmente raddoppiare entro la fine del decennio. La risoluzione europea a favore della bicicletta, adottata la scorsa settimana dal Parlamento europeo, individua diversi punti di focalizzazione per lo sviluppo dell’economia a due ruote, che già oggi vale più di 20 miliardi di euro, a partire dalla focalizzazione sulla competitività dell’industria delle biciclette e dei componenti “made in Europe”, attraverso misure per favorire gli investimenti, la concorrenza, il reshoring della produzione e la formazione delle competenze necessario, con un occhio di riguardo alle ebike, che rappresenta il traino del mercato. L’obiettivo dichiarato è la creazione di cluster regionali di eccellenza delle due ruote, sul modello, non esplicitato, del distretto a due ruote del Portogallo, diventato in pochi anni un attrattore di eccellenze a livello globale.
Anche l’Italia - e la Lombardia, nello specifico – è nelle condizioni di giocare la sua parte in questa partita per il rilancio industriale. Nell’area che comprende le province di Milano, Monza Brianza e Lodi si concentra una “filiera bike” - considerando esclusivamente i settore della fabbricazione e montaggio, noleggio e riparazione - che genera un fatturato aggregato di 105 milioni di euro, registrando un’impennata di quasi il 50% negli ultimi cinque anni, trainata dalle performance di alcuni dei maggiori produttori e dal boom dei servizi di bike sharing. Il che rappresenta un’ulteriore conferma del “rinascimento” delle due ruote come strumento fondamentale – non certo l’unico, ma comunque determinante – per la mobilità sostenibile del prossimo futuro.
La crescita del settore corre: nell’area metropolitana oggetto di uno studio della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi le 230 imprese attive nella filiera della bicicletta, un po’ frammentate e non connesse come spesso succede in Italia, hanno registrato una crescita annua del 7,4% in un anno, rappresentando una realtà che dà lavoro a 600 addetti, considerando solamente la componente industriale ed escludendo invece l’impatto generato dal commercio e dai fenomeni correlati alla bikeconomy, a partire dal cicloturismo. Le aziende delle tre province rappresentano oltre il 40% dell’economia regionale a due ruote e il 7% di quella italiana.
Non si può dimenticare che oggi l’Italia rappresenta il secondo mercato per dimensioni in Europa dietro la Germania con circa due milioni di pezzi venduti nel 2021, in linea con l’anno precedente. Ma a livello di produzione figuriamo al primo posto con 3,25 milioni di bici fabbricate tra veicoli tradizionali e a pedalata assistita, pari al 20% della produzione europea che sfiora i 16 milioni di pezzi. Ed è il secondo per componenti prodotti con un fatturato di 570 milioni di euro, il 16% del totale continentale. Anche a livello di dipendenti del settore siamo secondi solo alla Germania, con 15mila lavoratori, circa il 18% degli 89mila totali in Europa.
Per poter concretizzare le potenzialità di uno sviluppo destinato a proseguire per il settore delle due ruote, la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi ha deciso di avviare un programma strutturato e organico finalizzato a dare spinta, energia e visibilità per far crescere il comparto nell’ottica del consolidamento di un polo a livello europeo di riferimento per l’intera filiera, come sintesi emblematica della doppia transizione ecologica e digitale. In questo ambito sono previste azioni di supporto per la nascita e la crescita delle start up innovativa, accompagnate da politiche di incentivo dirette allo sviluppo delle realtà imprenditoriali esistenti e interventi mirati all’attrazione di imprese ed eccellenze estere sul territorio regionale. La Lombardia a due ruote è, quindi, già in linea con le politiche europee.
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