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A Milano Unica buyer a +16% grazie al ritorno del Far East

In fiera boom di presenze da Giappone e Corea e il tanto atteso ritorno dei compratori cinesi. La prima nazionalità di visitatori rimane quella americana, ma le presenze sono stabili (+2%) sul 2022

di Marta Casadei

Milano Unica ha riunito a Rho Fiera 562 espositori di cui 403 italiani

2' di lettura

La 37esima edizione della fiera dedicata a tessuti e accessori - con una veste rinnovata ai padiglioni 1-3 e 2-4 della Fiera, un nuovo layout e spazi più ampi - si è chiusa ieri con 4.701 visitatori, in salita del 16% rispetto a luglio 2022. Tra loro, le aziende estere sono cresciute del 26% (mentre i buyer italiani sono saliti dell’11%) con numeri particolarmente positivi da Giappone, Corea e dalla Cina, ma anche dalla Francia. Gli Usa (+2%) si confermano però la prima nazionalità.

Asiatici e americani compratori chiave

Dagli espositori sono arrivati pareri positivi: « Il secondo giorno di fiera ha registrato più presenze del previsto - ha detto Alfredo Caneparo, che proprio mercoledi è stato annunciato come nuovo ad di Canepa, 20 milioni di ricavi che puntano a diventare 55 milioni nel 2027 -. Abbiamo avuto molte visite da compratori asiatici, ma anche americani». Questi ultimi, che già abbiamo avuto modo di chiamare “osservati speciali” dopo il boom 2022, secondo Caneparo «complice un ritorno dell’abbigliamento formale previsto , sono interessati ai tessuti per la cravatteria». Per l’ad di Canepa la tessitura sta vivendo un momento sostanzialmente positivo: «Ci sono opportunità di crescita, specialmente per il segmento più alto: a soffrire saranno i tessuti di medio livello, per cui sarà difficile sostenere l’aumento dei prezzi». C’è poi grande interesse per il green: «Su questo fronte - dice - abbiamo appena chiuso un accordo da 2 milioni di euro per tessuti da cravatteria sostenibili».

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Meno volumi, più sostenibilità: ecco il new normal

Prodotti di fascia alta, sostenibili, e minori volumi di produzione. Sembra essere questo il destino della tessitura made in Italy. Ne è convinto anche Ercole Botto Poala, amministratore delegato del Lanificio Reda,che ha chiuso il 2022 a quota 115 milioni di euro di ricavi (+42%). «Sul 2024 c’è un punto interrogativo, perché bisognerà vedere la reazione dei consumatori finali che solo adesso si sono trovati a far fronte ai prezzi più alti - spiega l’imprenditore, che è anche alla guida Confidustria moda - e quindi ci attendiamo un new normal con volumi più contenuti ma a prezzi più sostenibili per la filiera». Botto Poala valuta positivamente questa edizione di Milano Unica: «Abbiamo avuto in agenda più appuntamenti rispetto alla scorsa edizione, grazie al ritorno dei compratori asiatici: cinesi e giapponesi su tutti». Il ritorno dei buyer dall’Estremo Oriente viene segnalato anche da Francesco Barberis Canonico, direttore creativo del lanificio Vitale Barberis Canonico: «È un segnale positivo. La fiera per noi è andata bene, ma in generale la ripresa non è omogenea e quindi per i prossimi mesi navighiamo a vista cercando di capire quale sarà il new normal». Barberis Canonico racconta come i clienti siano interessati a tessuti sostenibili «ma non in tutti i mercati: in Asia e in Usa non è una priorità» e come i buyer abbiano «bisogno di novità e storie da raccontare. Tra le nostre proposte per esempio è piaciuta la collezione in mohair, fibra estiva che abbiamo usato per una collezione invernale».

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