A Modena l’università entra in azienda
di Ilaria Vesentini
2' di lettura
«Le academy aziendali sono una risposta anacronistica all’istanza di allineare le competenze e tempi richiesti dalle imprese rispetto all’offerta universitaria. Il modello qui nella motor valley è lo scenario del futuro: mettere a sistema le eccellenze ingegneristiche dei due mondi, imprenditoriale e accademico. E questa volta è l’università che entra in azienda rispettando i tempi della produzione. Puntiamo a togliere a Oxford il primato di hub internazionale nel Science engineering». Così Francesco Ubertini, rettore dell’Alma Mater di Bologna, commenta il debutto della prima Scuola di alta formazione in High performance engineering a Modena, all’interno di Hpe Coxa, gioiellino tecnologico guidato da Piero Ferrari (figlio del Drake), che ingegnerizza e produce motori e trasmissioni per F1, motorsport e aerospaziale. Una società che negli ultimi cinque anni ha assunto 110 neolaureati (oggi ha 290 addetti, il 70% “dottori”) e ha in programma di inserire in organico 100 ingegneri l’anno per i prossimi tre anni, per la sfida dei motori elettrici. “Mekanè” (dal greco “macchina”), questo il nome della Scuola di Alta formazione post lauream, è il frutto della sinergia tra Hpe Coxa, Alma Mater e Università di Modena e Reggio Emilia, sulla scia dell’esperienza più allargata, avviata due anni fa, con Muner, la Motorvehicle University emiliana. In questo caso i 100 neolaureati in ingegneria entreranno in un percorso accelerato di tutorship on the job e di formazione frontale universitaria (100 ore) dentro i “box lab” dell’azienda, per arrivare in due anni a un livello di seniority. «Smettiamola di lamentarci che mancano profili specializzati – esorta Andrea Bozzoli, ceo di Hpe Coxa –. Se sono i talenti tecnici che ci mancano, investiamo su quelli». Hpe ha identificato i 28 profili tecnici di cui ha più bisogno, ha profilato tutte le competenze e si è affidata agli atenei per formali per ottenere ingegneri esperti che saranno inseriti in azienda e nei grandi gruppi clienti. Nomi come Ferrari e Lamborghini. Con l’idea che Mekanè possa allargarsi a tutta la filiera automotive.
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