A Modena torna Moda Makers, la vetrina delle piccole imprese con una produzione di qualità
Grandi brand in cerca di fornitori e buyer stranieri, provenienti da Europa e Usa, si danno appuntamento dall'8 al 10 novembre alla manifestazione promossa da Carpi Fashion System
di Natascia Ronchetti
2' di lettura
Modena – È un salone di nicchia ma ormai strutturato che conferma la propria vocazione: essere un punto di riferimento a livello nazionale per le piccole imprese della moda da donna. Nei padiglioni di ModenaFiere torna Moda Makers, la manifestazione nata su impulso delle piccole aziende dello storico distretto di Carpi in cerca di nuovi spazi di mercato all'estero ma anche di grandi brand a caccia di produttori conto terzi.
Dall'8 al 10 novembre, per la 14esima edizione, saranno 27 le imprese espositrici, delle quali sei al loro debutto. Con una inversione dei pesi – per la prima volta le aziende provenienti da fuori regione sono la maggioranza rispetto a quelle del distretto – e con l'ambizione di riempire un vuoto a livello nazionale. L'evento infatti è l'unico nel suo genere in Italia. Non solo perché nonostante le piccole dimensioni si sta ritagliando sempre di più un profilo internazionale (all'ultima edizione il 30% dei visitatori proveniva dall'estero) ma anche perché è un punto di incontro tra aziende che operano non solo con collezioni proprie ma anche nella filiera della fornitura e grandi gruppi che cercano partner per il white label o il private label capaci di garantire qualità e cura artigianale dei dettagli.
«Un format che si sta dimostrando vincente», dice Stefania Gasparini, vice sindaco del Comune di Carpi, che fa parte di Carpi Fashion System, soggetto promotore della manifestazione, organizzata dalla società fieristica emiliana in collaborazione con il Consorzio Expo Modena. «Il salone – prosegue Gasparini – è destinato a strutturarsi sempre di più mantenendo però una forte flessibilità, quella stessa flessibilità che è una delle caratteristiche tipiche delle piccole e medie imprese».
Per quanto riguarda i visitatori stranieri, gli strascichi della pandemia taglieranno fuori anche per questa edizione i buyer provenienti da Cina, Giappone, Paesi del Far East. «Andremo nella stessa direzione dell'ultimo salone, con una buona presenza di europei e operatori del settore provenienti dagli Usa – spiega Marco Momoli, direttore generale di ModenaFiere -. La manifestazione si sta confermando l'unico luogo in cui i brand, ma anche le imprese commerciali che producono proprie linee, trovano capacità produttive di alta qualità».
La fase storica non è facile per le piccole imprese della moda (nel distretto di Carpi sono l'ossatura di un sistema produttivo che ruota intorno a marchi come Liu-Jo, Twin-Set, Blumarine, solo per citarne alcuni). Alle prese prima con lo choc della pandemia poi con la corsa dei prezzi dell'energia e della materia prima, possono però giocare la carta di una tradizione storica fatta anche di massima attenzione alle rifiniture. «Parliamo di aziende – prosegue Momoli – che sono in grado di produrre con alta professionalità il private label e che spesso sono anche dotate di uffici stile per la progettazione delle collezioni».
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