Città in crisi

A Napoli 1,2 miliardi in 20 anni. Draghi firma il Patto

Il premier: «Con il Patto contribuiamo in modo significativo al risanamento dei conti del Comune e leghiamo il pagamento al conseguimento di alcuni obiettivi. Come l'Italia fa con il Pnrr»

di Vera Viola

(AFP)

3' di lettura

Firmato il Patto per la svolta di Napoli. Oggi, 29 marzo alle 11,52, nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, il presidente del consiglio Mario Draghi e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, hanno siglato l'accordo che assegna alla città 1,231 miliardi in venti anni. La fetta più cospicua dei 2,67 miliardi che il Governo ha destinato alle città più in crisi.

Draghi: fondi legati al conseguimento di obiettivi

«In questa sala magnifica dove un tempo sedevano i re angioini è passata la storia di Napoli e di tutto il Mezzogiorno. - dice il premier, accolto nella Sala dei Baroni con un prolungato e caloroso applauso -. Una storia che ha portato Napoli a essere punto di riferimento non solo in Italia ma nel mondo. La nostra sfida è permettere a Napoli, e con Napoli al Mezzogiorno, di mantenere la centralità che merita». E aggiuge: «Con il Patto contribuiamo in modo significativo al risanamento dei conti del Comune e leghiamo il pagamento al conseguimento di alcuni obiettivi. Come l'Italia fa con il Pnrr. I Comuni sono al centro della prospettiva di sviluppo che abbiamo per l'Italia. Il Governo vuole metterli in condizione di poter programmare con maggiore serenità la crescita della loro comunità».

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La necessità di colmare i divari territoriali

Il premier parla della necessità di colmare i divari territoriali che definisce «ormai insopportabili». E precisa: «Il reddito pro capite del Mezzogiorno è la metà di quello del Centro Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio. Per far ripartire il processo di convergenza fermo da 50 anni dobbiamo superare questi ostacoli». E in sintesi: «Dobbiamo ammettere l'esistenza di una questione meridionale ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni».

Affrontare i problemi del passato per preparare il futuro

Tema ricorrente anche nel discorso del sindaco Manfredi, partito proprio dalla drammatica fotografia delle attuali condizioni economiche e sociali della città su cui pesa un debito pubblico di 5 miliardi. A un intervento del governo, Manfredi aveva condizionato la propria candidatura alla guida della città. «È aumentata la povertà assoluta, abbiamo una drammatica diaspora dei giovani che lasciano la città. La marginalità e i divari sono aumentati – elenca il sindaco _. La città perde la parte più dinamica della sua popolazione con costi sociali altissimi che stanno diventando irreversibili. Un fenomeno che rischia di minare il futuro di Napoli e che noi contrasteremo con tutte le nostre forze». Il finanziamento statale - precisa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli - è ancorato a precisi impegni che il Comune assume, in termini di riforme e di investimenti, mutuando la logica che sottende al Piano nazionale di ripresa e resilienza. «Risorse in cambio di impegni di riforme e investimenti con obiettivi di qualità e tempi certi», sintetizza il sindaco. Qual è il futuro da costruire con i fondi del Patto e con quelle del Pnrr? Napoli è la terza area metropolitana d'Italia con 3 milioni di abitanti, luogo in cui si concentrano problemi e opportunità dove l'impatto degli investimenti è elevatissimo.

Dalla digitalizzazione ai rifiuti

«Assumeremo mille persone al Comune, a partire dal 2022, con un intervento drastico per la digitalizzazione completa dei servizi». Manfredi parla di interventi sul ciclo dei rifiuti, su quello dell'acqua e del potenziamento del sistema fognario e di depurazione. Il comune ha progetti per il tlp, educazione e scuola, crisi industriali, rigenerazione urbana, beni culturali, ricerca e innovazione. «Il Governo - conclude Manfredi - ci ha dato una grande chance». L'elenco dei progetti da realizzare con le risorse del Patto si aggiunge a quello degli interventi che finanzerà il Pnrr. «Cento milioni andranno alla riqualificazione del Real Albergo dei Poveri attesa da trent'anni - sottolinea il presidente del Consiglio - altri piani saranno realizzati a Ponticelli, Capodichino, Chiaiano». Si dovrà investire soprattutto su donne e giovani. Sulla legalità. Mario Draghi conclude la sua visita a Napoli con una tappa nel quartiere Sanità: «Simbolo - per il premier - di una comunità che sa organizzarsi per togliere i ragazzi dalla strada, dare una speranza ai suoi giovani».

Un modello

«Il governo - conclude Draghi - non intende tollerare infiltrazioni mafiose nell'impiego dei fondi del pnrr». Il presidente del Consiglio nel Rione Sanità ha visitato la Basilica di Santa Maria, dove lo ha accolto il parroco della Sanità don Antonio Loffredo, ha incontrato alcuni profughi ucraini e poi ha visitato le catacombe di San Gaudioso. Qui è stata inscenata una contestazione. “Zero soldi agli arsenali piu risorse agli ospedali. Draghi vattene”, è lo slogan dello striscione esposto all’esterno della Basilica di Santa Maria alla Sanità dal comitato contro la chiusura dell’ospedale San Gennaro.


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