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A Pitti gli abiti si trasformano in stile di vita

Firenze ospita da oggi a venerdì l'edizione numero 102 della più importante fiera dedicata ad abbigliamento e accessori maschili

di Silvia Pieraccini

3' di lettura

Per mesi e mesi gli operatori della moda si sono interrogati sullo stile casual indotto dal Covid, sulla “nuova normalità”, sugli abiti del futuro venduti sulle piattaforme online, veicolati da metaverso e Nft, certificati dalla blockchain.

Ma ora che la pandemia sta scomparendo dai radar della comunicazione (non da quelli dei laboratori sanitari e degli ospedali) sembra lasciare una sola, grande eredità: l’uomo post Covid non guarda più solo ai vestiti, ma anche alla casa, alla cura del corpo, alla mobilità urbana. Nel suo guardaroba sono spuntate creme, profumi, candele, giochi elettronici. Ci sono oggetti di design, biciclette elettriche, complementi d’arredo, occhiali e dentifrici glamour, accessori per lo sport e per il tempo libero. C’è, in sostanza, quello che da tempo si chiama lifestyle, un modo di vivere e di viaggiare che guarda “oltre” la moda in senso stretto. E che sta portando cambiamenti in tante direzioni, tra cui la distribuzione e le fiere.

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Su questo secondo fronte, il principale interessato è Pitti Uomo, il salone fiorentino della moda maschile che si è guadagnato negli anni (ne ha 51) il primato mondiale per qualità e diversificazione dell’offerta, e che infatti nell’edizione estiva che si apre oggi ha intensificato le proposte di lifestyle e l’ha fatto in uno degli spazi più visitati, il piano attico del padiglione centrale della Fortezza da Basso. Nella sezione Futuro maschile che riunisce i marchi del classico contemporaneo, quelli che si sono evoluti incontrando lo sportswear, troverà posto un “supermercato” di prodotti beauty, fragranze, skincare, home design, complementi d’arredo e anche e-bike di aziende di nicchia, attente alla sostenibilità e al design, innovatrici nelle forme e nell’offerta, fisica e digitale. Sono prodotti pensati per arricchire i concept store e portare stimoli in un mercato che, dopo le buone performance del 2021 (+13,4% l’export dell’industria italiana della moda maschile, arrivato a sfiorare i 7,2 miliardi, seppur ancora sotto di cinque punti rispetto al pre Covid), ha avviato l’anno con un ritmo di crescita più lento. Nei primi due mesi del 2022, non ancora interessati dalla guerra in Ucraina cominciata il 24 febbraio, l’export della moda maschile ha segnato +6,9% mentre l’import è salito al +17%, secondo i dati di Confindustria Moda.

Le previsioni della stessa Confindustria Moda per l’intera filiera del tessile-moda-accessorio (che nel 2019 aveva sfiorato i 100 miliardi) parlano di ripresa a due cifre anche quest’anno, sottolineando però i rincari delle materie prime, dell’energia e della logistica, uniti alle difficoltà di approvvigionamento, che stanno mettendo in difficoltà soprattutto le Pmi a monte della filiera. Saranno questi – insieme con la guerra in Ucraina e i lockdown in Cina – i temi caldi di cui si parlerà tra gli stand di questa 102esima edizione del Pitti Uomo, che ritorna alla durata tradizionale di quattro giorni (si chiuderà venerdì 17) e recupera parte dei marchi che avevano disertato con la pandemia: a presentare le collezioni per la primavera-estate 2023 saranno 670 brand, per il 40% in arrivo dall’estero. Domanda e offerta sono ancora condizionate dal Covid: mancheranno gli espositori giapponesi, così come gran parte dei compratori asiatici e russi. Ma Pitti Immagine promette ancora una volta di far leva sulla qualità, sulla selezione e sul mix tra marchi piccoli e grandi, di ricerca e più commerciali, emergenti e affermati, condito dagli eventi dentro e fuori la Fortezza, caratteristica delle fiere fiorentine. In questo Speciale si raccontano storie e strategie dei marchi presenti in fiera, senza trascurare – nella parte finale delle vetrine – le tendenze della primavera-estate che stiamo vivendo e dell’autunno-inverno prossimo.

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