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A processo la memoria del web Cosa c’è dentro Internet Archive?

È stato definito il processo contro la più grande biblioteca di internet. Il primo round è andato male

di Luca Tremolada

2' di lettura

È stato definito il processo contro la più grande biblioteca di internet. Si chiama Internet Archive, se la cercate su Wikipedia viene definita così: una biblioteca digitale non profit che ha lo scopo dichiarato di consentire un “accesso universale alla conoscenza. Citiamo apposta Wikipedia perché siamo da quelle parti. Parliamo del museo del web a cielo aperto. Ci potete trovare siti, documenti ma anche copie storiche di applicativi dei tempi passati. Accanto a videogiochi, icone e software degli ultimi trent'anni ecco comparire i programmi del Mac degli anni Ottanta e i siti di quella che è stata battezzata la new economy, quella del fallimento delle dot.com tra il 1997 e il 2000. In Archive.org possiamo trovare anche miliardi di pagine web degli esordi del web e oltre 37 milioni di libri scannerizzati di cui 4,4 milioni disponibili al digital lending attraverso la rete delle biblioteche Usa.

A muovergli causa gli editori Hachette, Penguin Random House, HarperCollins e John Wiley & Sons per violazione del copyright. L’azione legale non riguarda tutto quello che c’è là dentro ma solo i libri. La questione non è semplice. Ma tutto nasce durante la prima pandemia quando decidono di offrire il prestito di questo libro al di fuori delle regole di Controlled Digital Lending che prevedono la possibilità di prestare libri ad un utente alla volta. Il principio si chiama own to loan. Se un libro viene offerto in prestito in forma digitale la copia fisica viene “tolta” dallo scaffale fino al suo rientro. E viceversa. Questa condizione a marzo è stata rimossa da Internet Archive per tre mesi proprio per venire incontro all’emergenza del lockdown che ha costretto milioni di persone a casa. In pratica voleva dire garantire l'accesso contemporaneo e illimitato. Una cosa che le biblioteche non possono fare. Da qui l’azione legale che ha bloccato l’iniziativa. Praticamente subito.

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Il giudice dovrà decidere se la scansione del libro la scansione del libro effettuata da The Internet Archive violi i diritti d’autore. Ma se l’associazione dovesse perdere la causa, oltre a pagare milioni di danni per non avere pagato le licenze temporanee (e quindi il diritto d’autore) potrebbe essere costretta a cancellare dai server le copie accumulate negli anni. Il rischio è quello di vedere scomparire milioni di contenuti e servizi come la Wayback Machine, una sorta di macchina del tempo che permette di navigare nel passato “recente” de web. Il timore è che si possa perdere un pezzo della memoria di internet. Che possa finire in tribunale quell’idea libertaria della rete che ha generato l’ecosistema di oggi. Comunque andrà a finire servono più musei aperti e liberi. Come lo è stato l’internet del tempo che non c’è più. Il primo round in tribunale è finito e non è andata bene.

Riproduzione riservata ©
  • Luca TremoladaGiornalista

    Luogo: Milano via Monte Rosa 91

    Lingue parlate: Inglese, Francese

    Argomenti: Tecnologia, scienza, finanza, startup, dati

    Premi: Premio Gabriele Lanfredini sull’informazione; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"; DStars 2019, categoria journalism

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