A proposito di TikTok e monopoli, Dfinity nasce contro tutti i Big del digitale
Il sogno di una piattaforma aperta, libera e senza padroni, come alternativa a internet come si è configurato oggi. Il progetto di Dominic Williams lancia la sfida ai social network
di Luca Tremolada
3' di lettura
C’è stato un momento in cui si è pensato (davvero) che Dfinity potesse rappresentare un altro modo di pensare internet e di promuovere l’innovazione. E’ stato quando ha raccolto due anni fa 102 milioni di dollari in un round guidato da Andreessen Horowitz e Polychain Capital, raggiungendo una capitalizzazione di 2 miliardi di dollari. Da allora è rimasto uno dei numerosissimi sepolcri digitali in cerca di qualcuno in grado di farli vivere davvero. Progetti talmente rivoluzionari e visionari e pure innocenti (nel senso buono del termine) da mettere in discussione internet per come si è sviluppata finora. Ma partiamo dall’inizio..
Cosa è Dfinity
E’ un'organizzazione non-profit con sede a Zurigo e uffici nella Silicon Valley a Palo Alto e San Francisco. Fondata quattro anni fa da Dominic Williams ha come missione quella di abilitare un nuovo protocollo di trasmissione in grado di soppiantare il World Wide Web. Nel mirino ci sono naturalmente le grandi piattaforme digitali (e non) come Google, Amazon, Microsoft, Facebook che avrebbero occupato militarmente internet rendendolo un luogo dove oggi è difficile innovare a meno di non arricchire chi c’è già e rischiare quindi di essere fagocitati o peggio clonati. Gli esperti lo chiamano “platform risk” cioè il rischio che deriva dal costruire una propria tecnologia su una piattaforma altrui. Un esempio? Chi oggi si sognerebbe di fare i soldi con un motore di ricerca alternativo a Google?
Come dovrebbe funzionare.
Dfinityy nasce proprio come spazio digitale sicuro, vergine da potentati e intimamente decentralizzato, la criptonite di quello che è oggi internet. O volendo il sogno nostalgico del web anni Novanta quando ancora era un luogo incontaminato, con basse barriere di ingresso e senza la presenza di innovatori come le grandi multinazionali che oggi lo dominano. Nessuno infatti nega la rivoluzione tecnologica realizzata da per esempio Amazon. Si discute la possibilità di fare cose diverse e magari altrettanto innovativo al di fuori di quelle piattaforme. L’idea quindi è quella di sostituire il protocollo internet (Ip) con un nuovo standard denominato “internet computer protocol” che permetterebbe ai software di operare in modo libero, senza problemi di interoperabilità come all’interno di un cloud pubblico. Al posto di avere server centralizzati, Dns e servizi di cloud computing concorrenti le applicazioni si potrebbero scrivere direttamente su internet come se fosse una unica grande piattaforma aperta. Il progetto è ideologicamente bellissimo ma rischia di avere terrificanti problemi di sicurezza che oggi sono proprio le multinazionali a gestire. Una soluzione però si può ipotizzare.
Nasce LinkedUp, il LinkedIn senza padroni
A inizio dell’anno Dfintiy ha presentato un social chiamato LinkedUp, che come suggerisce il nome vuole essere appunto una versione aperta di LinkedIn. A differenza del social network per professionisti di Microsoft, LinkedUp, che funziona su qualsiasi browser, non è di proprietà di qualcuno. La potenza di calcolo per eseguire l'applicazione - LinkedUp, in questo caso - non proviene da Amazon AWS, Google Cloud o Microsoft Azure, ma si basa invece sull'architettura distribuita che Dfinity sta costruendo.
E adesso c’è CanCan, il nuovo TikTok aperto
A inizio estate hanno poi lanciato “CanCan”, un'app simile a TikTok che verrà eseguita in un browser e che non è di proprietà di un'azienda. Come si vede nel video è una Demo. L'idea è che chiunque possa costruire il proprio TikTok. App come CanCan, hanno spiegato alla rivista Techcrunch, possono essere costruite con meno di 1.000 righe di codice. Facebook, per fare un esempio, ne contiene più di 62 milioni.Per raggiungere questo obiettivo, Dfinity si basa sul lavoro di Andreas Rossberg, co-creatore di WebAssembly, che ha ora creato Motoko, un nuovo linguaggio di programmazione ottimizzato per Internet Computer di Dfinity. Per ora Dfinity è poco più di un passaparola, una suggestione così rivoluzionaria da attrarre l’interesse dei venture capital. La palla però oggi ce l’hanno gli sviluppatori indipendenti che sono chiamati a lavorare alla piattaforma, scrivendo linee di codice e nuove applicazioni. L’impresa è titanica. E oggi vive, anzi vivacchia ,sotto gli occhi dei veri titani della rete.
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