A rischio la gara dei servizi di biglietteria del Colosseo
Rischia l'ennesimo stop a causa di un “formale atto di significazione” di Federculture che contesta il riferimento al CCNL Servizi di pulizia e servizi integrati/Multiservizi invece che al contratto di lavoro settoriale dell’associazione di categoria delle imprese culturali
di Giuseppe Cosenza
3' di lettura
Ci risiamo, la gara dei servizi di biglietteria del Parco Archeologico Colosseo rischia di essere affossata dall'ennesimo ricorso che avrà come effetto quello di fossilizzare la situazione esistente, facendo gli interessi di chi sfrutta, da troppo tempo, la gallina dalle uova d'ora dei musei italiani.
La diffida di Federculture
Questa volta è il turno di Federculture, associazione di categoria e sindacato d'impresa, che ha trasmesso al Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al Capo di Gabinetto del MiC, alla Consip, al direttore del Parco Archeologico del Colosseo, e al Sindaco di Roma Roberto Gualtieri una diffida formale per bloccare la gara, scaduta lo scorso 3 novembre, pubblicata e gestita da Consip. Lo studio legale Passalacqua, che per conto di Federculture ha redatto la missiva, individua alcune criticità quali “profili di illegittimità originaria e di responsabilità per danni nei confronti di Federculture e delle imprese associate”. In sintesi, l'atto di significazione trasmesso alle istituzioni evidenzia che: “Nel bando di gara si fa esplicitamente riferimento al CCNL Servizi di pulizia e servizi integrati/Multiservizi“, una forma contrattuale estranea al settore culturale, senza menzionare il contratto settoriale di cui Federculture è titolare, il quale è adottato in alcune realtà culturali italiane.
Il presidente dell'associazione, Andrea Cancellato: “invita il Ministro Sangiuliano a prendere seriamente in considerazione la possibilità di sospendere il bando appena pubblicato per i servizi di biglietteria del Colosseo e aprire un tavolo di confronto che avvii la stagione del rinnovo degli appalti in tutti i luoghi della cultura in base a principi di correttezza ed equità di trattamento per i lavoratori e di omogeneità per le aziende e qualità del servizio, uscendo dalla logica del maggior ribasso”. Appare fondata la ragione di difendere i diritti dei lavoratori della cultura, quasi sempre calpestati e di sostituire al precariato, al lavoro sottopagato, alle finte partite Iva, allo sfruttamento delle cooperative, un contratto che dia dignità al lavoro culturale e riconosca competenze e professionalità. Inoltre, sono degne di rispetto le paure dei lavoratori delle biglietterie del Parco Archeologico del Colosseo che agli inizi di novembre hanno manifestato perché secondo loro il bando: “Metterebbe in pericolo il lavoro di 120 persone e le loro famiglie” in quanto “non c'è nessun obbligo per chi subentra di assorbire i lavoratori attuali”.
Tuttavia, accanto alla legittima tutela del diritto dei lavoratori, esistono anche una serie di esigenze di ordine generale, come quella di garantire la libera concorrenza del mercato, l'interesse economico dello Stato e i diritti dei cittadini, poiché una concessione in mano a un solo soggetto da più di 20 anni non si trova nemmeno nella Repubblica Popolare Cinese.
Il monopolio del servizio biglietteria
Il servizio di biglietteria del Colosseo in mano a CoopCulture dal 1997, nata dalla fusione tra il primo concessionario Pierreci e Codess Cultura, è in regime di proroga da più di un ventennio. La prima proroga, prevista dal contratto di concessione, riguardò il periodo 2001-2005 e la seconda, non prevista, allungò la concessione al successivo quadriennio 2005-2009. Dal 2010 le proroghe divennero annuali in virtù di una circolare ministeriale che avrebbe dovuto essere provvisoria e che diventò definitiva. Da che se ne ricordi le gare dal 2010 ad oggi sono state tre, la prima 12 anni fa ritirata dal MiC, la seconda nel 2017 e la terza nel 2019, rispettivamente bocciate dal Consiglio di Stato per cavilli sollevati dai concessionari. Prima di Federculture la contestazione era stata sollevata da D'Uva s.r.l., storica azienda di servizi di audioguide, il cui ricorso accolto dal Consiglio di Stato, con sentenza del 16 marzo 2021 n. 2259/2021, aveva annullato la gara e condannato Consip al risarcimento di 5mila euro di spese legali. Oltre il danno la beffa!
La biglietteria del Colosseo è un bancomat che offre un reddito certo e duraturo, ad esempio i ricavi riconosciuti al concessionario nel periodo 2016-2019 derivanti dal circuito archeologico sono stati pari a 28,5 milioni di euro, e facendo una proiezione per l'intera durata della concessione, dalla fine degli anni ’90 ad oggi, i ricavi superano di molto i 100 milioni di euro. Un'anomalia che l'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione, con la delibera n. 629 dell'8 settembre 2021, aveva sottolineato scrivendo: “Il prolungato affidamento in gestione dei servizi del Colosseo in regime di monopolio non è coerente ai principi del diritto euro-unitario in materia di contratti pubblici”. Dunque, basterebbe ascoltare le autorità competenti e agire secondo il buon senso e le corrette regole dei contratti di lavoro per superare questa situazione di stallo se si hanno a cuore l'interesse delle finanze pubbliche e del servizio ai cittadini.
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