ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIntervista a Giovanna Della Posta

«A Roma la partita decisiva per valorizzare gli immobili  pubblici»

La manager dal 2019 alla guida di Invimit, la sgr immobiliare del Tesoro. «Nella Capitale ancora poco business, ma resta banco di prova per gli investitori istituzionali che puntano al Centro Sud»

di Gerardo Graziola

 La manager napoletana Giovanna Della Posta

5' di lettura

Vendere l’immenso patrimonio pubblico dello Stato e degli enti territoriali è una sfida che si sta spostando al Centro Sud e ha come obiettivo il coinvolgimento dei grandi investitori istituzionali e fondi sovrani, quelli che ragionano in “trilioni”: per farlo «la partita decisiva si gioca a Roma». Giovanna Della Posta è dal 2019 alla guida di Invimit, la sgr immobiliare del Tesoro. Era stata scelta dall’ex ministro Giovanni Tria solo dal suo curriculum di manager “self-made woman”, senza sponsor di parte. Invimit, in sintesi, deve vendere gli immobili pubblici per ridurre il debito pubblico, ma la formula negli anni è cambiata e gli immobili oggi li acquista direttamente dagli enti territoriali per valorizzarli nei fondi e venderli agli investitori immobiliari di tutto il mondo. Il progetto Opa, novità di quest’estate, per immobili destinati agli studentati, sta raccogliendo molto interesse tra i sindaci del Centro Sud. Invimit lo scorso anno ha realizzato un volume di commissioni nette pari a 9,24 milioni. Nel portafoglio ha 340 immobili suddivisi nei 13 fondi in gestione diretta, oltre che in un fondo di fondi. In dieci anni ha distribuito ai partecipanti circa 100 milioni di proventi, oltre a 300 milioni di rimborsi anticipati di equity. Il cambio di passo è arrivato sotto la spinta della manager napoletana, che nella Capitale aveva già lavorato in Enel e in Sara Assicurazioni.

In un convegno recente lei ha fatto un riferimento al mercato immobiliare e a Roma come porta di accesso del Mezzogiorno. Ci spiega cosa voleva dire?

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A Roma ci sono circa un miliardo di investimenti nel settore, mentre Milano appare satura e molti investitori pensano di scendere nella Capitale. Qui c’è un’offerta di uffici “prime”, quindi con certificazioni molto elevate per sostenibilità ed efficienza energetica. Gli investitori istituzionali, quelli dei cosiddetti trilioni, fanno fatica a muoversi nel contesto del mondo pubblico, qui a Roma c’è ancora poco business rispetto alle relazioni importanti, al contrario di quanto avviene a Milano. A Roma ancora fanno fatica ad entrare, quindi la Capitale è il banco di prova ai loro occhi. Cambiare Roma, significa fare entrare questi investitori, fare in modo che prendano confidenza, creare l’opportunità per farli andare più a Sud, penso ad esempio a Napoli che non è una meta per gli investitori istituzionali, fatta eccezione per qualche progetto alberghiero, ma anche più a Sud, come in Basilicata e Puglia dove c’è quasi il deserto.

Invimit, quindi, con i suoi fondi immobiliari come può attrarli?

Innanzitutto mi servono per il portafoglio più immobili al Centro Sud. Oggi siamo ancora sbilanciati con immobili presenti nelle regioni del Centro Nord. Per questo sono sempre ad incontrare sindaci per acquistare immobili. Con il programma Opa che acquista o prende in conferimento immobili per realizzare 20-30 studentati posso fare un’operazione nazionale e andare da un fondo di investimento a dire “ti interessano 30 studentati”? Presento un progetto con tutto il business plan, ne conosco la redditività e faccio tutta l’analisi
che per il singolo asset l’investitore non farebbe mai perché lui è
troppo piccolo.

La missione della Sgr però è vendere gli immobili, non acquistarli e i sindaci come reagiscono all’idea di cedere il loro immobile a un fondo?

Dobbiamo spiegare bene loro cos’è e cosa fa una Sgr pubblica. Il portafoglio poi va fatto girare, quindi io devo vendere, certo, cosa che faccio, devo però anche comprare dagli enti pubblici territoriali, non vado dai privati. Inoltre, per le caratteristiche dell’Italia, serve proprio un veicolo che faccia questo lavoro: da una parte opera di education, che spiega la via dell’investimento, e poi il ruolo di attrazione degli investitori perché il mio compito è riconfezionare l’asset immobiliare, ci metto il fiocco giusto, perché lo devo vendere. Quindi l’investitore non incontra l’ente territoriale, il dialogo sarebbe difficile, ma parla con me, e questo ci apre molte possibilità.

Quindi riconfezionarli “con il fiocco giusto” e venderli ai privati….

Non solo. Cerchiamo di fare in modo che lo Stato resti quotista. Cioé con la cessione di quote del fondo facciamo entrare soldi freschi che vanno a rimborsare le quote, parzialmente al pubblico, dopodiché con una quota, ipotizziamo del 30%, che mantengo, ho un flusso di reddito che è la redditività del fondo che entra nelle casse dello Stato o degli enti territoriali. E questo per sempre, è un lascito per i nostri figli. Quindi non vendiamo tutto, solo le cose che non ci servono. Se faccio il fondo studentati, perché devo venderlo completamente? Posso decidere di mantenere una quota, come è stato fatto con le grandi privatizzazioni dove lo Stato si è conservato alcune partecipazioni di minoranza.

Parliamo dell’attività che fate nel Lazio: il comparto Regione Lazio del Fondo i3 eponimo, leggo dal bilancio 2022 Invimit, operativo dal 2015, ha distribuito finora 90 milioni tra proventi e rimborsi. In portafoglio ha 40 immobili per un valore di 153 milioni e l’anno scorso avete fatto vendite per 5,9 milioni (1,7 milioni di plusvalenza rispetto al costo storico).

La Regione ha avuto distribuzioni per decine di milioni, è andato molto bene. Poi c’è un altro fondo che ci dà soddisfazione, quello del comparto Ater (monte canoni di locazione di 1,3 mln, ndr) in quanto i negozi delle case popolari sono a libero mercato; li abbiamo messi in un fondo e li abbiamo affittati. Il fondo è in utile ed è una formula che proponiamo ad altri enti che hanno gli istituti case popolari con i piani terra adatti per il commerciale.

Nelle altre regioni del Centro
ci sono progetti immobiliari
in cantiere?

Sì, in Abruzzo a Giulianova faremo da un immobile ex colonia per ragazzi oggi abbandonato di proprietà Inps una casa di appartamenti per over 65 con telemedicina e teleassistenza. È un modello innovativo di senior housing con partnership con le assicurazioni che possono intervenire al bisogno. La gara l’ha vinta il gruppo Generali. Il fondo si chiama Silver e stiamo sviluppando anche a Fano e Spoleto, oltre che in altre regioni del Nord. Non le nascondo che il conto economico del Fondo Silver (classificato “opportunity” quindi rischioso, ndr) è molto complesso, è difficile costruire un progetto su questi asset.

Ultima domanda sui rapporti con l’altra sgr immobiliare pubblica, quella di Cassa Depositi e prestiti. Sento dire che ognuna va per la sua strada, senza un dialogo coordinato dall’azionista Mef

La Sgr della Cassa, intanto, fa social housing che è l’unica cosa che noi non facciamo. Ognuno ha i suoi progetti: ragioniamo su logiche che sono asset based, poi, forse, un po’ di coordinamento in più ci vorrebbe, siamo tutti attori del mondo pubblico e più lavoriamo in sinergia.

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