A San Marino un distretto dell’edilizia e arredo che vale 460 milioni
La vicinanza con Emilia-Romagna e Marche, nonché un ecosistema normativo e fiscale favorevole all’impresa, hanno dato vita negli anni a una filiera completa, dai materiali per le costruzioni agli infissi e alle porte, dai rivestimenti alle finiture per interni e all’arredamento
di Giovanna Mancini
I punti chiave
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Non è solo una questione di fisco più snello. A creare un «ecosistema economico e sociale favorevole all’imprenditorialità» nella piccola Repubblica di San Marino – un fazzoletto di terra che misura poco più di 60 kmq, incastonato tra l’Emilia-Romagna e le Marche – è un insieme di elementi che ha tra i punti di forza, a detta degli stessi imprenditori, un contesto giuridico e burocratico rapido ed efficiente, che riduce i tempi per avviare le attività, ottenere permessi e gestire e far crescere il proprio business.
Negli ultimi anni si sono sviluppati diversi «cluster» industriali, che insieme generano quasi il 40% del Pil dell’intera Repubblica. Uno dei più importanti e storicamente sviluppati è quello legato al mondo delle costruzioni e della casa.
Un vero e proprio distretto che conta una ventina di aziende e genera un fatturato aggregato di 461 milioni di euro, in rapida crescita, e dà lavoro a 1.785 dipendenti. Una filiera completa, spiega Emanuel Colombini, amministratore dell’omonimo gruppo dell’arredamento (la più grande realtà sanmarinese del settore, con circa 300 milioni di euro di fatturato aggregato, di cui 250 realizzati dalle tre aziende con sede nel piccolo stato), ma anche presidente dell’Agenzia per lo Sviluppo economico-Camera di Commercio di San Marino, l’istituzione locale che supporta e favorisce le attività imprenditoriali sul territorio.
«Comprende diversi settori, dai materiali per le costruzioni agli infissi e alle porte, dai rivestimenti alle finiture per interni e all’arredamento – spiega Colombini –. C’è anche un tema importante di competenze, che deve molto al sistema formativo sul territorio, grazie alle facoltà di ingegneria e industrial design, ma anche alla vicinanza con analoghi distretti industriali in Emilia-Romagna e nelle Marche, con i quali nei decenni c’è stata e continua a esserci un’osmosi importante».
Le realtà sul territorio
Un’osmosi di cui è espressione lo stesso gruppo Colombini, che alle tre aziende sanmarinesi ha aggiunto la Bontempi di Ancona, acquisita due anni fa. O il gruppo ceramico Del Conca, che prende il nome dalla sua azienda più grande per dimensioni (la riminese Ceramica Del Conca), ma la cui capogruppo (Ceramica Faetano) ha sede a San Marino, a Faetano appunto. «Le imprese del nostro gruppo operano in maniera totalmente integrata – racconta il presidente di Ceramica Faetano, Paolo Mularoni –. Sicuramente a San Marino è più facile e rapido sbrigare tutti gli adempimenti burocratici. Non solo grazie a una legislazione più snella, ma anche perché il Paese è piccolo ed è più facile per un imprenditore orientarsi tra le norme e sapere a chi rivolgersi in caso di necessità».
Ovviamente c’è un tema di spazi: i grandi volumi si producono in Italia, dove è possibile ancora oggi realizzare stabilimenti di maggiori dimensioni. «Ma la tendenza è portare invece qui a San Marino le divisioni aziendali a maggiore valore aggiunto o che hanno bisogno di minor spazio fisico: la ricerca e la progettazione, le practice commerciali, le reti di vendita, le holding finanziarie».
Ecosistema favorevole agli investimenti
La legislazione sanmarinese favorisce del resto investimenti diretti all’acquisizione di beni strumentali ad alto contenuto innovativo e interventi di efficientamento energetico in ottica di una produzione “zero impact” ad alto valore aggiunto, e questo gioca un ruolo fondamentale nel favorire realtà imprenditoriali afferenti al cluster delle costruzioni e della casa.
La forza attrattiva di San Marino, aggiunge Colombini, «Si basa su alcuni pilastri che non sono soltanto la fiscalità agevole e leggera, come comunemente si crede, ma su una serie di elementi importanti per chi fa impresa: la rapidità di risposta nel rilascio delle autorizzazioni da parte degli uffici pubblici e delle autorità per avviare attività economiche, che ci vede ben posizionati anche nella classifica di Doing Business sulle territorialità più dinamiche a risposta».
L’ottenimento della licenza avviene entro 48 ore e la procedura avviene online, mentre l’avvio dell’operatività dipende dai settori produttivi e può richiedere qualche giorno, per servizi e manifattura, o un periodo più lungo per comparti più complessi come il farmaceutico. Anche il costo del lavoro è competitivo, grazie a una minore incidenza delle imposte e degli oneri sociali sul fattore lavoro rispetto a vari Paesi europei
Competenze e capitale umano
A questo si aggiunge il fatto che le assunzioni, oggi, sono totalmente liberalizzate, pertanto le aziende sanmarinesi possono assumere senza oneri o adempimenti aggiuntivi dipendenti italiani. «Per questo abbiamo ogni giorno circa 12mila transfrontalieri che entrano a San Marino per lavorare, aggiungendosi ai circa 33mila abitanti della Repubblica». Che può vantare un tasso di disoccupazione veramente da record, del 3% circa.
E poi c’è un aspetto che non va assolutamente trascurato, in tempi come questi, in cui il tema della conciliazione vita-lavoro è al centro delle strategie di tutte le aziende per attrarre i talenti migliori. «Anche noi, come i colleghi italiani, abbiamo difficoltà nel reperire le competenze necessarie e nel trattenerle – spiega Benedetta Masi, amministratrice delegata di Colsam, azienda che dal 1944 produce pitture per l’edilizia e, da alcuni anni, anche per i circuiti sportivi –. Tuttavia qui si vive bene, la qualità della vita è alta e questo è un fattore importante, così come le caratteristiche di sostenibilità di aziende come la nostra, attente alla sicurezza dell’ambiente lavorativo, oltre che alla tutela dell’ambiente stesso e dei nostri dipendenti».
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