A Scarpino il mega hub per uscire dall’emergenza
di Raoul de Forcade
2' di lettura
Un aspetto della sostenibilità ambientale riguarda anche la corretta gestione dei rifiuti urbani. E su questo ha puntato la Città metropolitana di Genova, attraverso l’Amiu, la società di igiene urbana controllata dal Comune del capoluogo ligure. Il mese scorso è stata posata la prima pietra dell’impianto Tmb (trattamento meccanico biologico) che permetterà di convogliare tutta l’attività di trattamento dei rifiuti del bacino del genovesato presso un unico polo impiantistico a Scarpino.
Il Tmb è frutto di un project financing da 42 milioni con Iren Energia che sta realizzando l’impianto (la conclusione dei lavori è prevista per la primavera del 2022). Questo avrà una potenzialità di trattamento pari a 110mila tonnellate l’anno di rifiuti urbani e consentirà, partendo da scarti indifferenziati, di valorizzare i materiali recuperabili (selezionando e separando metalli, carta e cartone, contenitori in pet, tetrapak e pvc), produrre combustibile solido secondario, nonché stabilizzare e raffinare la restante frazione per il conferimento in discarica.
Grazie a questo impianto, spiegano i tecnici, Genova conta di uscire dalla fase di emergenza che la costringeva a portare i rifiuti fuori regione, in particolare in Piemonte.
Tutte le operazioni che si svolgono all’interno del Tmb, spiega il presidente di Amiu, Pietro Pongiglione, «saranno “a freddo” e l’aria interna verrà sistematicamente trattata attraverso i biofiltri, garantendo un impatto ambientale nullo».
Con l’impianto, prosegue Pongiglione, «si raggiungeranno diversi obiettivi legati all’ambiente: valorizzazione dei rifiuti recuperabili, previa selezione e invio ad altri impianti per le operazioni di recupero finale (15%); riduzione del volume del materiale, in vista dello smaltimento finale, con conseguente aumento della vita utile della discarica (25%); produzione di combustibile solido secondario dalla frazione secca del rifiuto, da avviare a recupero energetico (31%); stabilizzazione del rifiuto organico putrescibile, ad esempio biogas e concentrazioni di percolato, con la riduzione dell’impatto ambientale della discarica, sulla quale può essere messo a copertura (13%); e infine eliminazione di acqua nel trattamento (16%)».
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