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Commercio al dettaglio in difficoltà: vendite in calo sia in valore che in volume

Negli ultimi 12 mesi si registra un progressivo rallentano delle vendite a volume e la diminuzione di quelle a volume. Arretra anche l’e-commerce

di Enrico Netti

(monvideo - stock.adobe.com)

2' di lettura

Commercio al dettaglio in calo a settembre: i volumi vedono una flessione di sei decimi di punto mentre il valore cala dello 0,3%. Una diminuzione che riguarda sia i generi alimentari con un -0,2% in valore e -0,6% in volume che quelli non alimentari rispettivamente al -0,5% e -0,6%. Nel terzo trimestre 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono stazionarie in valore e diminuiscono in volume (-1,3%). Le vendite dei beni alimentari crescono in valore (+0,8%) e calano in volume (-1,1%) mentre le vendite dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore (-0,6%) sia in volume (-1,4%).

Su base tendenziale invece a settembre 2023, le vendite al dettaglio aumentano dell’1,3% in valore e registrano un calo in volume del 4,4%. Le vendite dei beni alimentari crescono del 5,5% in valore e diminuiscono del 3,1% in volume; quelle dei beni non alimentari calano sia in valore (-1,8%) sia in volume ( 5,2%). Nel non food si registra un aumento dei prodotti di profumeria, cura della persona (+5,3%), mentre elettrodomestici, radio, tv e registratori registrano il calo più consistente (-7,9%). «A livello tendenziale, si continua a registrare un aumento delle vendite in valore, sebbene in progressivo rallentamento, che si contrappone ad una diminuzione di quelle in volume - segnala l’Istituto in una nota -. A settembre sono in crescita le vendite al di fuori dei negozi e quelle della grande distribuzione. Per quest’ultima continua l’andamento positivo, già evidenziato nel corso dell’anno, trainato dalle vendite degli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare».

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Tiene la grande distribuzione

Per quanto riguarda i diversi canali di vendita rispetto al settembre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+4,0%) e le vendite al di fuori dei negozi, il commercio ambulante (+1,6%) mentre registrano una variazione negativa sia le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,2%) sia quelle del commercio elettronico (-2,6%).

Le stime del Codacons

Secondo le stime del Codacons al netto dell’inflazione e considerata la spesa per consumi delle famiglie, gli acquisti calano in volume per complessivi 35,7 miliardi di euro annui, pari in media a -1.386 euro su base annua a famiglia. «La riduzione dell’inflazione registrata il mese scorso non salverà il commercio e non avrà effetti sui volumi di spesa degli italiani – spiega il presidente Carlo Rienzi –. Questo perché la frenata dei prezzi al dettaglio certificata dall’Istat è un mero effetto ottico dovuto al crollo dei beni energetici, mentre i listini dei beni più acquistati dalle famiglie continuano a subire rincari sostenuti. Il paniere salva-spesa varato dal Governo non sta producendo gli effetti sperati, e crediamo che il Governo debba adottare misure più incisive per fermare il caro-prezzi e sostenere i consumi».

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