A settembre tornano a crescere gli occupati stabili. Restano le difficoltà per giovani e autonomi
Luci e ombre sull’occupazione: dopo l’estate più persone si rimettono in cerca. Miglioramenti nella fascia 25-49 anni. Ancora giù i contratti a termine. Ma nel trimestre luglio-settembre ci sono meno occupati rispetto al trimestre precedente.
di Claudio Tucci
I punti chiave
2' di lettura
Dopo due mesi di calo consecutivo dell’occupazione, a settembre il mercato del lavoro fa un piccolo rimbalzo. Gli occupati in più, secondo i dati provvisori diffusi poco fa dall’Istat, più sono 46mila, e praticamente tutti a tempo indeterminato. Continuano a soffrire i giovani under25, con il tasso di disoccupazione in risalita al 23,7% (+1,6 punti su agosto), e gli autonomi che perdono, in un mese, 16mila unità. A settembre i nuovi occupati a tempo indeterminato sono saliti di 82mila unità, mentre gli occupati a termine sono scesi di 20mila unità, a conferma di come troppi paletti sulla flessibilità buona e tutelata siano un freno alle opportunità di impiego in un periodo economico non semplice. Il tasso di occupazione è salito al 60,2% (+0,2 punti); tra gli uomini è del 69,4%, tra le donne siamo al 51% (sono quanto mai urgenti vere politiche di conciliazione vita-lavoro a vantaggio delle donne).
In calo gli inattivi, più persone in cerca di un impiego
Insomma a settembre, dopo i mesi estivi, qualche persona in più si rimette in cerca di un impiego. Si spiega così la crescita del numero di disoccupati (+8mila unità rispetto ad agosto), specie tra i maschi e tra chi ha meno di 24 anni e tra i 35-49enni. Il tasso di disoccupazione totale rimane al 7,9%. E la riattivazione delle persone fa diminuire il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,7%, pari a -86mila unità); un calo che, specularmente, coinvolge uomini, donne e chi ha meno di 50 anni. Il tasso di inattività è calato al 34,6% (-0,2 punti).
Mercato del lavoro in affanno
Il dato trimestrale, luglio-settembre, se confrontato con aprile giugno, conferma un mercato del lavoro in affanno. Il numero di occupati cala di 22mila unità. E questa contrazione, sempre nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-2,4%, pari a -48mila unità) e alla crescita degli inattivi (+0,3%, pari a +40mila unità).
Sull’anno numeri ancora positivi (ma in flessione)
Sull’anno, il quadro mostra qualche luce in più. Il numero di occupati a settembre supera quello di settembre 2021 dell’1,4% (+316mila unità - un dato tuttavia in calo rispetto alle rilevazioni dei mesi precedenti). L’aumento coinvolge entrambi i sessi e tutte le classi d’età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa; il tasso di occupazione, che nel complesso è in aumento di 1,3 punti percentuali, sale anche in questa classe di età (+1,0 punti) perché la diminuzione del numero di occupati 35-49enni è meno marcata di quella della corrispondente popolazione complessiva. Rispetto a settembre 2021, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-11,8%, pari a -266mila unità) e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,6%, pari a -344mila).
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