A spasso per Positano con sosta a Villa Treville tra le stanze di Franco Zeffirelli
La primavera è il periodo ideale per scoprire il borgo campano unico nel suo genere e nell’ex buen retiro del famoso regista oggi c’è un luogo dall’ospitalità raffinata
di Mariateresa Montaruli
3' di lettura
Il territorio e la sua “via dei limoni” si presta ad essere scoperto al meglio, proprio adesso in primavera. Positano in primis, il paese “verticale” tra Nerano e Praiano dove negli anni Cinquanta c'erano due soli sarti che tagliavano camicie e pantaloni da uomo, su misura: il tempo di andare in spiaggia e gli indumenti, pare, erano già pronti per la consegna. Accadde un bel giorno che Maria Lampo, moglie del sarto Alfonsino De Gennaro, ebbe l'idea di cucire camicioni di lino e cotone anche al femminile. Iniziò così la moda delle gonne e dei copricostume positanesi: in lino o in robusto cotone, sempre decorati con inserti e ritagli. Un patchwork che diede origine a quel gusto romantico che, ormai semplificato, resta il tratto distintivo delle boutique del paese.
Il borgo italiano più amato dagli stranieri
Positano, così caratteristico e tra i borghi più amati d’Italia per chi arriva dall’estero, è un incanto, specie la sera, quando svanisce la folla degli escursionisti per un giorno: un grappolo di case variopinte aggrappate a un doppio costone di roccia, praticamente a picco sulla Spiaggia Grande, l'arenile più esteso. Ci si potrebbe arrivare dal mare, sul moletto di Spiaggia Grande dove, al Bar Buca si Bacco, si viene a prendere un bicchierino di greco di tufo, possibilmente al tramonto, sotto il pergolato di uva. In via del Mulini, si trova la boutique di Marilù Attanasio, aperta da mamma Marilù 30 anni fa e ancora in auge per la produzione di moda romantica ormai anche in jeans e seta. A Piazza dei Mulini si trova il caffè dei positanesi, il bar Mulino Verde, con dehors, dove si viene a bere una tazzina e a leggere il giornale. Poco più su, ecco il negozio di Maria Lampo dove tutto è cominciato, adesso con tagli coloratissimi e gonnelloni lunghi alla zingara.
L’ex buen retiro di Franco Zeffirelli
Proprio in questo scampolo di territorio tre ville aggrappate sul promontorio in località Arienzo, disposte tra terrazze e limonaie intorno a un'originaria villa settecentesca, fanno la storia dell’ospitalità a Positano. Un bel giorno del 2007, dopo essere state per 40 anni il suo buon ritiro, Franco Zeffirelli le abbandonò, lasciando dietro di se madonne, litografie, cassapanche persiane, piastrelle maiolicate, pastori napoletani, libri e altre indelebili tracce: il tesoro che oggi compone il décor e la particolare storia di Villa Treville diventata maison per ospiti già con l'albergatore Giovanni Russo (proprietario delle Isole Li Galli che furono di Nurejev) e dal 2013 di proprietà dell'imprenditore americano Govind Friedland.
La storia di Villa Treville
La storia racconta che davanti alle cassapanche madreperlacee del salone bianco progettato da Renzo Mongiardino – architetto pioniere della mise-en-scène operistica –, ballò e cantò, un certo Capodanno, Liza Minnelli. Come lei Maria Callas, Richard Burton ed Elizabeth Taylor “scendevano” nella camera dedicata al ballerino e coreografo polacco Niijinsky, che a quel tempo aveva un bagno a dir poco piccolissimo. La metamorfosi in albergo dove si possono affittare le singole camere con prima colazione o le ville non ha alterato la fisionomia voluta da Zeffirelli. Nella Berstein, la doccia, scenograficamente illuminata, è stata ricavata sotto la cupola di mattoni di un vecchio forno; il suo terrazzo privato affacciato su Positano, riceve la luce calda del pomeriggio incorniciata da palme e sterlizie. Apparentemente defilata e di minor impatto scenico è la Aida, nella Villa Tre Pini, affacciata su un angolo del giardino praticamente privato. La vista spazia fino a Punta Campanella, incorniciata dai pini. E la risacca è così vicina che pare poterla toccare.
Gli eventi per il centenario del famoso regista
All'epoca di Zeffirelli, ogni camera aveva un tema ispiratore. Così, nel tentativo di “riportare le case a essere case”, Fausta Gaetani, aiutata dalla sorella Raimonda, scenografa di Zeffirelli, riprodusse sulla volta della camera Massine i motivi a rombo dell'originale pavimento in maiolica policroma. Nella Nijinsky, i colori dei tableau piastrellati del bagno furono scelti da un costume di scena usato dal grande maestro. Il mare entra poi prepotentemente nel décor della stanza Downes dove compaiono vasi di vetro ricolmi di acqua blu. Indirizzo d'elezione per il gotha culturale e artistico internazionale fin dagli anni '20, oggi con Spa e spiaggia privata, Villa Treville si unisce quest'anno alle celebrazioni del centenario della nascita di Franco Zeffirelli. La proprietà andrà ad integrare la già esistente collezione d'arte che affianca opere dello scultore Alexander Calder ai bozzetti originali realizzati da Zeffirelli per le scenografie più celebri. A tema, da aprile in avanti, sarà anche la proposta enogastronomica del ristorante Maestro's Terrace e del Bianca Bar. Normalmente incentrata sui prodotti dell'orto di casa, sarà integrata con piatti e cocktail ispirati alle opere e alle portate che Zeffirelli amava servire nei suoi celebri party. Durante l'anno, a Villa Treville, si potranno anche organizzare visite private all’atelier di Praiano del poliedrico artista Paolo Sandulli, autore di dipinti e terrecotte presenti anche nelle camere e storico amico di Zeffirelli.
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