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A spasso per Torino tra fotografia, musei, bar alla moda e caffè storici

Per gli appassionati del genere una week end in città è l'occasione per fare una full immersion in questa arte senza allontanarsi dalle vie del centro riscoprendo luoghi e palazzi storici

di Gianni Rusconi

5' di lettura

L'estate chiama sicuramente ad altre destinazioni che non l'afosa ma sempre affascinante Torino. Ma il capoluogo piemontese sa farsi apprezzare anche in un weekend di quasi inizio estate e non solo per i suoi palazzi barocchi e le residenze reali dove si è fatta la storia d'Italia, la Mole Antonelliana che ridefinisce tutto il paesaggio urbano o Piazza Castello con le sue imponenti architetture. Ecco dove andare oppure dove ritornare.

Una città con tante anime

C'è, per esempio, una Torino che sa essere attrattiva anche per luoghi meno battuti dai turisti come il Borgo Medievale immerso nel verde del Parco del Valentino, lungo il Po, che riporta indietro nel tempo di secoli. Oppure quella (per cui sono disponibili diversi tour guidati) che si sviluppa in un dedalo di gallerie nelle viscere della città sotterranea, un tempo utilizzate per scopi militari o come rifugi antiaerei. C'è quindi una Torino che dispensa cultura con i suoi tanti musei, dai più noti (Egizio, Risorgimento italiano a Palazzo Carignano o dell'automobile) ad altri meno frequentati ma suggestivi come il Centro Storico Fiat, il museo del Grande Torino dedicato alla leggendaria squadra di calcio scomparsa a Superga, quello Lavazza per assaporare la storia del caffè e quello del Cinema. E c'è, infine, una Torino che finalmente abbraccia senza restrizioni visitatori e residenti nei suoi storici caffè e nei cocktail bar alla moda, regalando sapori e atmosfere altrettanto uniche.

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World Press Photo, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, che torna per il sesto anno in città negli spazi della GAM (la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea) fino al 18 settembre.

Fra bianco, nero e fotogiornalismo

Vere e proprie chicche per gli amanti della fotografia: un week end a Torino può essere l'occasione anche per fare una full immersion in questa arte senza allontanarsi dalle vie del centro. “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York” è il titolo della rassegna (unica tappa italiana e fra le tre in Europa) che si può ammirare presso Camera-Centro Italiano per la Fotografia fino al 26 giugno. Si tratta di una straordinaria selezione di oltre 230 opere originali della prima metà del XX secolo dei grandi maestri dell'obiettivo dell'epoca, che accompagna il visitatore (consiglia la visita guidata) negli anni della grande trasformazione di questa arte, influenzata da movimenti come il costruttivismo e il surrealismo o le tendenze dettate dal Bauhaus. Si chiude sempre al 26 giugno la mostra (“Inedita”) allestita nelle Sala Chiablese dei Musei Reali e dedicata al lavoro di Vivian Maier, una delle figure di spicco della street photography. Fra le 250 immagini vi sono anche quelle scattate nell'estate del 1959 proprio a Torino dall'artista statunitense durante un suo viaggio in Italia. Un'altra mostra da non perdere è quella accessibile fino al 4 settembre presso la sede delle Gallerie d'Italia nella centralissima Piazza San Carlo. Firmata da Paolo Pellegrin, fotogiornalista di livello internazionale, “La fragile meraviglia: un viaggio nella natura che cambia” è dedicata al rapporto tra l'uomo e il suo ambiente naturale ed è realizzata presentando le immagini anche sotto forma di installazione. Il quarto appuntamento che Torino regala agli amanti della fotografia, infine, è il World Press Photo, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, che torna per il sesto anno in città (l'anno scorso era allestita a Palazzo Madama) negli spazi della GAM (la Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea) fino al 18 settembre. Nei 134 scatti scelti tra gli oltre 65mila candidati si possono ammirare lavori pubblicati su testate come National Geographic, New York Times, Le Monde ed El Pais e premiati per aver documentato catastrofi naturali, conflitti, proteste per i diritti civili e altro in ogni angolo del mondo.

“Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York” è il titolo della rassegna (unica tappa italiana e fra le tre in Europa) che si può ammirare presso Camera-Centro Italiano per la Fotografia fino al 26 giugno

Un dolce viaggio nel tempo

Passeggiando a piedi per Torino, fra i suoi viali e i suoi parchi si avverte sempre la sensazione di essere in una città dall'illustre passato. E c'è un altro elemento che riporta a un'epoca di carrozze e cavalli: è l'atmosfera che sprigionano i caffè del centro storico di fine ‘800 dove poter assaporare le delizie tipiche piemontesi, dalle torte a base di cioccolato ai gianduiotti. In questa stagione ci si siede ai tavolini all'aperto e si perde un po’ il fascino e l'eleganza degli interni di questi locali in cui trovano armonicamente posto specchi antichi e boiserie, marmi pregiati e tappezzerie di raso, sontuosi lampadari e piatti di porcellana. Ma una sosta (o anche solo una fugace visita) è più che mai consigliata. Quale esempio? Il Caffè Confetteria Al Bicerin in Piazza della Consolata risale al 1763 ed era il prediletto da Camillo Benso Conte di Cavour: è così chiamato per la specialità della casa, la bevanda calda a base di caffè, cioccolata e crema di latte sciroppata. Sotto i portici della splendida via Po si trova il Caffè Gelateria Fiorio, aperto nel 1780 e “dimora” della nobiltà sabauda, mentre in Piazza San Carlo si può fare tappa al Caffè Torino, inaugurato agli inizi del Novecento, dove campeggia ovunque lo stemma della città (è invece ancora chiuso lo sfarzoso Caffè San Carlo, uno dei luoghi di incontro degli intellettuali del Risorgimento). Un ultimo indirizzo utile, lungo Corso Vittorio Emanuele II, è quello di Platti: nato nel 1875, è considerato uno dei caffè più belli di Torino e fu, non a caso, molto frequentato da Luigi Einaudi e Cesare Pavese.

Caffè Platti

Alla scoperta di vecchi e nuovi cocktail bar

Nelle grandi piazze, lungo il Po ma anche (se non soprattutto) nei quartieri che abbracciano e circondano il centro storico: scegliere il bar dove gustare un cocktail cena a Torino può essere allo stesso tempo un'operazione molto facile (per l'ampia offerta disponibile) e dispersiva. Meglio farsi una sorta di mappa per andare a colpo sicuro. Da Affini, nel popolare e assai vivace quartiere di San Salvario (a pochi minuti dalla Stazione di Porta Nuova), l'aperitivo diventa un'esperienza gourmet e si può trasformare in un vero e proprio pasto a base di tapas. Si può bere di tutto ma la specialità del locale sono le proposte che attingono all'ampissima selezione di vermouth. Poco lontano troviamo anche il D.One di via Baretti, altro locale che abbina alla drink list la formula tapas e che si caratterizza per le pareti degli interni con i mattoni a vista e per gli arredi in legno e metallo. Meno intimo, anche se molto curato, e particolarmente frequentato nelle sere del weekend è la Drogheria di Piazza Vittorio Veneto, uno dei locali più noti della movida torinese, che abbina un'ampia offerta di cocktail di produzione propria alla possibilità di mangiare alla carta. Di tutt'altro genere è il Mac Dog Social Club, locale accessibile ai soci (in quanto Associazione Culturale) che rivela la sua particolare identità solo una volta entrati (anzi scesi) in questo locale di stampo anglosassone in cui i concerti dal vivo fanno da contorno ad un'ampia proposta di cocktail ispirati alla tradizione della miscelazione italiana e oggetto di continua personalizzazione. Il Barz8, in Corso Moncalieri, sulla sponda orientale del Po, è un locale che merita una citazione per un semplice motivo: i cocktail sono preparati su misura sui gusti dei clienti, in modo sartoriale come dicono i suoi proprietari, pescando da una selezione di oltre 600 etichette fra liquori e distillati.

Affini

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