A Teheran l’arte contemporanea continua a crescere
Tehran Auction nonostante l’iperinflazione del rial e l’alta tensione con l’America di Trump, ha valorizzato i modernisti del movimento sagha-khane
di Hannah Jacobi
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Non cessano le cattive notizie dall'Iran e sono soprattutto gli iraniani a subirne le conseguenze. Tuttavia, la scena artistica di Teheran cerca di far proseguire i suoi affari. Così una delle due aste annuali di Tehran Auction ha avuto luogo venerdì 17 gennaio, al Parsian Azadi Hotel, a nord di Teheran, addirittura non lontano dalla famigerata prigione di Evin, dove dagli anni 1970 vengono detenuti i prigionieri politici. Fondata nel 2012 da Alireza Sami Azar, Tehran Auctions è la prima casa d'aste per l'arte moderna e contemporanea in Iran e una delle società private a cui è permesso vendere arte con il permesso del Ministero della Cultura e dell'Orientamento Islamico.
Il mercato dell'arte iraniana
Sami Azar, che è anche l'ex direttore del Tehran Museum of Contemporary Art (TMoCA) , ha dato un contributo significativo alla riapertura della scena artistica locale nei primi anni 2000 e alla creazione di un network a livello internazionale. Come consulente di Christie's a Dubai, già prima del 2012, ha contribuito a creare un mercato per l'arte iraniana contemporanea. “La crisi economica e la politica internazionale e regionale hanno sempre avuto un impatto, ma siamo riusciti a sopravvivere e crescere costantemente” ha dichiarato ad ArtEconomy24. “Rispetto ad altri settori come quello agricolo, industriale, immobiliare e bancario, che sono in calo, siamo in costante crescita, sebbene non allo stesso ritmo di prima. Come risulta dal successo di Tehran Auction, l'arte è l'unico mercato che sta ancora crescendo in Iran.”
Eppure, non ci sono stati risultati sensazionali tra le opere battute alla dodicesima Tehran Auction di arte iraniana contemporanea venerdì scorso, anche se la vendita non è andata male: 115 su 118 opere di 79 artisti iraniani sono state vendute per un totale di quasi 2.650.000 dollari*.
Nel complesso, tuttavia, il totale delle vendite è diminuito rispetto allo scorso anno e tra i sette top lot solo una scultura di metallo dell'artista moderno Jazeh Tabatabai (1930-2008) degli anni 1960, con un prezzo battuto di circa 91.700 dollari, ha superato la stima tra 58.300 e 75.000 dollari. Uno dei motivi delle perdite è l'iperinflazione del rial iraniano in corso dal 2018.
Lotti migliori: i modernisti iraniani
Tra le opere che hanno dato i migliori risultati c'è il modernista Charles Hossein Zenderoudi (classe 1937), residente a Parigi e noto per le sue opere in cui la calligrafia iraniana si converte in una pseudo sceneggiatura astratta. Il suo dipinto di grandi dimensioni “Voule Azurée” del 1987 è stato venduto per circa 266.700 dollari, ma una delle sue tre opere offerte all'asta non è stata venduta. Sempre tra i top lot si è piazzato il lavoro della serie “Heech on Chair” (2007) del famoso scultore Parviz Tanavoli (classe 1937), venduto per circa 83.300 dollari. Insieme agli artisti Mansour Ghandriz (1936-1966) e Faramarz Pilaram (1937-1983) – quest'ultimo con un prezzo battuto di circa 83.300 dollari per un dipinto di grandi dimensioni con foglio d'ora del 1977 – Zenderoudi e Tanavoli formano un movimento moderno dell'Iran nato nei primi anni 1960 chiamato sagha-khane, perché i motivi e i colori usati nei loro lavori ricordano i tradizionali distributori d'acqua, chiamati appunto sagha-khane, che allo stesso tempo sono santuari sciiti. Il movimento, che è l'unico movimento artistico iraniano esaminato e documentato dagli storici dell'arte anche internazionali, è caratterizzato della ricerca degli artisti di un'autentica arte moderna iraniana, ricongiungendo approcci astratti e formalistici dell'arte moderna occidentale con il simbolismo tradizionale sciita.
Gli artisti sagha-khane e anche altri modernisti iraniani in asta come Manouchehr Yektai (1922-2019), che ha studiato e lavorato a New York insieme agli espressionisti astratti americani a partire degli anni 1950, e Monir Shahroudy Farmanfarmaian (1923-2019), il cui lavoro è caratterizzato dall'uso di tecniche dei tradizionali mosaici a specchio e della pittura su vetro e che pure era attivo sulla scena artistica di New York contemporaneamente a Yektai, sono richiesti anche dai collezionisti al di fuori dell'Iran, purtroppo gli acquirenti internazionali non possono partecipare alle aste di Teheran. “A causa delle sanzioni severe imposte sull'Iran, non possiamo vendere a livello internazionale,“ ha commentato Sami Azar.
Nel confronto internazionale
Si tratta, quindi, di un mercato locale piuttosto chiuso e con un focus esclusivo sugli artisti iraniani, che spiega anche i prezzi relativamente alti rispetto a quelli raggiunti dagli stessi artisti a livello internazionale. Considerando l'iperinflazione e l'enorme crisi economica in Iran, i prezzi per gli artisti blue chip iraniani sono addirittura molto alti. Per esempio, mentre una natura morta di Yektai a Teheran è stata battuta per circa 158.300 dollari, una sua opera leggermente più piccola è stata venduta a soli 56.250 sterline da Christie's Londra nell'ottobre 2019. Certamente la morte di Yektai a novembre 2019 ha fatto salire il prezzo. Tuttavia, la stessa cosa è successa per un'opera di Zenderoudi del 1980, venduta per circa 266.300 dollari a Teheran, mentre due altre simili hanno raggiunto le somme relativamente basse di 212.500 e 175.000 dollari da Christie's Dubai a marzo 2019. E lo stesso vale anche per l'artista contemporaneo Farhad Moshiri (classe 1963), che vive a Parigi, la cui opera “Am I Dreaming Or Am I Awake” del 2018 è stata venduta a Teheran tra i lotti migliori per circa 133.300 dollari, mentre un'opera comparabile da Christie's Dubai a marzo 2019 è arrivata a soli 100.000 dollari. E per Rokni Haerizadeh (classe 1978), residente a Dubai, di cui un grande dipinto è arrivato a circa 35.000 dollari rispetto a un lavoro comparabile venduto da Christie's Londra ad ottobre 2019 per 16.250 sterline. Forse è interessante notare che sia questo dipinto di Haerizadeh che quello di Yektai erano già stati venduti all'asta di Teheran appena pochi anni fa rispettivamente nel 2016 e 2017. Entrambi hanno realizzato prezzi più alti di allora, sebbene quello di Yektai non abbastanza da non rappresentare una perdita a causa dell'inflazione.
Possibili speculazioni
Continuano, infatti, a diffondersi voci di speculazioni sui valori delle opere nelle aste, anche se nessuna delle gallerie che hanno venduto opere all'asta in passato ha voluto rilasciare ad ArtEconomy24 commenti sul ruolo di Tehran Auction nella scena artistica locale. Lo stesso Sami Azar nel 2018 ha dichiarato ad un giornale iraniano pubblicato in inglese, il Financial Tribune, che sempre più collezionisti in Iran avrebbero scoperto l'arte come un'opportunità di investimento, soprattutto grazie alla semplicità nella vendita di opere d'arte, che non esiste in altri mercati, come quello immobiliare. “Le opere sono offerte principalmente da gallerie e collezionisti. In rare occasioni, accettiamo opere direttamente da artisti di spicco” ha detto Sami Azar ad ArtEconomy24. “In questo caso gli offerenti erano per lo più collezionisti, mentre tra i compratori ci sono stati alcuni rappresentanti di musei privati in Iran.”
*I risultati dell'asta di Teheran sono riportati in questo testo con il tasso di conversione di 1 $ = 120.000 IRR. Sul sito web di Tehran Auction i risultati sono riportati ad un tasso di $ 1 = 110.000 IRR. I tassi di cambio abituali nel mercato fluttuano molto, su richiesta di ArtEconomy24, Tehran Auction ha specificato il tasso corrente qui utilizzato.
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