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A Wimbledon vince la kazaka Rybakina (nata e residente a Mosca)

La 23enne ha la meglio sulla tunisina Jabeur in tre set: per entrambe era la prima finale di uno Slam. Domani Djokovic-Kyrgios

di Eliana Di Caro

(EPA)

2' di lettura

La sorte ha voluto così: Elena Rybakina, una tennista nata, cresciuta e residente a Mosca, dal 2018 con il passaporto kazako, ha vinto l'edizione di Wimbledon 2022 che aveva bandito giocatrici e giocatori russi e bielorussi, e proprio all'indomani della caduta del premier britannico Boris Johnson. Rybakina, seguendo il suo consueto modo di fare, non esulta se non con un sorriso quando Ons Jabeur sbaglia la risposta che chiude la partita consacrandola campionessa di Wimbledon per 3-6, 6-2, 6-2 a 23 anni.

Iniziale vantaggio di Jabeur

La duchessa di Cambridge, Kate Middleton, in uno squillante giallo, premia le due finaliste alla fine di una partita in cui la tunisina, 27 anni e numero 2 del mondo, aveva portato a casa il primo set in 32 minuti, approfittando degli errori gratuiti della sua avversaria. La quale, poi, è lentamente cresciuta, imponendo il suo gioco offensivo, sostenuto da un servizio pesante (è alta 1,84). La talentuosa Jabeur ha cercato di disinnescare il violento dritto della moscovita (testa di serie numero 17, 23esima nel ranking, giunta in finale dopo essersi sbarazzata di Simona Halep con un secco 6-3, 6-3), sfoderando le sue palle corte e i suoi insidiosi colpi tagliati, ma non è bastato.

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Rybakina sale in cattedra

Rybakina, dopo aver fatto il break in apertura del secondo set, conduce la danza, impedendo il ritorno dell'avversaria che non coglie la possibilità di riagguantarla a tre pari nel secondo set, e il 4-2 diventa velocemente un 6-2. Nel terzo set si ripete lo stesso copione, con la 23enne che strappa il servizio nel primo game del parziale, recupera da 0-40 sul 3-2 – servendo bene e giocando tre punti perfetti - e va a chiudere il match in souplesse.

La prima finale di uno Slam

Sia per Jabeur sia per Rybakina è stata la prima finale di uno Slam. La tunisina ha detto di non aver giocato il suo miglior tennis e ha riconosciuto che la sua avversaria “ha meritato di vincere”, ma è soddisfatta, sa di essere “fonte di ispirazione per le nuove generazioni” del suo Paese e guarda ai prossimi traguardi, con un occhio speciale agli Us Open. “Ancora non credo a quel che ho fatto. Ero molto tesa, anche stamattina, poi mi sono concentrata punto su punto”, ha detto un'emozionata Rybakina in conferenza stampa, cedendo a un certo punto alle lacrime. Quando arriva la domanda sul suo essere russa, e quale sia la sua posizione sulla guerra risponde così: “Rappresento il Kazakistan, non ho scelto dove nascere. Il Kazakistan mi ha sostenuto molto, anche oggi ho sentito i tifosi e visto le bandiere”.

Domani la finale maschile

Domani alle tre sul centrale giocheranno la finale Nole Djokovic, alla ricerca del suo 21° Slam e del suo settimo successo a Wimbledon, e Nick Kyrgios, che non era mai approdato alla finale di uno Slam. Un match che nessuno avrebbe mai ipotizzato di vedere e che tuttavia si annuncia promettente.

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