AB InBev, dal leader globale della birra l’Ipo dei record
di Marco Valsania
3' di lettura
NEW YORK - Fate largo Uber e nuove generazioni di società della digital economy. La più grande Ipo globale dell'anno è in arrivo da un colosso delle birra, Anheuser-Busch InBev - con “nazionalita” formalmente belga ma passaporto apolide grazie a marchi di ogni latitudine che vanno da Budweiser a Stella Artois e Corona. Tant'e' che il nuovo collocamento iniziale da massimi storici lo prevede adesso da parte della sua divisione asiatica, o meglio Asia-Pacifico, sulla piazza di Hong Kong: l'obiettivo e' di rastrellare 9,8 miliardi di dollari, dando a quelle attivita' un valore di 63,7 miliardi di dollari.
Anche al livello inferiore del prezzo considerato per il collocamento i fondi raccolti sarebbero pari a 8,3 miliardi, abbastanza per il primato annuale, volteggiano oltre gli 8,1 miliardi attirati dallo sbarco del leader del ride-sharing statunitense Uber Technologies. Al top della forchetta, i 9,8 miliardi diventerebbero l'Ipo di maggiori dimensioni di sempre nell'intero settore alimentare e delle bevande, superando gli 8,68 miliardi dell'allora Kraft Foods nel 2001. L'Ipo dovrebbe vedere il collocamento di 1,6 miliardi di nuove azioni tra i 40 e i 47 dollari di Hong Kong, pari a una quota del 15% nella divisione. L'esercizio di opzioni potrebbe far lievitare ancor piu' la raccolta, fino a 11,2 miliardi complessivi.
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Il percorso verso il nuovo collocamento del leader mondiale della birra, guidato dal chief executive Carlos Brito, e' gia' cominciato, con la Budweiser Brewing Co. Apac che ha iniziato a ricevere ordini per i titoli in queste ore. Il debutto in Borsa e' fissato per il 19 luglio. I capitali raccolti serviranno a ridurre il debito della casa madre e a garantire risorse alla divisione asiatica - che gia' oggi rappresenta il 18% delle entrate, con una crescita dell'8,6% l'anno scorso a 8,46 miliardi in vendite - per dare il via a un inedito giro di acquisizioni locali.
I nuovi mercati al di fuori di Europa e Nordamerica stanno diventando essenziali per le prospettive di crescita dei produttori del settore, vista la frenata nei consumi nelle patrie d'origine, dove la birra risente di una crescente concorrenza soprattutto tra i giovani da parte di bevande non alcoliche come del vino. Il marchio Budweiser e' gia' il terzo per diffusione in Cina, dove la societa' controlla oltretutto la borra locale Harbin, quinta tra i consumatori. Anche in Cina la concorrenza e' in aumento negli ultimi anni, ma la crescente sofisticazione e ricchezza del mercato ha continuato a generare crescita e domanda per prodotti sempre migliori. Stando alle previsioni, la potenza asiatica dovrebbe superare gli Stati Uniti quale primo mercato al mondo per le vendita di birra fin dal 2021. Accanto alla Cina, gli altri principali mercati della regione nei quali Ab InBev si e' fatta strada sono Corea del Sud, India, Vietnam e Australia.
Ab InBev sforna una ogni quattro birre su scala internazionale ma, in particolare in Asia, fa i conti con la sfida della rivale Heineken, il seconda gruppo del settore per dimensioni. Heineken e' reduce in particolare da un accordo in Cina con la China Resources Beer Holdings, controllata dalla stato, che le ha dato accesso a una vasta rete di distribuzione. Heineken, tra l'altro, controlla l'italiana Moretti e per un periodo Ab InBev aveva rilevato Peroni, poi ceduta al leader giapponese Asahi.
Per quanto riguarda il debito, Ab InBev risente del peso di cento di miliardi di dollari accumulati a causa di molteplici acquisizioni che negli anni hanno dato vita al gigante della birra. Di recente proprio per ridimensionarlo aveva effettuato tagli del dividendo. Il gruppo vanta un giro d'affari annuale di 54,6 miliardi, dati 2018, e una market cap di circa 153 miliardi. Grandi sedi sono distribuite da New York a San Paolo, da St. Louis a Citta' del Messico e a Johannesburg. La sua ultima grande acquisizione risale al 2016, quando aveva rilevato la Sab Miller. Inizialmente la societa' era sorta dalla fusione tra InBev (combinazione della belga Interbrew e della brasiliana AmBev) con la statunitense Anheuser-Bush.
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