Intervista a Francesco Scianna

Abbiamo bisogno di una classe politica che abbia fame

Occorre essere consapevoli che la cultura è il pane. Cinema e teatro non sono solo intrattenimento, ma occasione di crescita personale e sociale

di Redazione

(ANSA)

4' di lettura

E' diventato famoso prestando il volto a uno dei personaggi più significativi di Baarìa di Giuseppe Tornatore. Attore di cinema e di teatro, protagonista nelle varie stagioni della serie tv La mafia uccide solo d'estate, ha lavorato nella moda, come testimonial e modello di campagne importanti, come quella di Dolce&Gabbana. Attualmente è sul set del film Netflix Il filo invisibile per la regia di Marco Simon Puccioni insieme a Filippo Timi.

Per la seconda volta ci ritroviamo in lockdown. Per la seconda volta cinema e teatri sono stati i primi ad essere chiusi. Ci siamo arrabbiati, abbiamo protestato (con le parole o con il silenzio). Qual è stata la tua prima reazione?

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Devo ammettere che il primo moto del mio essere è stato un forte istinto di protesta, ribellione, non accettazione. Non potevo comprendere come due tra i pochi luoghi dove venivano rispettate le misure del protocollo di sicurezza, il distanziamento fisico e non sociale, potessero essere chiusi; spazi che, almeno guardando i dati in circolazione, non erano tra quelli responsabili della trasmissione fuori controllo del virus. E la ribellione si è esacerbata nel momento in cui questi luoghi di cultura venivano definiti superflui perché spazi volti all'“intrattenimento”. Senza nulla togliere a questa forma di spettacolo, ritengo il significato di questa parola riduttivo per includere tutto ciò che accade in teatro ed al cinema.

Proviamo a immaginare come far “svoltare” questa seconda volta, come usarla creativamente perché diventi almeno lo spazio per programmare una ri-partenza. Riesci a pensare a delle “seconde volte” al cinema o a teatro o nella vita che sono state particolarmente significative per te? Ripetizioni che magari sono state pesanti e noiosissime, ma che ti hanno insegnato qualcosa.

Credo che la differenza stia sempre nell'atteggiamento che assumiamo di fronte alle difficoltà e agli ostacoli che la vita pone sul nostro cammino. Mi appartiene uno sguardo positivo ed attivo verso le montagne da scalare… quindi vedo questa crisi come una grandissima occasione per rivedere ciò che siamo, che vogliamo, ascoltare il bisogno del pubblico presente e futuro. Probabilmente cambieranno non solo i temi da affrontare, ma anche il linguaggio e le forme. Spero che la fame di cultura possa dare una bella scossa ad un'impalcatura ormai polverosa. E' il momento di sperimentare, di usare il vuoto come spazio nuovo da cui ripartire.

Rispetto alle “seconde volte” mi accade qualcosa che amo molto. Non esiste una seconda volta per me. Siamo sempre esseri in cammino che giorno dopo giorno hanno qualcosa di diverso. Anche quando affronto un nuovo film o un altro spettacolo, mi sembra d'essere sempre alle prese per la prima volta con un mestiere verso il quale ho incessantemente un atteggiamento d'apprendista. Ed anche per le serie televisive sento lo stesso approccio: una seconda stagione, dove in teoria dovresti conoscere già bene il personaggio avendolo abitato in precedenza, è sempre una prima volta. Idem nella vita: siamo in divenire, non può essere mai lo stesso accadimento, con le stesse sfaccettature, se dentro di noi rimaniamo in cammino…quindi, forse ecco: le seconde volte mi hanno insegnato a cercare sempre la vita nell'attimo presente.

Ti piace rivederti nei film che hai girato?

Mi incuriosisce vedere il risultato di un lavoro svolto, non c'è dubbio. Mi rende felice se il pubblico si appassiona ad un personaggio a cui ho dato vita, se lo ha divertito, emozionato. Molto spesso non sono soddisfatto al 100%, e va bene così. Reputo importante rivedere i film perché è un modo per notare ciò che ancora va migliorato del proprio strumento attoriale; è fondamentale a mio avviso questo processo.

Proviamo a pensare a qualche proposta concreta per far ripartire il nostro cinema e i nostri teatri. Che cosa ci vorrebbe di più? Più soldi? Più supporto da parte della classe politica? Più investimenti anche da parte di privati?

Non sono sicuro che il problema sia necessariamente la quantità di soldi. Piuttosto come vengono distribuiti, usati, investiti. E non c'è dubbio che abbiamo bisogno di una classe politica a supporto della cultura e dello spettacolo, consapevole che la società ne ha bisogno come il pane.

Forse servirebbe più formazione, più preparazione del pubblico, più attenzione alle nuove generazioni. Tu -per esempio- insegni “Atletica emotiva ed intelligenza scenica”. Quanto è importante questo passaggio di competenze? Che cosa rappresenta l'esperienza della scuola per te?

Io ho avuto la fortuna di muovere i primi passi in teatro quando avevo 15 anni. Ma suggerirei l'avvicinamento al teatro già da molto prima. Almeno dalle scuole elementari. Qualche anno fa, dopo anni di studio e ricerche, ho sentito il desiderio di condividere quello che avevo appreso, donarlo a chi non poteva permettersi viaggi e spese per compiere gli stessi studi che avevo fatto io. La scuola è un luogo fondamentale. Sperimenti, sei protetto e puoi denudarti senza giudizio, conoscerti, scoprire nuove parti di te, confrontarti con gli altri e portare te stesso oltre i tuoi limiti. E vestire i panni del maestro mi ha consentito di scoprire quanto si possa sempre imparare, anche stando dall'altra parte.

Quanto sono importanti i maestri? I tuoi?

I maestri sono fondamentali. Non esclusivamente quelli che si incontrano nel proprio raggio di competenza.Credo di poter ammettere che non sarei oggi qui se non ne avessi incontrati. E non sono pochi. Nessuno escluso. Compreso il maestro dentro di me, che c'è sempre stato.

E a proposito di formazione e impegno, tu sei anche attivo sul fronte dell'ecologia, in maniera molto concreta (persino raccogliendo tu stesso la plastica che trovi sulla spiaggia). Ecco, si può forse ripartire anche da piccoli gesti…

Ho sempre avuto una forte sensibilità verso l'ambiente. La pandemia legata al covid-19 ha fatto riscoprire a molti un rapporto con la natura più profondo, intimo e di rispetto. Mi auguro che questo momento di difficolta' mondiale dia all'uomo una bella sveglia. Non possiamo permetterci distrazioni. Assolutamente no. Ho anche iniziato a pretendere la differenziata nei luoghi di lavoro dove mi ritrovo. Bisogna farlo. Se lo facciamo tutti diventa un gesto enorme.

Dopo il successo del Processo adesso sei sul set del film Netflix Il filo invisibile. Ci puoi anticipare qualcosa?

Purtroppo no! Ma spero di potervene parlare prestissimo.

Riproduzione riservata ©

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