rugby -sei nazioni

«Abbiamo concesso troppo», l’Italrugby fa autocritica solo a metà

di Flavia Carletti

(Ansa)

2' di lettura

«Quando concedi troppo, anche se hai la migliore difesa al mondo, prima o poi crolli. Dobbiamo tenere palla fin dall'inizio, non aspettare gli ultimi 15 minuti, è troppo tardi». Sergio Parisse, capitano della Nazionale italiana di rugby e da oggi giocatore con più presenze nel Sei Nazioni, prova a dare la sua visione sulla partita persa contro la Scozia a Edimburgo per 33 a 20, nel primo turno del Guinness Sei Nazioni. Alle parole di Parisse sarebbe da aggiungere che, purtroppo, l'Italia non ha avuto la migliore difesa al mondo e lo dimostrano le cinque mete incassate. Senza contare che la Scozia ha giocato gli ultimi 10 minuti con un uomo in meno per un cartellino giallo a Berghan e aveva anche rallentato il ritmo, visto il largo vantaggio accumulato fino a quel momento. Fino al 71' il risultato era 33 a 3 in favore dei padroni di casa. Solo allora è arrivata la prima meta italiana con Palazzani, trasformata da Allan, e in sei minuti ne sono state marcate altre due, da Padovani ed Esposito (non trasformate). Il risultato alla fine non è così pesante ma in campo per quasi 70 minuti il dominio della Scozia è stato evidente. L'attacco dell'Italia è il grande assente della giornata e la difesa, per quanto strenua, ha peccato in più di una circostanza. Il ct dell'Italrugby, Conor O'Shea, ha detto di «non essere soddisfatto» della difesa - e ci mancherebbe - proprio perché gli avversari ci hanno segnato cinque mete. Tuttavia, le sue parole si sono concentrate sulla difficoltà di costruire gioco quando sei troppo impegnato a difendere. Forse un po' di critica in più non avrebbe guastato. «Nel primo tempo non abbiamo avuto la palla, siamo stati sempre in difesa. Quando devi placcare sempre, è difficile. Alla fine abbiamo segnato, quando abbiamo avuto l'ovale». Il possesso ottenuto alla fine e le possibilità di marcare, bisognerebbe riconoscerlo, sono stati solo in parte merito degli Azzurri. Come detto, la Scozia aveva un po' “tirato i remi in barca” e giocare in 15 contro 14 dà i suoi vantaggi. Unica nota positiva, a volerla cercare, è la tenuta mentale e fisica dell'Italia. Gli uomini di O'Shea non si sono arresi, non si sono lasciati abbattere dal netto vantaggio della Scozia e hanno lottato fino alla fine. Il problema è che hanno iniziato troppo tardi e, a questi livelli di rugby, entrare in partita così avanti si paga. Soprattutto perché l'Italia non è il Galles, che è riuscito a recuperare 16 punti alla Francia, fino a vincere la prima partita del torneo.

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