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«Abbiamo rispettato l’obbligo Agcom sulla Champions, ma le regole vanno aggiornate»

Parla Marco Azzani, country director di Prime Video, all'indomani della semifinale Milan-Inter. Per il 2023 prevede ancora crescita a 2 cifre degli abbonati

di Simona Rossitto

Marco Azzani, country director di Prime Video Italia

4' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Nel 2023 si prevede una prosecuzione della crescita a due cifre degli abbonamenti registrata negli ultimi anni e si continuerà a puntare su qualità e ampliamento dell’offerta. A fare il punto sull’andamento di Prime Video è il country director Marco Azzani, nell’intervista a DigitEconomy.24 (report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit’Ed, gruppo attivo nella formazione e nel digital leaarning) all’indomani della partita di Champions League che la piattaforma è stata obbligata a trasmettere sia in chiaro su Prime sia su Tv8 previo accordo con Sky.

Questo poiché, secondo regolamento dell'Agcom, alcuni eventi, tra i quali una semifinale di Champions con almeno una squadra italiana, devono essere trasmessi non solo in chiaro ma anche in modo tale da assicurare ad almeno l'80% della popolazione italiana la possibilità di seguirli gratuitamente senza costi supplementari.. «Noi – dice Azzani – saremo sempre compliant ai regolamenti Agcom» ma «chiediamo che il regolamento, risalente a 11 anni fa, vada aggiornato». Dal canto suo Prime è pronta a trasmettere immediatamente in chiaro questi eventi, e lo ha già fatto in Francia.

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Come stanno andando gli abbonamenti, che cosa prevedete per il 2023?

Uno dei metri che usiamo è la soddisfazione sui contenuti che produciamo. Abbiamo lanciato il primo original italiano all’inizio della pandemia, seguito da format che sono diventati dei classici come “Lol”, già alla terza stagione. Per noi è fondamentale non solo la crescita del business, ma anche il livello di qualità. Offriamo contenuti premium popolari che raggiungono una fetta della popolazione amplissima e hanno l’ambizione di raggiungerla tutta. Al contempo sono contenuti di qualità. L’anno scorso quando abbiamo fatto per le prime volte serie scritte, “The Bad Guy” con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi premiata al Ciak D'Oro come serie più innovativa dell’anno. Abbiamo lanciato da poco “Citadel”, ambiziosissimo progetto globale che avrà spin off locali, e il primo sarà quello italiano con Matilda De Angelis. Oltre ai contenuti teniamo molto al modello di business che vediamo come parte fondamentale della nostra crescita. Ospitiamo, infatti, sull’ app di Prime Video una quarantina di canali di terze parti che completano l’offerta del nostro portfolio inteso in senso stretto.

Quanto siete cresciuti, in termini di abbonati, negli scorsi anni e quanto prevedete di crescere?

Abbiamo avuto una crescita costante in doppia cifra fin dal 2020, contiamo anche quest’anno di continuare, siamo molto ottimisti sul futuro. Abbiamo appena lanciato “Citadel” che sta andando benissimo, abbiamo “The Ferragnez”, la cui seconda stagione uscirà a breve. La Champions League, che non ho citato, è stato un boost non indifferente.

A proposito di Champions siete stati obbligati a trasmettere in chiaro Milan-Inter e fare un accordo con Sky. Vi organizzerete in un altro modo se ci fosse una simile occasione?

Il regolamento Agcom applicato in questo caso è stato emanato nel 2012 e prevede che una serie di eventi, inclusa la semifinale di Champions League con almeno una squadra italiana, debba essere trasmessa free su un canale lineare, quindi noi abbiamo agito di conseguenza in collaborazione con l’Autorità. Abbiamo ricevuto diverse offerte, d’altro canto è una partita con appeal forte, stata trasmessa ieri sera sia su Prime Video sia su Tv8 di Sky. Noi saremo sempre compliant con i regolamenti di Agcom, ma crediamo che, trattandosi in questo caso di un regolamento di 11 anni fa, risalente a un periodo antecedente all’arrivo di streamer e degli Ott, crediamo che andrebbe fatto un aggiornamento.

Lo streaming oggi consente di raggiungere l’ 80% della popolazione?

Con streaming wi-fi e mobile si potrebbe raggiungere. L’anno scorso abbiamo trasmesso in Francia una semifinale del Roland Garros, in chiaro, senza richiedere la registrazione o tanto meno il pagamento per Prime Francia. Fu un grande successo. Al di là della qualità dell’immagine che possiamo dare, è possibile rivedere le azioni, avere le statistiche su un determinato giocatore, e ogni anno accresciamo questi servizi fornendo informazioni in più. Ci piacerebbe, quindi, poter aggiungere all’obbligo di trasmettere in modalità free anche la possibilità di usare uno streamer, semplicemente non richiedendo un abbonamento. Sarebbe un buon allineamento con i tempi.

E come si garantisce la qualità delle reti?

Noi ad oggi non abbiamo mai avuto problemi di trasmissione, anzi. D’altronde, abbiamo fatto investimenti sia sulle nostre strutture interne sia con i nostri partner, e ci appoggiamo infatti a cdn sia interne sia esterne di proprietà delle telco. Siamo molto ridondanti, cioè, in soldoni, ci dotiamo di capacità di trasmissione molto superiore a quella necessaria stimata. Saremmo quindi pronti se ci dovessimo strutturare per mettere in chiaro un’altra partita, un’altra semifinale con una squadra italiana.

La trasmissione della Champions League vi ha comunque lasciato soddisfatti, punterete ancora sul calcio, con i diritti di Serie A ad esempio?

Abbiamo appena rinnovato a febbraio i diritti della Champions fino al 2027 e siamo molto contenti di come sta performando. Sulla Serie A ad oggi non abbiamo commenti. Non escludiamo nulla, neanche di partecipare ad aste per altri sport, ma al momento non abbiamo nulla da annunciare.

L’anno scorso avete aumentato il costo dell’abbonamento, che cosa prevedete per quanto riguarda la politica dei prezzi?

L’anno scorso abbiamo aumentato, per la prima volta dal 2018, di un euro al mese l’abbonamento. Il tema ora tutto gira attorno al livello della qualità. Ad esempio, abbiamo messo la Champions all’interno di un pacchetto che era già molto ricco. Quando realizziamo uno show cerchiamo di avere un cast di primissimo livello che richiede investimenti. È questo il metro che usiamo per valutare il tipo di prezzo che proponiamo al cliente. Tuttavia, sui prezzi al momento non abbiamo nulla da annunciare e siamo, al contempo, molto soddisfatti di quello che mettiamo sul piatto per i nostri clienti.

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