ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùL’audizione

Abi: tassa sulle banche è vulnus a fiducia in mercato Italia

Per il dg dell’Abi Giovanni Sabatini, in audizione alle commissioni del Senato per il dl asset e la tassa sugli extraprofitti «ingiustificate penalizzazioni del settore bancario si rifletterebbe sull’intero mondo economico italiano».

Tajani: escludere da tassa extraprofitti le banche di prossimità

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«La comunicazione della decisione, senza alcun confronto preventivo anche con l’Abi, di introdurre l’imposta straordinaria una tantum» sulle banche «ha provocato sui mercati un impatto solo parzialmente poi attenuato. L’introduzione di tale imposta straordinaria ha prodotto un vulnus alla fiducia riposta sul mercato finanziario italiano». Lo afferma il dg dell’Abi Giovanni Sabatini in audizione alle commissioni del Senato per il dl asset e la tassa sugli extraprofitti. Non solo. «Ingiustificate penalizzazioni del settore bancario determinerebbero una minore capacità di accantonamenti prudenziali, di finanziamento alle imprese e alle famiglie e limiterebbero l’interesse degli investitori verso il settore bancario italiano che, da ultimo, si rifletterebbe sull’intero mondo economico italiano».

Abi: non ci sono extraprofitti, banche in concorrenza

L’Abi respinge il concetto di “extraprofitti” degli utili nel settore bancario, base dell’imposta straordinaria sul settore. Parlando in audizione alle commissioni del Senato il dg Sabatini ha sottolineato: «L’extra-profitto si riferisce a una situazione specifica, quella in cui un’impresa godendo di una posizione di monopolio od oligopolio può fissare il prezzo dei suoi prodotti ricavando un profitto superiore a quello determinabile in un mercato concorrenziale. Questa situazione è assente nelle banche», «in forte concorrenza nell’intera area dell’euro e per quella di fintech e big tech».

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Abi: tassa su banche retroattiva, mina certezza del diritto

Non solo. «La nuova norma» di tassazione straordinaria sulle banche «produce effetti retroattivi, in quanto si riferisce a periodi conclusi (2021 e 2022) o in corso (2023)». Secondo Sabatini «la retroattività incide sulla certezza del diritto, in contrasto con i principi e i criteri di certezza, irretroattività, programmabilità cui si ispira la delega fiscale pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 14 agosto»

Dubbi di costituzionalità per la tassa sulle banche

E ancora. A detta del dg dell’Abi «l’imposta straordinaria» sulle banche «solleva dubbi di compatibilità con i precetti costituzionali». Sabatini ha citato a tal proposito il precedente episodio della cd. Robin Tax dove «la Corte costituzionale ha stabilito, come irragionevole e pertanto incostituzionale, l’addizionale Ires sul settore energetico». «Possibili profili di incompatibilità con la disciplina comunitaria sono relativi all’articolo 42 della Costituzione, per lesione del diritto di proprietà, stante il carattere espropriativo della misura sulla ricchezza dell’impresa». Infine «si riscontra anche una possibile violazione del principio di libera concorrenza riconosciuto dal Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea nella prospettiva di una discriminazione». «Gli operatori nazionali del settore bancario sarebbero penalizzati rispetto ad enti bancari residenti in altri Stati membri»

Dalla tassa su banche esentare i titoli di stato

Tra gli auspici, l’Abi di chiede «escludere dal computo dell’imposta» straordinaria sulle banche «gli effetti reddituali (margine di interesse) e patrimoniali (attivo su cui calcolare il Cap massimo di imposta) dei titoli sovrani». L’aumento del margine di interesse su cui è calcolata la tassa infatti, spiega, «non si compone solo del differenziale tra tassi attivi e passivi ma anche di rendimenti da investimenti in titoli di Stato la cui remunerazione non è fissata dalle banche». «Il sostegno delle banche al collocamento dei titoli del debito pubblico riveste un ruolo fondamentale» ha aggiunto.

Federcasse: escludere le Bcc dalla tassa sulle banche

Federcasse chiede «di escludere tout court le Bcc dall’applicazione del tributo sugli “extraprofitti” che, altrimenti, penalizzerebbe significativamente l’unica fonte di capitalizzazione delle Bcc (gli utili netti) e la relativa capacità di erogazione del credito, a danno delle economie dei territori supportate dal Credito cooperativo». E’ quanto ha affermato il presidente Augusto Dell’Erba in audizione alle commissioni del Senato sul ddl asset.


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